BUIO FITTO IN FARSA ITALIA - DOPO LA SCOPPOLA IL RAS PUGLIESE ALLA CARICA PER PRENDERSI IL PARTITO, IL CAV FURIBONDO - VERDINI IN PRESSING: “SUL NAZARENO BISOGNA PRENDERE UNA DECISIONE DEFINITIVA” - E GASPARRI ARCHIVIA SILVIO: SE NON PUÒ CANDIDARSI, PRIMARIE PER SCEGLIERE IL LEADER

1. DOPO LA DÉBÂCLE FORZA ITALIA IN RIVOLTA CONTRO BERLUSCONI

Ugo Magri per “la Stampa

 

silvio berlusconi occhiali da sole michaela biancofiore  silvio berlusconi occhiali da sole michaela biancofiore

Quando finisce, finisce. Crollò l’Impero romano, più di recente la Dc. Ora tocca a Berlusconi, pure per lui suona la campana. Lo pensano ma, per la prima volta, glielo gridano pubblicamente in faccia i suoi. Basta con i capricci, con le prese in giro, con i figli e figliastri. Basta con una politica dettata dagli interessi personali e aziendali... Perfino chi difende il leader usa toni da disfatta. La Gelmini ad esempio: «Evitiamo di beccarci come i polli di Renzo, così non andiamo lontano. O combattiamo tutti insieme oppure non abbiamo un futuro».

 

E che futuro vuoi avere, quando in Emilia raccogli l’8 per cento dei pochi che sono andati a votare? Se in Calabria superi di poco Ncd? «Abbiamo fallito, ammettiamolo», getta la spugna il senatore forzista Aracri. Tra i critici si segnala addirittura il «Mattinale», house organ del partito. L’unico che all’indomani della batosta mostra ancora di credere in Forza Italia è, paradossalmente, il più feroce col Cavaliere, la sua bestia nera, cioè Fitto.

 

MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO RAFFAELE FITTO MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO RAFFAELE FITTO

Lui pensa che la colpa sia tutta del Capo, il quale ama circondarsi di giullari e ballerine («la corte dei miracoli», secondo la definizione spiritosa di Minzolini); cacciati i quali, e sostituiti con chi abbia un briciolo di sale in zucca, Forza Italia potrà tornare agli antichi splendori... «Mi pare il minimo azzerare tutte le nomine», detta alle agenzie di stampa l’ex ministro, «bisogna superare il meccanismo antistorico delle cooptazioni, basta con i gruppi autoreferenziali, tutti debbono essere eletti democraticamente, mi auguro che nessuno si azzardi a minimizzare».
 

Fitto si sente preso per i fondelli. Quindici giorni fa, per levarselo di torno, Silvio gli aveva promesso: «Rifonderemo il partito insieme. Ci vedremo la settimana prossima e passeremo all’azione». L’incontro è saltato a causa dell’uveite. Gli amici di Fitto insinuano che la malattia sia tutta una montatura. Nel cosiddetto «cerchio magico» si indignano, «Fitto deve vergognarsi!». Berlusconi è letteralmente furibondo. «Gli ho dato un dito e quello mi vuole prendere la mano», cioè l’intero partito, ringhia.

denis verdinidenis verdini

 

Ha autorizzato il suo medico personale, Zangrillo, a twittare che Fitto andrebbe messo alla porta. Considera le critiche del ras pugliese peggio di una stilettata: «In un momento come questo non può dire certe cose. Nelle due regioni non è andata bene, è vero, ma solo perché mi viene impedito di far campagna, non ho l’agibilità politica piena. Per andare a Bologna e in Calabria avrei dovuto chiedere l’autorizzazione ai giudici, mi avrebbero costretto a rientrare entro le 23, nemmeno il tempo di firmare due autografi...».

 

Dunque ha rinunciato alla battaglia, astenendosi perfino dai collegamenti telefonici, laddove Salvini lui sì che si è battuto con l’energia dei giovanotti, è andato nei campi rom, si è fatto inseguire dai centri sociali, ha indossato la felpa con su scritto Emilia-Romagna, ha cantato con Raul Casadei...
 

