CHAN-CULATO! - LA STAR DEL KUNG-FU HOLLYWOODIANO JACKIE CHAN SFERRA UN CALCIO ALLE PALLE DELL’OCCIDENTE - DOPO AVER GUADAGNATO FAMA E SOLDI, HA ACCUSATO L’AMERICA DI ESSERE IL PAESE PIÙ CORROTTO AL MONDO ED E’ STATO SUBITO ARRUOLATO DA PECHINO PER FAR PARTE DELLA CONFERENZA POLITICA CONSULTIVA DEL POPOLO CINESE - CON LUI CI SONO ANCHE ALTRE PERSONALITÀ DEL CINEMA E DELLO SPORT...

Condividi questo articolo


Giampaolo Visetti per "la Repubblica"

Jackie ChanJackie Chan

L'impronta delle sue mani resta incisa nella Walk of Fame di Hollywood. Il calcio in bocca tirato infine alla nazione che l'ha reso una star mondiale, gli è valso però l'ascesa anche ai piani alti del potere in Cina, la sua patria. Jackie Chan, il "compagno kung-fu", figlio di un cuoco e di una donna delle pulizie, emigrato da Pechino ad Hong Kong per assicurarsi almeno una ciotola di riso, approda così nella Conferenza politica consultiva del popolo cinese, concentrato di campioni dello sport, intellettuali e divi dello spettacolo, ideato dal partito comunista per fingere di dare voce ad un'inesistente società civile nazionale.

JACKIE CHANJACKIE CHAN

Amico personale di Sylvester Stallone, considerato il più grande stuntman della storia del cinema, alla soglia dei 59 anni l'ormai ex attore di film d'azione, divenuto regista, aveva sorpreso tutti scagliandosi proprio contro chi lo aveva adottato e trasformato in miliardario. «Gli Stati Uniti - ha detto mentre i nuovi leader di Pechino tentano di fare pulizia nel partito - sono il Paese più corrotto del mondo». Si è quindi lasciato andare in una serie di apprezzamenti alle nuove autorità di Hong Kong, impegnate a riportare l'ex colonia britannica nelle mani del Dragone.

JACKIE CHANJACKIE CHAN

«Qui - ha attaccato - c'è una libertà eccessiva, abbiamo bisogno di essere più controllati e le lezioni obbligatorie di patriottismo rosso nelle scuole possono salvare i giovani». Colpi proibiti, per l'Occidente, ma per la Cina, tesa a chiarire la sua idea di nuovo equilibrio internazionale e a spiegare come dovrà comportarsi il fedele hongkonghese made in China, si è trattato della sua recita migliore.

JACKIE CHANJACKIE CHAN

Tale da valergli il premio fedeltà di Pechino, che si aggiunge ai californiani Mtv Awards, e il glorioso ingresso nell'istituzione che dovrebbe «spiegare la vita reale dei cinesi» ai membri della più potente Assemblea popolare nazionale, a cui spetta la potestà legislativa.

JACKIE CHANJACKIE CHAN

Tra gli esordienti, alla prossima riunione di marzo che sancirà l'ascesa alla presidenza di Xi Jinping e l'uscita di scena di Hu Jintao, anche il neo premio Nobel per la letteratura Mo Yan, eroe nazionale dopo che a Stoccolma si è rifiutato di rivolgere un appello per la scarcerazione del dissidente Liu Xiaobo, pure Nobel ma per la pace. In loro compagnia, a lustrare l'orgoglio della potenza del secolo, il nipote di Mao Zedong, il generale Mao Xinyu, l'ex campione del basket Yao Ming, divenuto produttore di vini sempre negli Usa, ma anche il regista Zhang Yimou, l'ex pornostar Peng Dan e l'attrice Zhang Ziyi, considerata la donna più bella dell'Asia e uscita indenne dall'accusa di essere la concubina del neomaoista epurato Bo Xilai.

