isis entra a raqqa nel gennaio 2014
1. PAURA ISIS, LA UE SI BLINDA "PRONTI NUOVI ATTACCHI" È SUPER ALLERTA A ROMA
Gianluca Di Feo per ''La Repubblica''
La frantumazione dello Stato islamico, con le due capitali di Raqqa e Mosul prossime alla caduta, non è una buona notizia per l' intelligence europea.
C' è la convinzione che l' Isis tenterà il colpo di coda, cercando presto di attaccare l' Unione. Ogni episodio, come l' aggressione all' aeroporto di Parigi, viene analizzato per ricostruire qualunque possibile contatto con la ragnatela radicale che comunica sul web o si affida a predicatori itineranti.
L' allerta è massima. Un allarme che riguarda anche l' Italia e spinge a potenziare le misure di sicurezza in vista delle celebrazioni del Trattato di Roma, che nel prossimo weekend raduneranno nella capitale i capi di Stato della Ue.
Dalla scorsa estate le partenze di volontari della jihad verso il Medio Oriente si sono sostanzialmente fermate: la frontiera turca è stata chiusa, i viaggi sono diventati impossibili. E' la stessa propaganda del Califfato a invitare i suoi accoliti a non partire: «Bisogna seminare la morte in Occidente, dovete ucciderli lì dove vi trovate», ripetono gli appelli rilanciati su Internet.
Invece aumentano le segnalazioni sui reduci che dall' Iraq e dalla Siria cercano di tornare in Europa, muovendosi soprattutto lungo i percorsi balcanici dove possono contare su appoggi vecchi e nuovi. Si sentono emuli della Hijram, la sacra migrazione che nel 622 portò Maometto dalla Mecca a Medina, permettendogli di sfuggire ai nemici e rimettere in sesto il suo gruppo.
zied b il terrorista dell aeroporto di parigi
Sono combattenti che non si sentono sconfitti e credono in una missione di fede senza scadenze: uomini addestrati da mesi di guerra e pronti a tutto.
Non sono soltanto loro a fare paura. Alla ritirata dell' Isis si accompagna una nuova vitalità di Al Qaeda, mai scomparsa seppur afflitta negli scorsi anni da un calo di visibilità e di reclute. Con i soldati iracheni alle porte della moschea dove nel luglio del 2014 Abu Bakr Al Baghdadi proclamò la nascita del Califfato, oggi i militanti dell' organizzazione di Osama Bin Laden trovano più seguaci e si dimostrano sempre più attivi, sui campi di battaglia della Siria e della Libia, ma anche nelle cellule rimaste nascoste in Europa.
In questo contesto, l' Italia non è immune dai pericoli. Anzi, i vertici della sicurezza nazionale restano convinti che il terrorismo jihadista colpirà anche da noi. Non è fatalismo, ma l' analisi dei segnali aggiornata continuamente e che mostra aspiranti kamikaze privi di armi ma capaci di usare qualunque strumento per cercare di uccidere: un coltello, un auto, un camion.
Una minaccia che si cerca di contrastare ogni giorno. Ci sono ottomila soldati a presidiare piazze e monumenti; agli agenti è stato chiesto di girare sempre armati, anche quando sono fuori servizio. Misure che nascono dall' esperienza degli attacchi condotti sulle strade in Francia, in Germania, in Belgio. Soprattutto viene rafforzata l' attività di controllo sul territorio, a qualunque ora: quella vigilanza che ha permesso di individuare Anis Amri, il killer di Berlino bloccato durante un pattugliamento di routine a Sesto San Giovanni dopo avere attraversato indisturbato quattro paesi.
La preoccupazione non riguarda solo il rischio di attentati: le valutazioni dell' intelligence tengono conto pure del clima politico di questi mesi.
Perché gli assalti dell' ultimo anno - che fossero opera di squadre organizzate o di lupi solitari - avevano un obiettivo politico: scatenare la reazione contro gli immigrati, spingendo così le comunità musulmane a radicalizzarsi.
In Francia nonostante le stragi di Parigi e Nizza questo non è accaduto e anche le autorità tedesche sono riuscite a contenere la xenofobia dopo il massacro del mercatino di Natale: non c' è stata la caccia allo straniero. E' vero, in quelle nazioni la prova più importante saranno le prossime elezioni, al momento però i kamikaze hanno mancato il bersaglio più importante: davanti agli attacchi, l' Europa non ha rinunciato ai suoi valori democratici e non ha tradito i principi di solidarietà.
Ma se dovessero colpire da noi, come reagiremmo?
2. LA CAPITALE CHIUDE IL CENTRO: ZONA BLU OFF LIMITS
Mauro Favale per ''la Repubblica''
In omaggio ai colori della bandiera Ue l' hanno ribattezzata "blue zone". In realtà sarà una zona "rossa" inavvicinabile per tutti a eccezione delle delegazioni dei 40 capi di Stato e di governo che arriveranno a Roma sabato prossimo, 25 marzo.
Nella capitale l' allerta è al massimo per il sessantesimo anniversario dei Trattati europei, quelli che nel 1957 videro nascere il primo nucleo della Cee.
Il dispositivo che il neo-questore Guido Marino (si è insediato il primo marzo) sta mettendo a punto prevede l' impiego di almeno 3.000 agenti per strada per gestire una delle giornate che gli investigatori definiscono «tra le più complesse degli ultimi 10 anni»: quattro cortei, due sit-in, 30.000 manifestanti di sinistra e di estrema destra attesi anche da Francia, Grecia e Germania. E, su tutto, l' allarme terrorismo che incombe.
Per questo il centro della città, dalla mezzanotte del 25 sarà off limits per auto e pedoni. Blindata l' area attorno a Quirinale, piazza Venezia e Campidoglio, dove si riuniranno i capi di Stato. Chiusi per un giorno il Colosseo (dove potrebbe esserci una visita degli ospiti alle celebrazioni), il Foro Romano e Palatino e la Domus Aurea. Artificieri e unità cinofile lavoreranno per una capillare bonifica di tutta l' area.
PIAZZA DELLA REPUBBLICA TURISTA 1
Oltre ai tiratori scelti, verranno schierate le Uopi della polizia e le Api del carabinieri, unità di primo intervento addestrate per affrontare minacce di tipo terrorista. E poi, ancora, la prefettura si sta preparando a diramare un' ordinanza specifica, simile a quelle emanate durante i giorni caldi del Giubileo: no fly zone sulla capitale, vietato l' uso di droni (al contrario ci saranno quelli delle forze dell' ordine per un monitoraggio dall' alto), oltre al trasporto di qualsiasi tipo di materiale esplodente.
Già due giorni fa, la questura ha fatto presente ai manifestanti che si apprestano a giungere a Roma che sarà vietato l' uso di caschi, sciarpe e passamontagna durante i cortei. Dei quattro già programmati e autorizzati, il più partecipato dovrebbe essere quello che si riunirà alle 14 a piazza San Paolo. Sotto la sigla "Eurostop" hanno aderito le frange più radicali dell' antagonismo italiano: marceranno verso la Bocca della Verità (al confine con la "zona blu") proponendo una piattaforma "No all' euro, no alla Ue e no alla Nato".