BOBO E LE FEMMINE – UN’ALTRA DONNA INGUAIA MARONI: PRIMA DI MOLLARE LA REGIONE LOMBARDIA AVEVA NOMINATO A CAPO DELLA COMUNICAZIONE PATRIZIA CARRARINI, GRANDE AMICA DI ISABELLA VOTINO – E LE AVEVA ANCHE ASSEGNATO UNA “BORSA” DA 20 MILIONI – IL “MITE” SUCCESSORE ATTILIO FONTANA S’E’ INCAZZATO ED HA BLOCCATO IL CONTRATTO
Paolo Colonnello per La Stampa
ROBERTO MARONI ATTILIO FONTANA
Il «dispettuccio» era nell' aria da tempo e a parlarne nell' aula del Consiglio regionale della Lombardia alla fine è stato un grillino, Dario Violi, in un' interrogazione piombata come un macigno in uno stagno il 2 maggio scorso. Oggetto: «Indizione gara per l' affidamento del servizio di comunicazione in favore degli enti e delle amministrazioni aventi sede nel territorio della Lombardia».
Dietro il burocratese, ecco la notizia, questa: l' ex governatore Roberto Maroni, prima di andarsene, ha voluto, con un bando, far nominare il nuovo capo della Comunicazione in Regione, una fedelissima: Patrizia Carrarini, grande amica dell' ex portavoce Isabella Votino.
Nomina assai imbarazzante per la nuova giunta di Attilio Fontana, vista la sensibilità «politica» di un ruolo del genere. È come se il vecchio Bobo, ex delfino di Bossi e riottoso ex governatore lumbard di Salvini, avesse piazzato un campo minato attorno all' immagine del nuovo presidente, infischiandosene del fair play dovuto alla pratica dello spoil system» e bloccando una bella cifretta destinata al «piano triennale della comunicazione», fino al 2020: 20 milioni di euro.
Così, due giorni dopo, il 4 maggio, è partita una lettera dalla presidenza, firmata dall' avvocato Giacomo Ciriello, indirizzata al direttore generale della stessa nonché al direttore generale di Arca, la società interamente partecipata dalla Regione che si occupa dell' ottimizzazione degli appalti: «Caro direttore, caro Luciano La nuova Giunta intende avviare un approfondimento sulle politiche, le attività e gli strumenti della comunicazione istituzionale».
D' altronde la nomina della Carrarini è stata fatta tra fine dicembre e i primi di marzo, quando cioè Maroni sapeva già che non si sarebbe ricandidato e prima che all' ultimo piano di palazzo Lombardia, s' insediasse il mite (ma non fesso) avvocato di Varese, Fontana. Il quale accortosi dello scherzetto del predecessore, ha ordinato che partisse la lettera con cui viene chiesto all' Arca Spa di sospendere il bando; formalmente per un «approfondimento», in realtà per rivedere gli incarichi che, come di prammatica, spettano al nuovo governatore della Lombardia e non al vecchio.
Infatti, nella lettera, in risposta alla domanda del grillino Violi che si chiedeva se la nuova Giunta ritenesse adeguato il valore complessivo dell' appalto di 20 milioni, si spiega che anche i fabbisogni finanziari, «saranno sensibilmente ridotti allo scopo di integrare le disponibilità a favore delle politiche sociali». Ovvero: meno effetti speciali e più aiuti concreti alla gente. Prosegue infatti la missiva: «Dalle indicazioni emerse in queste prime settimane, la nuova Giunta regionale punterà a una comunicazione diretta con i cittadini, le famiglie e le imprese Utilizzando i social network...».
La lettera si conclude con l' invito a sospendere «le procedure di gara in corso afferenti alla comunicazione». Per un controllo più approfondito e sicuro visto che dalle parti dei 5 Stelle si vocifera che alcuni bandi di gara sarebbero stati cuciti apposta per alcune società «vicine» al vecchio cerchio magico maroniano.