I “CORVI” NON SI UCCELLANO - ECCO PERCHÉ NESSUNO IN VATICANO RIESCE A FERMARE GLI SPIFFERI DELLE ‘GOLE PROFONDE’: I DOSSIER E LE LETTERE RISERVATE FURONO PORTATI FUORI DALLE SEGRETE STANZE MOLTI MESI PRIMA CHE INIZIASSERO A CIRCOLARE - QUANDO IL PAPA HA ORDINATO DI CHIUDERE LA STALLA ERA TROPPO TARDI - COME MAI L'INDAGINE PENALE DEL TRIBUNALE VATICANO E QUELLA AMMINISTRATIVA DELLA SEGRETERIA DI STATO NON HANNO PORTATO A NULLA?...

G.G.V. per il "Corriere della Sera"

Oltretevere, ieri, ci si chiedeva: ma quando sono saltate fuori? Le «carte segrete» sulla scrivania di Benedetto XVI, contenute nel libro di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità" e anticipate oggi dal nuovo Sette, vengono rese pubbliche a neanche un mese dalla costituzione della commissione cardinalizia voluta dal Papa per fare «piena luce» sui corvi vaticani che da gennaio hanno diffuso documenti «coperti dal segreto d'ufficio».

Da tempo sono avviate un'indagine penale del Tribunale vaticano e una amministrativa della segreteria di Stato. Controlli, interrogatori. Possibile che «Vatileaks» prosegua? La convinzione in Vaticano è che le lettere riservate fossero già uscite da mesi, a conferma di quanto si pensava: un «dossier» è filtrato all'esterno prima che uscissero in gennaio le lettere riservate dell'arcivescovo Carlo Maria Viganò.

Quando il Vaticano ha chiuso boccaporti era già tardi. Oltretevere c'è irritazione, «ma che ci fossero documenti in giro, purtroppo, non sorprende». Quanto ai contenuti - a cominciare dalla lettera di Dino Boffo a monsignor Georg Gänswein, con relative accuse al direttore dell'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian - i diretti interessati mantengono il silenzio.

Oltretevere non si commenta, però si fa notare che le stesse accuse rimbalzavano all'epoca sui giornali e che la Santa Sede le aveva già smentite («Non hanno alcun fondamento») il 9 febbraio 2010, con una nota molto dura «approvata dal Papa stesso». Il fax di Boffo a Gänswein è del 6 gennaio 2010. Pochi mesi prima il Giornale, scrivendo che Boffo patteggiò un'accusa di molestie (516 euro di ammenda), aveva pubblicato una velina falsa che calunniava l'allora direttore di Avvenire.

Al segretario del Papa, Boffo scrive che fu Vian a consegnare il documento falso al Giornale, «forse» per «interpretare la mens del suo superiore», il cardinale Bertone. Del fax di Boffo non si sapeva, però accuse simili circolavano. Tanto che il 9 febbraio 2010 una nota della segreteria di Stato, a proposito delle «ricostruzioni» che sui media coinvolgevano Vian e «insinuano responsabilità addirittura del segretario di Stato», respingeva tutto come «falso» aggiungendo: «Appare chiaro che tutto si basa su convinzioni non fondate, con l'intento di attribuire al direttore dell'Osservatore, in modo gratuito e calunnioso, un'azione immotivata, irragionevole e malvagia. Ciò sta dando luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Pontefice».

E ancora: «Benedetto XVI deplora questi attacchi ingiusti e ingiuriosi» e «rinnova piena fiducia ai suoi collaboratori». Lo si fece stampare sull'Osservatore con una premessa: «Il Santo Padre ha approvato e ne ha ordinato la pubblicazione». Bertone e Vian sono rimasti al loro posto, Boffo è stato nominato direttore di «Tv2000», emittente Cei.

 

CARLO MARIA VIGANO jpegGianluigi Nuzzi cover Sua SantitàGIOVANNI MARIA VIAN Georg GansweinTARCISIO BERTONEDINO BOFFO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...