immigrati italiani germania migrazione frontiere

IL CARROZZONE DEGLI IMMIGRATI - L'ITALIA RICEVE UN TERZO DEI PROFUGHI RISPETTO ALLA GERMANIA, MA SMALTISCE UN QUARTO DELLE DOMANDE DI ASILO - LE SEDI DELLE COMMISSIONI DECISE IN BASE ALLE COMODITÀ DEI DIRIGENTI, NON AL NUMERO DI MIGRANTI

Claudio Gatti per "Il Sole 24 Ore"

http://gradozeroblog.it

 

 

RENZI ALFANORENZI ALFANO

Come politici, politicanti, cooperative e affaristi di ogni genere siano riusciti a mettere le mani sul business dei migranti è chiaramente emerso dall’inchiesta che la Procura di Roma ha battezzato “Mondo di mezzo”. Ma a complicare la gestione dell’emergenza migranti in Italia c’è anche un altro fenomeno, meno imbarazzante ma altrettanto rilevante, di cui si parla poco.

 

Ci riferiamo alle lungaggini e inefficienze della macchina burocratica che tengono decine di migliaia di persone parcheggiate in campi di accoglienza con il potenziale per diventare vere e proprie polveriere sociali.

 

L’ondata migratoria che anche quest’anno si è abbattuta sull'Italia metterebbe alla prova qualsiasi apparato pubblico del mondo, ma quello italiano sta dimostrando tutte le pecche e falle che ne fanno uno dei più mal ridotti del mondo occidentale.

 

IMMIGRATI GERMANIAIMMIGRATI GERMANIA

Da un’inchiesta del Sole 24 Ore risulta evidente che l’infrastruttura pubblica messa in piedi dallo Stato per smaltire le domande di asilo presentate dai migranti è decisamente meno efficiente di quella di un Paese, la Germania, che nell’ultimo anno e mezzo ha fatto fronte a un numero di migranti 3 volte superiore. Nei primi cinque mesi del 2015, in Germania i 29 “sportelli” dell'Ufficio federale per migranti e rifugiati hanno ricevuto 125.972 nuove pratiche e ne hanno smaltite 93.816. Nel 2014, le nuove richieste erano state 173.072 e quelle smaltite 128.911.

 

proteste contro il cara di mineoproteste contro il cara di mineo

Dall’Ufficio francese della protezione dei rifugiati e apolidi abbiamo invece saputo che nel 2014 sono state presentate in tutto 64.811 domande di asilo e che i suoi 225 funzionari ne hanno smaltite 45.454.

 

Con un terzo dei migranti arrivati in Germania la burocrazia pubblica italiana risulta invece decisamente più lenta. Eppure, per far fronte all'esplosione di sbarchi iniziata in primavera, il 22 agosto dell’anno scorso il Governo aveva approvato un decreto-legge con nuove “disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale”. La due principali disposizioni prevedevano il raddoppio delle commissioni territoriali che gestiscono le richieste di asilo, passate da dieci a venti, e l'aumento delle sotto-commissioni, o “sezioni” territoriali, fino a un massimo di trenta.

intorno al cara di mineointorno al cara di mineo

 

La legge di conversione di quel decreto è stata approvata in Parlamento il 17 ottobre 2014 e il numero di commissioni e sezioni è da allora pressoché raddoppiato - le commissioni sono passate da 10 a 19, e le sezioni da 7 sono diventate 13.

 

Nonostante ciò, dai dati che Il Sole 24 Ore è faticosamente riuscito a ottenere, la capacità di smaltimento nel nostro Paese rimane di quattro volte inferiore a quella della Germania. Nei premi cinque mesi del 2015 risultano infatti essere state smaltite appena 20.142 pratiche (nel 2014 sono state 36.270).

 

IL  CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIAIL CENTRO IMMIGRATI DI MINEO IN SICILIA

Ci è stato impossibile sapere quante nuove pratiche sono state presentate quest'anno perché l'ufficio stampa del Ministero dell'interno ci ha detto di non essere “in possesso dei dati relativi al numero degli sbarcati nel 2015 che hanno presentato domanda”, aggiungendo che “le decisioni prese riguardano principalmente richieste presentate in periodi precedenti”.

