Luca De Carolis per il “Fatto Quotidiano”
Nero su bianco, sono 130 firme celebri per un'unica candidata.
Forse la prescelta da Giuliano Pisapia, se da sindaco non si trasformerà in arbitro silente. Ma di fatto suonano come un no: a quel Giuseppe Sala che nella sua storia di rosso ha poco e niente (e men che meno di arancione, il colore della lista Pisapia). E soprattutto a quel partito della Nazione che potrebbe sostenerlo nelle urne e forse attecchire sotto il Duomo. Eppure il favorito pare lui, il manager dell' Expo, grazie proprio alla sinistra che è pronta a farsi del male.
Variabili a margine di un appello, quello per Francesca Balzani, vicesindaco di Milano, in corsa per le primarie cittadine del 7 febbraio. Dicono che sia lei il nome scelto da Pisapia per succederle, dopo i ripetuti no a Matteo Renzi che ha fatto di tutto per ricandidarlo. Il sindaco uscente però non si è ancora esposto. E chissà se lo farà dopo il 12 gennaio, la data per la formalizzazione delle candidature.
Si sono esposti invece i firmatari della lettera pubblica per la 49enne dem, in cui figurano i parlamentari "malpancisti" del Pd Franco Monaco e Massimo Mucchetti, avvocati come Cesare Rimini e Mario Fezzi, giuristi come Valerio Onida e Gherardo Colombo, l' architetto Stefano Boeri, l'economista Francesco Giavazzi, il sociologo Nando Dalla Chiesa.
"La candidatura di Francesca Balzani - assicurano - è la prosecuzione del buon governo dell' amministrazione Pisapia e la promessa di una pagina nuova per Milano". Poi però si passa ai nodi politici. Sono firme contro il Renzi che vuole il partito della Nazione? Il giornalista Gad Lerner, uno dei promotori: "La lettera non vuole dividere il Pd tra renziani e non, ma unire tutta la sinistra, come invocava la lettera dei sindaci di Pisapia, Doria e Zedda. Altre candidature possono lacerare".
Insomma per tenere dentro Sel, il partito del sindaco uscente, bisogna battere Sala. Mica semplice, visto che in campo c' è anche l' assessore Pierfrancesco Majorino, che la sua candidatura l'ha lanciata in estate. Dem di sinistra, proprio come la Balzani. "Io non sto nè con Sala nè con i salotti" ha sibilato ieri.
E Lerner non ha gradito: "Balzani è sostenuta da una larga parte della sinistra sindacale e di movimento, la definizione di Majorino è forzata". Entrambi però attingono allo stesso bacino di voti. Ergo, possono eliminarsi a vicenda. Il giornalista ammette: "Può essere un problema, ma la candidatura di Francesca crescerà: la sostengono tutti i candidati alle primarie del 2010, Boeri, Onida e Pisapia".
Il sindaco ha solo detto che è "molto soddisfatto" dalle candidature… "è ipocrita chiedergli di essere neutrale, penso che attenda il 12 per esprimersi". La certezza è che la partita è molto nazionale. Lo conferma Franco Monaco: "La Balzani va sostenuta perché va portato avanti un progetto di sinistra inclusiva, alternativo a quello di Sala". E Massimo Mucchetti: "Va proseguita l' esperienza di una sinistra che ha saputo governare. Ma chiunque vinca andrà sostenuto alle elezioni".
Non la pensa così Sel, per ora divisa: un consigliere comunale ciascuno per Balzani e Majorino, due assessori con Sala. "Aspetteremo il 12 per decidere" spiega il coordinatore nazionale Nicola Fratoianni. I vendoliani non vogliono Sala. Se rimanessero in campo sia Balzani che Majorino, potrebbero anche restare a guardare. A conti fatti, il Pd pro Balzani come Sel tifano perché Majorino si ritiri. Lui prima precisa: "Nulla di offensivo nella battuta dei salotti, volevo solo dire che dobbiamo cercare oltre i soliti circuiti".
Poi rivendica: "In tanti premono perché io mi faccia da parte, ma io non sono affatto solo: voglio pescare in tutto il centrosinistra. E questo non è un congresso". Dal giro della Balzani sussurrano che lei è complementare al nome renziano: "Potrei ribaltare l' accusa, mi sono presentato molto prima di lei". Ma se Pisapia si schierasse per il vicesindaco la partita cambierebbe? "Non mi pare che voglia farlo, e comunque io non lo tiro per la giacchetta".