JACKIE CHANJACKIE CHAN

La cooptazione politica di Jackie Chan nella Conferenza del popolo in Cina non stupisce del resto nessuno. Ha recitato in oltre cento film, a Hong Kong ha raccolto l'eredità di Bruce Lee, ha fatto della sua vita un'epopea diffondendo il fascino per le arti marziali, fino a conquistare, con Rush Hour, l'amore di un Occidente che stenta a premiare il talento attecchito in Oriente.

JACKIE CHANJACKIE CHAN

Proprio il profilo di cui ha bisogno Pechino per andare alla conquista culturale del pianeta, partendo da quella commerciale di Hollywood e Hong Kong. Questione di "soft power" e non importa se ad affermarlo è il simbolo delle risse alla Bud Spencer. "Compagno kung-fu" e "soldato" Mo Yan, fedele per riconoscenza da studio in caserma: il braccio e la testa di un potere che, dentro il partito, rischia di aver esaurito i suoi eroi.

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME MAI TRUMP NON HA FATTO GRAN CASINO SULLA FORNITURA DI ARMI ALL’UCRAINA (MISSILI A LUNGO RAGGIO E MINE ANTI-UOMO) DECISA DAL PRESIDENTE USCENTE JOE BIDEN? SECONDO FONTI AUTOREVOLI DI WASHINGTON, TRA I DUE C’È STATO UN ACCORDO, CHE PERMETTERÀ POI A TRUMP DI NEGOZIARE CON PIÙ FORZA UNA PACE CON PUTIN. COSÌ, IL TYCOON COL CIUFFO A PENZOLONI SI E' LIMITATO A UN MISERO TWEET. DA UNA PARTE, DALL’ALTRA A PUTIN NON CONVIENE DI FARE ORA IL DOTTOR STRANAMORE PER DUE BUONI MOTIVI…

DAGOREPORT - IL GIUBILEO SI AVVICINA E IN VATICANO MONTA UNA INCAZZATURA PROFONDA PER LA NOMINA DI ALESSANDRO GIULI AL MINISTERO DELLA CULTURA – L’80% DEL PATRIMONIO ARTISTICO ITALIANO È RIFERIBILE ALL’ARTE SACRA VOLUTA DALLA CHIESA, E IL GOVERNO DELLA "CRISTIANA" GIORGIA CHE FA? SCEGLIE UN NEO-PAGANO CHE BLATERA DELLA "CENTRALITA' DEL PENSIERO SOLARE", CHE "SIAMO FIGLI DEL FUOCO E DELL'ACQUA" (MAI DI DIO) - SENZA CONTARE CHE ALLA GUIDA DELLA BIENNALE C'E' L'APOSTATA BUTTAFUOCO (DA CRISTIANO E' DIVENTATO MUSULMANO SCIITA) - VIDEO: QUANDO GIULI SU RAI2 SUONAVA IL PIFFERO INVOCANDO LA “GRANDE NUTRICE” 

CHI CRITICA I MASSACRI DI NETANYAHU, DIVENTA IPSO FACTO ANTISEMITA? – IN VATICANO SONO IRRITATI PER LE REAZIONI SCOMPOSTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA, DA EDITH BRUCK A RUTH DUREGHELLO, ALLE PAROLE DI BERGOGLIO SULLA GUERRA IN MEDIORIENTE - IL PONTEFICE HA "OSATO" DIRE: “BISOGNA INDAGARE PER DETERMINARE SE CIÒ CHE STA ACCADENDO A GAZA È UN GENOCIDIO” - COME SI FA A SCAMBIARE PER ANTISEMITISMO UNA LEGITTIMA OSSERVAZIONE CRITICA DI FRONTE AL MASSACRO IN CORSO? – PAPA FRANCESCO NON È CHEF RUBIO: HA SEMPRE RICONOSCIUTO IL DIRITTO ALL’AUTODIFESA DI ISRAELE. MA COME PUÒ LA PIÙ ALTA AUTORITÀ MORALE DEL MONDO TACERE DI FRONTE A 45MILA MORTI PER 1200 VITTIME DELLA STRAGE DI HAMAS ?