 

Il 20 giugno scorso abbiamo invece appreso da Eurostat che nel primo trimestre del 2015 in Italia sono state presentate 15.200 domande d’asilo.

 

Il ministero dell’Interno non ci ha fornito neppure i dati delle pratiche smaltite da ogni singola commissione o sezione (dati che ci risultano essere raccolti da una bancadati su base settimanale e quindi facilmente recuperabili). Il Sole 24 Ore è comunque indipendentemente riuscito a ottenerne una parte, appurando che uno dei motivi della lentezza è il fatto che in città come Brescia, Enna e persino una località strategica come Agrigento (per via di Lampedusa), le nuove strutture istituite dalla legge del 17 ottobre scorso sono entrate in funzione solo a maggio di quest’anno. E hanno quindi finora smaltito pochissime pratiche.

In gita ad Agrigento In gita ad Agrigento

 

A produrre pochi risultati, rimanendo ben sotto le mille pratiche, è stata anche la commissione insediatasi a Palermo. Anche se lì il problema è relativamente meno grave, visto che il numero di migranti ospitati nel capoluogo regionale siciliano è molto più basso che altrove in Sicilia.

 

Quest’ultimo dato solleva però un’altra questione. Quando abbiamo chiesto al Ministero in base a quale criteri è stato deciso di creare una commissione (presieduta da un vice-prefetto vicario a tempo pieno) oppure una semplice sezione (con un vice-prefetto non a tempo pieno e quindi con ritmi di lavoro meno intensi) ci è stato risposto che «la distribuzione sul territorio delle Commissioni territoriali e relative Sezioni è stata valutata in considerazione delle presenze dei richiedenti asilo sul territorio nazionale».

 

Ma allora come si spiega la scelta di Palermo e non Agrigento, visto che il capoluogo regionale ha meno della metà dei migranti della città della valle dei templi? Non si spiega. Quello che si sa però è che la vice-prefetto designata per quel posto, Donatella Ferrera, ha casa a Palermo e non ad Agrigento, ed è molto vicina (anche di casa) a Saverio Romano, l’ex ministro delle politiche agricole originariamente dell'Udc poi passato in Forza Italia, che la volle come vice-capo di gabinetto.

 

RIFUGIATIRIFUGIATI

Che scelte come quella di potenziare una struttura meno carica di lavoro qual è Palermo anziché una ben più provata come Agrigento non siano prive di potenziali conseguenze lo ha dimostrato la rivolta di una cinquantina di migranti di un campo di accoglienza agrigentino che all’inizio di marzo scorso hanno bloccato il traffico e preso in ostaggio un operatore per protestare contro i ritardi nella concessione dello status di rifugiato.

 

Inizialmente la prassi prevedeva che ogni migrante fosse intervistato dall’intera commissione (formata da un funzionario della polizia di Stato, un componente designato dall’ente locale e uno dell’Alto commissariato delle Nazioni unite). Adesso l’intervista può essere condotta da un singolo componente. Ma questo non ha accelerato i tempi. Anzi, a volte li ha addirittura rallentati perché se l’intervista non è condotta bene, sono necessarie integrazioni che prolungano la procedura.

 

«Mentre in Francia le domande di asilo sono di 20 pagine, da noi sono quattro paginette da riempire in stile quiz con la possibilità, quasi mai esercitata, di allegare documentazione ulteriore. Quindi le commissioni hanno poco materiale sul quale prepararsi per le interviste», ci dice il componente di una commissione che chiede l’anonimato.

avvocatiavvocati

Se poi chi ha avuto la domanda respinta decide di fare ricorso al tribunale competente, cosa a cui ha diritto a spese dello Stato, i tempi diventano quelli matusalemmiani della giustizia italiana. A quel punto gli unici a guadagnarci sono gli avvocati, ai quali viene erogata dallo Stato una media di mille euro a pratica.

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…