merkel macron europa aquisgrana

AQUISGRANA E ZIZZANIA – IL TRATTATINO MERKEL-MACRON? È UN COPIA-INCOLLA DI QUELLO FIRMATO NEL 1963 DA ADENAUER E DE GAULLE – UN FALLIMENTO DI VACUITÀ E MEDIOCRITÀ CHE PIACE SOLO AI GIORNALONI ITALIANI: IN FRANCIA SI PARLA DI “LUNA DI MIELE RATTOPPATA”, E NEL REGNO UNITO NON L’HANNO PRESO BENISSIMO: “ECCO PERCHÉ NON POSSIAMO STARE PIÙ IN EUROPA” – VIDEO

 

1 - MACRON-MERKEL, DIETRO IL TRATTATO NON C'È NULLA

Estratto dell’articolo di François Bonnet per “il Fatto quotidiano”

 

merkel e macron firmano il trattato di aquisgrana 4

La cerimonia di Aix-la-Chapelle, capitale dell' impero di Carlo Magno; giorno scelto, l'anniversario della firma da parte di Charles de Gaulle e Konrad Adenauer , nel 1963, del famoso trattato dell' Eliseo; i discorsi che non mancano di sottolineare che si tratta di "prolungare e approfondire" il testo fondatore del '63: tutto è stato previsto per farne un avvenimento decisivo. La coppia franco-tedesca is back, nel momento in cui il Regno unito si ingrippa sulla Brexit e in cui l'Unione europea è in panne.

 

konrad adenauer e charles de gaulle 1

Queste le immagini. Perché al fondo, il nuovo trattato appare un fallimento per la sua vacuità e mediocrità. (…) non propone alcuna nuova iniziativa, alcuna visione dell' Europa, alcuna ambizione comune ai cittadini dei due Stati e a quelli dell' Unione. In ampie parti, in realtà, è semplicemente un "copia-incolla" del trattato del 1963; per il resto, non fa che formalizzare, pretendendo di rafforzarle, le cooperazioni che esistono già.

 

Un copia-incolla

konrad adenauer e charles de gaulle 2

La debolezza di questo testo, che sarà presto dimenticato, non fa che rendere ancora più spettacolari le polemiche e la disinformazione che suscita in Francia. I conservatori tedeschi al potere, che non volevano un nuovo trattato e che l' hanno edulcorato su numerosi punti, non gli danno molta importanza.

 

merkel e macron firmano il trattato di aquisgrana 5

(…) Che il trattato ratifichi lo sviluppo delle politiche neoliberiste nell' Unione europea è una evidenza (articolo 20: "Favorire la convergenza tra i due Stati e migliorare la competitività delle loro economie"). Che sancisca la sconfitta di Macron rispetto alla cancelliera tedesca sulla riforma della zona euro, la creazione di un budget europeo e il riequilibrio delle relazioni commerciali, è poco contestabile. Che non dica niente di concreto sul lavoro, la conquista di nuovi diritti sociali - o la loro semplice preservazione - e meno ancora sulla riforma democratica delle istituzioni europee, non è una sorpresa. E questo può giustificare ampiamente una opposizione a un tale testo.

konrad adenauer e charles de gaulle 3

 

(…) L'articolo 8 del trattato dice che i due Stati "coordineranno strettamente la loro posizione" all' Onu. È già così e fu stabilito da Jacques Chirac e Gerhard Schröder nel 2003 per opporsi alla guerra in Iraq. L'articolo aggiunge che "l' ammissione della Repubblica federale tedesca in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite è una priorità della diplomazia franco-tedesca".

 

(…) Quanto alla riforma del Consiglio di Sicurezza appena presentata, è già stata seppellita da un fuoco di sbarramento degli Stati Uniti e della Russia. Se viene costantemente invocata è solo per constatare che non è fattibile, viste le opposizioni che suscita. E ricordando questa posizione, il potere francese non fa giustamente che ricordare la sua opposizione feroce a qualsiasi menomazione del proprio seggio.

merkel e macron firmano il trattato di aquisgrana 1

 

(…) Nei fatti, il testo manca significativamente di ambizione in materia di difesa europea. La Germania, che protegge gelosamente la propria industria di difesa e che non intende seguire la Francia nei suoi impegni militari all' estero (si è opposta alla guerra in Libia di Nicolas Sarkozy, sostenuta invece da David Cameron), non ha seguito la volontà francese di andare più velocemente e più forte. La difesa europea rimane un fantasma.

Che resta allora di questo trattato?

 

Il progetto di una futura assemblea parlamentare comune (50 francesi e 50 tedeschi) con un mero ruolo consultivo, non è stato neanche ripreso. Del resto, esiste da circa 70 anni una Assemblea parlamentare del Consiglio dell' Europa dove sono rappresentati 47 Paesi Le questioni delle migrazioni e dello sviluppo sostenibile sono espunte. Resta la volontà di sviluppare dei progetti trans-frontalieri (articolo 13 e 14), logica sequenza delle grandi operazioni di gemellaggio delle città lanciate negli anni 50.

