1 - VIDEO - RENZI REPLICA A CAMUSSO: «AVETE DIFESO LE IDEOLOGIE, NON LE PERSONE»
2 - L’AFFONDO DI RENZI RICREA L’ASSE CAMUSSO-LANDINI
Roberto Mania per “la Repubblica”
videomessaggio di renzi contro la camusso e i sindacati 8
«Dove eravamo noi? Eravamo a contrastare quelle leggi che in questi ultimi quindici anni hanno costruito l’apartheid nel mercato del lavoro, che hanno destrutturato e svalorizzato il lavoro. Ecco dove eravamo. E quelle leggi non le abbiamo fatte noi», dice Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. Lo dice al premier Renzi alla fine di una giornata che ha visto deflagrare lo scontro diretto tra il presidente del Consiglio e la Cgil, il sindacato della sinistra.
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Ora la Cgil si prepara a una lunga mobilitazione e a guidare l’opposizione sociale al governo Renzi. E appare davvero la riproposizione della sfida degli anni Ottanta tra Margaret Thatcher e i minatori inglesi di Arthur Scargill. Alla fine la proclamazione dello sciopero generale da parte della Cgil sembra quasi scontata. Ma ci vorrà un po’ di tempo perché lo sciopero è sempre l’ultima arma a cui ricorrere tanto più in una fase di recessione come quella attuale. Prima, comunque, bisognerà costruire la rete di alleanze.
Camusso vuole a tutti i costi ritrovare l’unità d’azione con la Cisl e con la Uil. Ha prospettato una manifestazione nazionale entro i primi dieci giorni di ottobre (sabato 11 ottobre), ma è pronta a cambiare data se arriverà l’assenso di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. I tre leader sindacali si vedranno la prossima settimana per decidere.
MAURIZIO LANDINI SUSANNA CAMUSSO
Intanto è già stata fissata la data della manifestazione nazionale a Roma di tutti i lavoratori del pubblico impiego: sarà l’8 novembre contro l’ennesimo blocco dei contratti, contro la riforma Madia della pubblica amministrazione. I dipendenti pubblici sono stati finora lo zoccolo duro dell’elettorato del Pd. In piazza ci andranno anche i leader della minoranza del Partito democratico?
E c’è da domandarsi se oltre a Sel che ha già dato la propria adesione, con la la Fiom di Maurizio Landini ci sarà anche una parte del Pd, in un clamoroso, ma già visto, cortocircuito per cui si è al governo ma anche in piazza a protestare. Ieri la Fiom ha infatti deciso di anticipare la manifestazione a Roma dal 25 ottobre al 18 ottobre mentre nelle fabbriche metalmeccaniche scatteranno le assemblee con gli scioperi. Con le tute blu della Fiom in piazza ci sarà sicuramente Susanna Camusso.
MAURIZIO LANDINI SUSANNA CAMUSSO
Così contro il progetto del governo di superare l’articolo 18 la Cgil e la Fiom di Landini, corteggiato da Renzi, potrebbero ritrovare un’identità comune. Certo la liaison tra il “duro” dei metalmeccanici e il “rottamatore” appare decisamente incrinata. Si sono tatticamente usati, entrambi per indebolire la leadership della Camusso in Cgil, ma ora, con lo strappo sull’articolo 18 (d’altra parte Landini l’aveva “avvertito” il presidente del Consiglio) le strade si dividono.
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In Cgil il video del premier che risponde alla Camusso viene letto come un punto a proprio favore: «Che bisogno aveva Renzi di rispondere alla Camusso? Se l’ha fatto è perché pensa di aver sbagliato ». Lettura ovviamente di parte. Di certo il premier parlava soprattutto alla Cgil. Meno a Cisl e Uil. Che comunque l’hanno presa male.
«Come al solito — ha detto Bonanni — Renzi, per opportunismo politico, mette tutti i sindacati sullo stesso piano, così come confonde il ruolo dei sindacati rispetto al ruolo dei governi nazionali e locali che sono stati diretti responsabili della diffusione del precariato. Noi è dal 2000 che ci occupiamo di estendere le tutele ai precari ». E Angeletti: «Quando non si ha uno straccio di argomentazione convincente si usano solo slogan. Renzi non è la Thatcher ma neanche noi siamo la brutta copia di Scargill. Il premier scenda dalla cattedra per trovare con le parti sociali le soluzioni per il lavoro».
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