Barbara Acquaviti per il Messaggero
Il sospiro di sollievo, la sua prima reazione. L' idea di un governo che avesse due esponenti di spicco del M5s, lo stesso Di Maio e Bonafede, ad occuparsi di due argomenti per lui sensibili come Comunicazioni e Giustizia, lo stava inquietando non poco. Ma è la difesa di Sergio Mattarella, il no a quell' ipotesi di impeachment su cui invece si potrebbero ritrovare sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni, la linea di confine su cui Silvio Berlusconi colloca le truppe di Forza Italia subito dopo il fallimento del tentativo del governo Conte.
«Prendiamo atto con rispetto delle decisioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e osserviamo con preoccupazione l' evolversi della situazione politica». Soprattutto, l' ex premier sembra dare forza alle motivazioni con cui il capo dello Stato si è opposto alla nomina di Paolo Savona come ministro dell' Economia. «In un momento come questo il primo dovere di tutti e difendere il risparmio degli italiani, salvaguardando le famiglie e le imprese del nostro Paese».
La parola d' ordine, tuttavia, resta sempre quella di attaccare i grillini, senza toccare gli alleati. «Il movimento Cinquestelle che parla di impeachment è come sempre irresponsabile». Mentre verso il capo dello Stato si aizzava la grancassa di M5s e Lega, infatti, da Arcore sarebbe partita una telefonata di solidarietà in direzione del Quirinale.
GOVERNO DEL PRESIDENTE
Berlusconi, però, al momento non si sbilancia sulla possibilità che gli azzurri sostengano il governo del presidente che potrebbe vedere la luce nelle prossime ore, dopo la convocazione di Carlo Cottarelli al Colle. Perché il tentativo è quello di mantenere un difficile equilibrismo che consenta di tenere ancora in piedi l' alleanza di centrodestra. Per questo, si evita qualsiasi attacco a Matteo Salvini. E questo sebbene, nello scorrere la lista dei potenziali ministri giallo-verdi, Berlusconi si sia reso conto che le rassicurazioni avute dall' alleato nell' ultimo faccia a faccia alla Camera, fossero del tutto aleatorie.
A differenza del leader della Lega, il presidente di Fi non ha fretta di andare a votare, sebbene sia convinto che la sua riabilitazione, e dunque la sua candidabilità, potrebbero consentire a Forza Italia di tenere il passo con quello che sembra ora lo strapotere leghista. Ma sa che da ieri questa ipotesi è più probabile. «Forza Italia attende le determinazioni del Capo dello Stato, ma ove necessario sarà pronta al voto».
D' altra parte, resta il timore che l' asse giallo-verde vada oltre l' esperimento fallito del governo e si concretizzi, anche alle Politiche, in un' intesa sui territori, magari basata su una reciproca desistenza. Ma un altro tema condizionerà il fragile equilibrio su cui si regge l'alleanza di centrodestra: il rapporto con l' Europa, su cui l' alleanza già aveva trovato una difficile sintesi. Salvini potrebbe polarizzare la campagna elettorale su questo discrimine, mentre Berlusconi da tempo si è accreditato come garante con gli amici del Ppe.