COME DAGOANTICIPATO, IL VATICANO HA ROTTAMATO SUBITO LETTA E ORA APRE A RENZI - ANCHE IL SEGRETARIO DI STATO HA UNA PAROLIN BUONA PER L’EX BOY SCOUT: “SPERIAMO, CON L’AIUTO DI DIO, POSSA REALIZZARE IL PROGRAMMA”. AMEN

Maria Antonietta Calabrò in "Corriere della Sera"

«Il nostro auspicio è che possa realizzare il programma, mi sembra sia un programma molto impegnativo ma spero che con l'aiuto di Dio ci riesca». Il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin lascia l'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede al termine della tradizionale cerimonia celebrativa dei Patti Lateranensi, visibilmente disteso e fiducioso «nonostante i problemi, che ci sono». Per Parolin è il primo bilaterale Italia-Vaticano, dopo la nomina a capo della diplomazia di papa Francesco.

A Palazzo Borromeo - dove ha incontrato le più alte autorità italiane a cominciare dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dai presidenti di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini, e il presidente del Consiglio dimissionario, Enrico Letta - il segretario di Stato ha lo sguardo rivolto al futuro e dà un incoraggiamento per l'esecutivo nascente del premier incaricato Matteo Renzi. Tutto avviene però in modo diverso rispetto alle liturgie del passato. Non c'è proprio nessuna aura di incenso e di benedizione, si respira semmai un'atmosfera da apertura di credito.

«Siamo contenti - ha spiegato Parolin - abbiamo parlato soprattutto del Paese, dei suoi problemi e delle sue molte potenzialità. Il tessuto Italia tiene, ci sono famiglie e giovani che danno un contributo fondamentale allo sviluppo e al futuro del Paese». Quindi lei è ottimista? «Il cristiano deve essere sempre ottimista. Naturalmente ci sono delle difficoltà, ma c'è anche solidità che dà speranza».

Quanto agli impegni del futuro governo, ha sottolineato, «abbiamo parlato dell'importanza di dare un sostegno alla famiglia e al lavoro». Il ricevimento quest'anno - era il primo vertice a Palazzo Borromeo del pontificato di Bergoglio - è stato un po' sottotono rispetto agli anni precedenti, con l'Italia che si è presentata con un governo a fine corsa. Per questo, nel bilaterale tra le due delegazioni, non si sono affrontate pratiche da risolvere, né questioni particolarmente specifiche del rapporto Stato-Chiesa.

A Enrico Letta, accompagnato dai ministri Alfano, Bonino e Patroni Griffi, la delegazione ecclesiastica (con Parolin sedevano, per il Vaticano, il sostituto Angelo Becciu e il «ministro» degli esteri Dominique Mamberti e, per la Conferenza episcopale italiana, il presidente Angelo Bagnasco e il neosegretario Nunzio Galantino) non ha mancato di esprimere apprezzamento per il lavoro svolto, mettendo poi l'accento sui temi più urgenti per la Chiesa: appunto, «famiglia e lavoro».

Il presidente Napolitano si trattiene a lungo in ambasciata, resta oltre un'ora. E nei colloqui avrebbe sottolineato quella che considera una necessità: che anche nei discorsi programmatici del futuro premier e dei rappresentanti del nuovo governo venga sottolineata l'importanza del rapporto e della collaborazione tra Stato e Chiesa.

All'uscita a chi gli chiede commenti sulla situazione si limita a rispondere: «Ho troppe cose per la testa». Anche Letta resta a lungo. Ma i giochi in questo momento si stanno facendo altrove: lo stesso Renzi, pur invitato al ricevimento come segretario del Pd, non si presenta. Naturalmente è impegnato dalle consultazioni per il nuovo esecutivo. Ma non presenziare è stato comunque un atto di cortesia istituzionale nei confronti del premier uscente, Letta.

Da Oltretevere, comunque, dove pure l'Osservatore Romano aveva manifestato perplessità sulle modalità della «staffetta» di governo, si guarda ormai con toni di apertura ai risultati che potrà portare la futura esperienza di governo del premier incaricato. Ieri sera insomma è apparso chiaro che Renzi, pur come scommessa sul futuro, ha messo a segno un punto, nonostante l'assenza. E se è noto il desiderio di papa Francesco di tenere la Santa Sede lontano dalle beghe della politica italiana, si guarda comunque con curiosità e interesse al cambiamento imposto da Renzi.

 

monsignor parolin e john kerry matteo renzi x Papa Francesco con coppa e maglietta del San Lorenzo PAROLINnapolitano renzi PIERO GRASSO SENATO LAURA BOLDRINI E LUCIANA LITTIZZETTO NEL BACKSTAGE DI CHE TEMPO CHE FA letta Bagnasco Angelo monsignor parolin arriva al suo primo incontro bilaterale italia vaticano

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...