MAURIZIO GASPARRIMAURIZIO GASPARRI

Ci sono quaranta e passa anni di differenza, che si notano eccome. Berlusconi non ha voglia, quel che è peggio non ne trasmette più. Cambia linea ogni due per tre sul partito, sull’opposizione, su Renzi. Ai limiti della tolleranza umana è arrivata una roccia come Verdini: «Se vuoi continuare col Nazareno, continua; se invece vuoi rompere, rompi. Purché tu ti decida, presidente, perché le mezze misure non funzionano, in questo modo ci facciamo solo del male».

 

Chissà se stasera, alla presentazione del libro di Vespa, Berlusconi farà chiarezza su ciò che vuole essere, su dove intende andare. E soprattutto che cosa risponderà a Salvini quando tra breve (questo risulta dalle parti di Arcore) il leader della Lega gli dirà: «Restiamo alleati, okay, ma d’ora in avanti caro Silvio a comandare sarò io e tu mi obbedirai...».

 

 

2. GASPARRI: SE SILVIO NON PUÒ CANDIDARSI SERVE UN ALTRO LEADER

Carmelo Lopapa per “la Repubblica

 

«Prima le aperture agli immigrati, poi alle coppie di fatto, e questo e quell’altro, alla fine il nostro elettore resta spiazzato, ecco, si demotiva. Abbiamo sbagliato qualcosa, ammettiamolo. Io a lui l’ho detto, eh, anche in privato».

Il prof Alberto Zangrillo e Paolo BonaiutiIl prof Alberto Zangrillo e Paolo Bonaiuti

 

Ma Berlusconi niente, ha dato più retta alla Pascale.

«Non voglio certo entrare in polemica con Francesca. Berlusconi lo dice, del resto, che la famiglia è in cima ai suoi pensieri. Poi però l’apertura ai diritti civili, che poi...che vuol dire? Tutti siamo per i diritti civili».

E ora? Da questo tunnel come ne uscite?

«Con una nuova coalizione».

 

Guidata da chi?

«Da Berlusconi, se riacquisisce l’agibilità politica. Noi ci batteremo perché, in Italia o in Europa, gli venga riconosciuta, perché è innocente ed è giusto. È lui il leader».

Ma se questo non dovesse avvenire?

«Se malauguratamente Berlusconi non potesse guidarci, allora si potrebbe ricorrere alle

primarie».

Maria Stella Gelmini Maria Stella Gelmini

Come dice Fitto da tempo. Il capo non sembra disposto.

«Sono un fiume carsico che compare e poi riaffiora. La verità è che Forza Italia non deve aver paura di consultare l’elettorato di centrodestra ».

 

Rischiate di ritrovarvi Salvini leader, lo sa, vero?

«Sarebbe un gran regalo a Renzi. Ma non accadrà, se ci presenteremo con un candidato unico. Certo, se poi arriviamo con tre-quattro aspiranti leader, è chiaro che renderemmo la vita facile al leghista».

Chi sarà il leader post Berlusconi?

«Eh, non mi faccia il trabocchetto. Io certamente no».

 

Non pensa che il vostro problema sia l’esaurimento dell’appeal elettorale di Berlusconi?

«Ma no, questa volta è andata così perché lui non era in partita. Certo, il tempo è passato, passa per tutti, ma possiamo riprenderci. In Calabria se si sommano le nostre due liste abbiamo il 21 per cento».

Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse

Ci sarà una nuova scissione?

«Fitto così rischia di chiamarsi fuori. Ma farebbe male. Non voglio crederci, le scissioni non portano da nessuna parte. Anzi, bisogna stringere un accordo con l’Ncd, quello è il futuro».

 

Le piace la «primavera azzurra» a colpi di casting stile Villa Gernetto?

«Sono contrario all’immobilismo, ma anche all’improvvisazione. Quei ragazzi in parte li conosco, stanno maturando, ma le immissioni vanno fatte gradatamente. Berlusconi è stato un grande innovatore, ha avuto giovanissime ministre Gelmini, Carfagna, Meloni, poi però le redini e i contatti le teneva il saggio Gianni Letta».

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)