EMMANUEL MACRON BRIGITTE GILET GIALLI

 

(…)  Macron ha dilapidato in 18 mesi il capitale politico di cui disponeva in Europa all' indomani della sua elezione. Il suo programma di riforme si è infranto sull'opposizione di diversi Paesi (Germania, ma anche Olanda, Ungheria e oggi l' Italia). Angela Merkel è una cancelliera a fine mandato con una maggioranza parlamentare fragile. Soprattutto, i dirigenti di un buon numero di Stati membri della Ue sono molto determinati a non vedere più l' Europa fabbricata e diretta dal tandem franco-tedesco come è stato fino agli inizi degli anni 2000. (…)

 

2 - SOLTANTO I GIORNALI ITALIANI INCENSANO IL PATTO FRA LA MERKEL E MACRON

Daniele Capezzone per “la Verità”

konrad adenauer e charles de gaulle 4

 

Secondo la leggenda, le oche del Campidoglio starnazzavano per avvisare i romani dell' arrivo dei galli invasori, insomma per avvertire Roma del pericolo imminente. Gli attuali giornaloni italiani, invece, starnazzano per festeggiare i leader stranieri. Ne è prova la copertura mediatica offerta all' accordo di Aquisgrana tra Angela Merkel ed Emmanuel Macron.

 

Quanto più appare chiaro che Berlino e Parigi scelgono di mettersi in proprio, riducendo l' Ue a una specie di gabbia per gli altri 25 Paesi, tanto più i media italiani (con l' eccezione di questo giornale) applaudono, e addirittura incolpano il governo di Roma perché non accetta la funzione di ruota di scorta.

EMMANUEL MACRON IN PREGHIERA

 

LA POLITICA ESTERA

La cosa comica è che l' entusiasmo c'è solo qui. Ad Aquisgrana («dettaglio» quasi introvabile sui giornali italiani) la Merkel e Macron sono stati subissati di fischi. Le Monde ha parlato di un patto «di piccola ambizione», Le Figaro ha descritto l' incontro come una «luna di miele rattoppata». Durissimi i giudizi anche al di là della Manica: per il londinese Telegraph quell' accordo spiega le ragioni per cui il Regno Unito non può più stare in Europa. E in particolare il quotidiano inglese punta il dito contro il «coordinamento militare» deciso da Parigi e Berlino, premessa di un «nuovo esercito europeo».

 

merkel e macron firmano il trattato di aquisgrana 3

Inutile girarci intorno: Francia e Germania dicono esplicitamente che saranno loro a decidere la politica estera e ad avere l' ultima parola sull' apparato militare che ne sarà lo strumento decisivo. E gli altri? Il ragionamento del Telegraph dovrebbe essere pari pari ripetuto a Roma: pensiamo al Nord Africa, alla Libia, al Mediterraneo, dove gli interessi italiani e quelli francesi sono chiaramente competitivi. Che senso ha consegnarsi a una macchina in cui pilota e copilota appartengono all' asse francotedesco?

 

merkel e macron firmano il trattato di aquisgrana 2

E invece i media italiani suonano la grancassa. Per Il Foglio, «il trattato è la risposta ai nazionalisti che minacciano l' integrazione europea». Insomma, non sono Parigi e Berlino a fare da sé, ma è colpa degli altri. E infatti arriva puntuale la stangata al governo: «Un tempo l' Italia si sarebbe congratulata per il trattato di Aquisgrana, ne avrebbe rivendicato il valore simbolico». Conclusione: «La credibilità italiana ne esce a pezzi».

 

ANGELA MERKEL

Stessa linea sulla Stampa. Colpa di Roma, che sceglie «una nuova collocazione internazionale: la solitudine. Roma si stacca dai compagni di viaggio». Ma come? Non sono Parigi e Berlino ad aver fatto per conto proprio? No, spiega Stefano Stefanini: loro agiscono «in chiave di impulso all' integrazione europea».

 

Per Repubblica si tratta di un «patto per fermare il populismo». E, qualche pagina dopo, ci pensa Sabino Cassese a spiegare che «il popolo commette errori madornali». E che esempio sceglie il super prof? Ovviamente, Brexit. Quindi, un voto democratico di una legittima maggioranza è semplicemente sbagliato. Perché? Perché lo dice Cassese.

Il Corsera schiera due pesi massimi.

 

konrad adenauer e charles de gaulle 5

Prima Aldo Cazzullo, che ironizza sulla «partita Italia-Resto del mondo», e ammonisce sul fatto che «le prove di forza si fanno quando si è forti». E poi arriva Mario Monti. Lunga filippica autocelebrativa, e poi attacco ad alzo zero contro il governo, dedito al «prima il mio partito» (altro che «prima gli italiani»). Gran finale con surreale invito a Giuseppe Conte a imbavagliare i vicepremier (cioè quelli che lo hanno scelto e che, secondo i sondaggi del Corriere della Sera, hanno il 60% dei consensi).

 

MERKEL CONTE

Ma per Monti, Conte dovrebbe precisare che le dichiarazioni di Matteo Salvini e Luigi Di Maio «non rappresentano la posizione del governo», ma sono rilasciate solo come «esponenti di partito». Di più: il premier dovrebbe invitare «le sedi diplomatiche a non considerare come espressione di posizioni della Repubblica italiana le dichiarazioni di cui sopra». Roba che se Conte ci provasse, arriverebbero a Palazzo Chigi due robusti infermieri.

 

DIALOGO

Le uniche ipotesi che questi commentatori non considerano sono le più logiche. La possibilità che l' Italia cerchi sponde esterne all' Ue (Washington, Londra, Gerusalemme) per valorizzare la sua posizione geopolitica, e contemporaneamente persegua nuove alleanze interne all' Ue (con il gruppo di Visegrad e altri attori) per riequilibrare lo strapotere francotedesco, o eventualmente punti su un dialogo migliore con la Germania per ridimensionare Macron.

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….