Valeria Pacelli per il "Fatto quotidiano"
Continua a colpi di cifre a sei zeri lo scontro tra i finiani di Futuro e libertà e gli ex colonnelli che invece sono stati accolti tra le braccia dei pidiellini. Cifre delle quali non si conosce la destinazione e due richieste di pagamento da parte dell'Agenzia delle Entrate. Sono queste le ultime novità all'indomani dell'apertura dell'indagine della procura capitolina, dopo l'esposto presentato del deputato Fli Antonio Buonfiglio insieme all'onorevole Enzo Raisi.
cam14 larussa finiMa procediamo con ordine, partendo proprio dalle cifre che destano qualche sospetto. Perché a guardare la lista dei soldi ricevuti dai rimborsi elettori, i conti sembrano non tornare. Ci sarebbero infatti altri 24 milioni di euro sui quali i finiani vogliono dei chiarimenti. Vogliono capire insomma dove sia finito tutto quel denaro ricevuto come contributo da parte dello Stato, e di conseguenza versato dai cittadini che pagano le campagne elettorali.
MAURIZIO GASPARRIInfatti dal 2006 al 2011, il partito che nacque dalle schiere dell'Msi, ha ricevuto come rimborsi elettorali una bella cifra che ammonta a circa 116 milioni di euro. Ma a questo punto bisogna fare due calcoli. Ai 116 milioni ricevuti per i cinque anni di legislatura, bisogna sottrarne 55 che furono trasferiti, insieme a tre immobili, a una Audi, e a due società immobiliari (l'Italimmobili srl e l'Immobiliare Nuova Mancini srl), nelle casse della fondazione An che si costituì il 21 novembre 2011.
Poi ci sono altri 26 milioni di euro, già finiti al vaglio degli inquirenti e sui quali sta indagando il nucleo tributario della guardia di finanza, e che sarebbero misteriosamente scomparsi in soli due anni, dal 2009 al 2011, dalle casse dell'associazione Alleanza Nazionale. E ancora: ci sono 11 milioni, che come ha riportato Il Secolo D'Italia, sarebbero in liquidazione. Quindi, se la matematica non è un'opinione, i conti non tornano. Perché per arrivare al totale dei rimborsi elettorali ricevuti, mancano altri 24 milioni di euro, di cui non hanno conoscenza gli ex iscritti al partito, duellanti con i filoberlusconiani.
Enzo RaisiMa c'è un'altra sventura che ha colpito la fondazione. Perché a inizio febbraio scorso, in pieno clima di rigore contro l'evasione fiscale, è arrivata una bella stangata dell'Agenzia delle Entrate. La fondazione ha ricevuto dei conferimenti dal partito per un valore di trenta milioni di euro tramite un atto di conferimento siglato il 14 dicembre 2011. Un atto che sarebbe stato sottoposto a imposta di registro in misura fissa, cioè 168,00 euro, ritenendo in questo caso di applicare le norme agevolative riservate alle fondazioni e alle onlus.
ATTILIO BEFERAE ciò, nonostante la fondazione An non avesse ancora ottenuto il riconoscimento giuridico. Per questo sono arrivate due cartelle esattoriale, per un valore totale di 6,6 milioni di euro. Insomma: c'è una multa da pagare. A far emergere la circostanza sempre il deputato e avvocato Antonio Buonfiglio che in una comunicazione alla fondazione An e ai commissari liquidatori ha sottolineato che "la normativa fiscale impone che, in assenza di un preventivo riconoscimento, il patrimonio destinato sia assoggettato a una tassazione del 10% in luogo di un'imposta fissa di euro 168,00".
AGENZIA DELLE ENTRATEInsomma, potrebbe continuare ancora per molto lo scontro tra coloro che fino a pochi mesi fa militavano tra i banchi di un unico partito. Ora si trovano gli uni di fronte agli altri, senza che nessuno faccia un passo indietro, anzi. E l'unica cosa che sembra non tornare sono proprio quei denari degli italiani.