ANCHE IL GIGLIO MAGICO, NEL SUO PICCOLO, PERDE I PETALI – MALESSERE TRA RENZI E BOSCHI SULL’ITALICUM – SCONTRO TRA MARIA ETRURIA E LOTTI SUL REFERENDUM – LA FATINA NON VUOLE CARRAI TRA I TACCHI A PALAZZO CHIGI – WALTER-EGO IN MANOVRA: L’ATTACCO DELLA MADIA A ORFINI E’ UNA VELTRONATA - AMORALE DELLA FAVA: RENZI, IL LEADER PIU’ DECISIONISTA, E’ DIVENTATO INDECISO A TUTTO

Mattarella seccato con il premier: gli aveva consigliato di non rispondere agli attacchi di D’Alema. Invece... Acque agitate anche fra i berlusconiani. Agitata telefonata di Brunetta a Confalonieri per l’intervista sulla ‘Stampa’: Dobbiamo affossare Renzi e tu gli offri un aiuto?...

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Aspirina per Dagospia

BOSCHI LOTTI BOSCHI LOTTI

 

Che succede dentro il Giglio Magico? Di tutto, di brutto. Ormai Madonna Boschi vuole imporre la sua linea non solo su Lotti ma pure su Renzi. Che tra “Lampadina” e Maria Etruria ci fossero attriti ormai lo sapevano anche i pinguini di Palazzo Chigi (gli uscieri d’anticamera). Ma che a dividerli fosse, non solo la vicinanza fisica con il Capo, ma anche la data del referendum questa è nuova.

 

Lotti suggerisce a Matteuccio di rinviarlo in primavera, dopo la sessione di bilancio. Insomma, lontano da guai seri: se vincessero i no a Legge di Stabilità aperta e se Renzi dovesse davvero dimettersi, l’Italia si troverebbe senza legge di Bilancio e senza premier. A quel punto non basterebbe rifugiarsi nemmeno a Pontassieve.

RENZI E BOSCHI Tramonti toscani RENZI E BOSCHI Tramonti toscani

 

Madonna Boschi fa la tosta e ritiene sia giusto confermare la tabella di marcia. Voto del referendum ad ottobre (magari alla fine del mese), ma senza nessun ulteriore slittamento. “Altrimenti, immagini la campagna dei grillini contro di noi?”, avrebbe sibilato a Renzi. E Matteuccio? Non sa che pesci prendere. Il decisionismo dei primi giorni è scemato: inversamente proporzionale al girovita.

 

MATTARELLA RENZI MATTARELLA RENZI

La zarina di Palazzo Chigi, però, martella il premier anche sull’Italicum. In fin dei conti, a Matteuccio non dispiacerebbe modificare la legge elettorale ed introdurre il premio alla coalizione al posto del partito. Farebbe contenta la sinistra interna ed aprirebbe uno spiraglio con i quartieri nobili di Berlusconi. Ma soprattutto stopperebbe i grillini.

carrai cybersecurity renzi carrai cybersecurity renzi

 

Maria Etruria, invece, veste i panni di Dolores Ibarruri: le modifiche all’Italicum “no pasaran”! Ed anche in questo caso, l’uomo di Rignano sull’Arno non sa cosa decidere.

 

togliatti Dolores Ibarruri togliatti Dolores Ibarruri

A far capire che l’atmosfera del Giglio tragico non sia più quella di una volta, cominciano ad arrivare a Renzi anche le voci che sarebbe stata proprio Maria Etruria (con la complicità di Minniti) a far uscire le voci su un incarico di governo per Marco Carrai; così da bruciarlo e tenerlo distante da Palazzo Chigi. E si sa: a Renzi toccate tutto, ma non Carrai.

 

Acque agitate, anzi agitatissime, anche nel Pd romano. I sismografi del Nazareno segnalano una ripresa dell’attività tellurica. Questa volta innescata da Walterino Veltroni. Sarebbe stato proprio “I care” a spingere - in virtù dei vecchi tempi - Marianna Madia a sferrare l’attacco frontale ad Orfini. Con la complicità, pare, dei giovani turchi sui quali avrebbe lanciato un’opa il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.  Intanto Franceschini il “traditore” tresca con la corrente di Fioroni: democristi che si ritrovano.

 

marianna madia con veltroni marianna madia con veltroni

Pure l’altro democristo Mattarella avrebbe minacciato di uscire dal sarcofago. Aveva consigliato a Matteuccio di non replicare agli attacchi di D’Alema, Ma il premier se n’è fregato; ed ora il Quirinale inizia ad alzare il sopracciglio: vedi l’intervistona a “La Stampa”.

 

Se dalle parti dell’inner circle renziano volano colpi sotto la cinta, la situazione non è migliore in casa berlusconiana. Sembra che il vispo Brunetta abbia chiamato Fedele Confalonieri per rimproverarlo dell’intervista a La Stampa, nella quale consiglia il Cav a sostenere Renzi.

 

LITE TRA RENATO BRUNETTA E BRUNO VESPA LITE TRA RENATO BRUNETTA E BRUNO VESPA

l ragionamento dell’economista alla veneta prestato alla politica è stato più o meno questo: ma come? adesso che Renzi è in crisi interna ed internazionale, invece di dargli il colpo di grazia, finiamolo per offrirgli un aiuto? A Milano - avrebbe proseguito un Renato in piena - abbiamo quasi pareggiato perchè ci siamo posti come alternativi al premier.

 

fedele confalonieri marina berlusconi fedele confalonieri marina berlusconi

Le risposte di Confalonieri sono state improntate al più sano pragmatismo padano: se non aiutiamo Renzi e vincono i grillini perdiamo le televisioni. Ragionamento che, in forma più elegante, aveva già espresso nell’intervista. La controreplica di Brunetta è caduta nel vuoto. Insieme alla cornetta del telefono. 

 

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