IL BLUFF DI RENZI SULLA BAD BANK - PIAZZA AFFARI NON E' QUELLA DI RIGNANO SULL'ARNO O DI AREZZO E LA MANOVRA PER ALLEGGERIRE I BILANCI DELLE BANCHE DALLA ZAVORRA DELLE SOFFERENZE (SOLO QUELLE MENO RISCHIOSE, IL 20 PER CENTO DI 200 MILIARDI) SI RIVELA UN CLAMOROSO FLOP

Tutto verrà regolato dal mercato e lo Stato si limiterà a vendere un'assicurazione alle banche che decideranno di impacchettare (cartolarizzare ovvero trasformare in titoli finanziari) le sole sofferenze meno rischiose - La discarica pubblica dei 201 miliardi di euro di crediti in perdita degli istituti dunque non è stata approvata dall' Europa… -

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Francesco De Dominicis per “Libero Quotidiano”

 

CREDITI DETERIORATI CREDITI DETERIORATI

Visto che si tratta di un' operazione di mercato, è il mercato stesso a dover emettere il verdetto finale. A giudicare dalle prime due verifiche in Borsa - ieri e mercoledì - la manovra del governo di Matteo Renzi per alleggerire i bilanci delle banche italiane dalla zavorra dei prestiti non rimborsati si sta rivelando un clamoroso flop.

 

O, meglio, sta venendo a galla la realtà, quella di una bad bank fantasma. Analisti e investitori si sono accorti che sulle sofferenze è stato varato un mini intervento, un meccanismo assai semplice e nettamente diverso dal progetto iniziale messo a punto dal Tesoro, promesso per oltre un anno e tuttavia bocciato in cinque ore di confronto dai burocrati dell' Unione europea.

 

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

Tutto verrà regolato dal mercato e lo Stato si limiterà a vendere un' assicurazione alle banche che decideranno di impacchettare (cartolarizzare ovvero trasformare in titoli finanziari) le sole sofferenze meno rischiose. La discarica pubblica dei 201 miliardi di euro di crediti in perdita degli istituti dunque non è stata approvata dall' Europa (che, con la scusa degli aiuti di Stato illegittimi, ha rispettato il veto della Germania sui sostegni alle banche della Penisola). E il vertice di martedì sera a Bruxelles tra il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, e il capo dell' Antitrust Ue, Margrethe Vestager, ha rappresentato una doccia fredda proprio per il mercato.

 

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Una delusione che sui listini si è sentita, eccome: ieri i titoli bancari hanno chiuso un' altra seduta con segni negativi, dopo quella di mercoledì. Piazza Affari (maglia nera in Europa con Francoforte giù del 2,44% trascinata da Deutsche Bank che chiude il 2015 con perdite da 6,8 miliardi) ha archiviato le contrattazioni con uno scivolone del 3,50%.

 

Ma l' indice bancario ha accusato un crollo del 5,74% con una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso. Bpm è stata la maglia nera con un calo di quasi il 10%; i ribassi hanno sfiorato l' 8% per Mps e Bper, Unicredit ha ceduto il 6,50%, Ubibanca il 5,85% e Intesa il 5%. Scivolone del 5% anche per Carige. Una giornata di passione nonostante il prezzo del petrolio abbia fatto un balzo del 7% sopra i 33 dollari al barile (lo scatto è dovuto alla disponibilità della Russia a partecipare a un tavolo con l' Opec per discutere un taglio della produzione, anche se l' Arabia Saudita ha smentito).

 

CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

Il punto, tornando ai disastri del governo Renzi, è questo. L' accordo tra Roma e Bruxelles sulle sofferenze è acqua fresca per i grandi gruppi, mentre può avere effetti positivi, secondo alcuni trader, sia per le banche piccole sia per intermediari specializzati nel recupero crediti.

 

Colossi come Intesa e Unicredit hanno già meccanismi di cartolarizzazione analoghi a quelli promossi dal Tesoro: ne consegue che i vantaggi, per i big, sono inesistenti. Altro discorso per le casse di risparmio, le banche di credito cooperativo, le mini popolari e le non quotate, che guardano con interesse alla polizza offerta dallo Stato a prezzi di mercato. Veneto Banca e PopVicenza, a esempio, potrebbero essere interessate.

 

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Ma quanta massa potrà finire in questo mercato, sui 201 miliardi complessivi di rate non pagate? Gli esercizi degli analisti, in realtà, riguardano un perimetro più esteso e cioè i 350 miliardi di tutti i crediti deteriorati (oltre alle sofferenze, dentro ci sono anche gli incagli, che hanno un grado di rischio più contenuto).

 

Di questi 350 miliardi, appena 5-10 miliardi verrebbero sbloccati dall' intervento del governo e potrebbero portare la giostra dei cosiddetti non performing loan, nel 2016, a una ventina di miliardi in tutto. Briciole, complessivamente. Non poco, invece, se la faccenda viene osservata dalla visuale delle società specializzate in npl.

 

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«È un buon inizio anche se non è esattamente quello che ci aspettavamo» conferma Vincenzo Macaione, ceo di Primus Partners, una delle più vivaci banche d'affari nel campo delle cartolarizzazioni e delle «sofferenze», secondo operatore italiano. Duro il giudizio delle agenzia di rating: «La capacità del meccanismo di migliorare in modo significativo la qualità degli asset del settore bancario italiano sia limitata» si legge in un report di Fitch. Come dire: ci avete preso in giro. Oggi altro test in Borsa.

RECUPERO CREDITI RECUPERO CREDITI

 

 

 

 

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