zaia di battista barcellona

E LA CHIAMANO GLOBALIZZAZIONE - SI VOTA (E SI MENA) A BARCELLONA E LA LEGA HA PAURA: LUMBARD SCAVALCATI DA M5S A FAVORE DEI CATALANI – ZAIA NON VEDE L’ORA DI FINIRE IN GALERA PER LA ZINGARATA DEL REFERENDUM PER L’AUTONOMIA LOMBARDO-VENETO. IMBARAZZO E CERCHIOBOTTISMO DI PD E DI FARSA ITALIA

 

Andrea Carugati per La Stampa

 

BARCELLONA REFERENDUM

La reazione più dura, in Italia, arriva a sorpresa dal M5S, che si schiera nettamente contro il governo spagnolo: «La corruzione, in Spagna e in Italia, si può anche tollerare, ma un popolo che decide come, quando e perché votare, no. E le chiamano democrazie!», s' indigna su Facebook Alessandro Di Battista che si scaglia contro i metodi della polizia spagnola. Manlio Di Stefano, responsabile Esteri del Movimento, è altrettanto netto: «Uno Stato che usa violenza sul suo stesso popolo inerme la usa sulla democrazia stessa». E cita Mark Twain: «Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare».

 

BARCELLONA

La Lega Nord, che dell' indipendenza, e a tratti della secessione da Roma ha fatto una bandiera per oltre vent' anni, segue a ruota. Ma con l' evidente intenzione di rassicurare i cittadini lombardi e veneti che il 22 ottobre sono chiamati alle urne per il referendum sull' autonomia. «La nostra è una scelta totalmente diversa da quella della Catalogna», spiega Matteo Salvini. «Noi abbiamo scelto la via pacifica, nel rispetto delle regole, per avere competenze e gestirle meglio. Il 22 ottobre non ci sarà la polizia».

ALESSANDRO DI BATTISTA

 

Il leader leghista parla di un «referendum convocato senza rispettare le regole», ma condanna la mano dura della polizia spagnola: «Un governo che manganella gli anziani nel 2017 è una follia e una vergogna». Anche Luca Zaia, governatore del Veneto, tiene a precisare che il referendum sarà «nella legalità e nel rispetto della Costituzione». Ma si dice «assolutamente pronto ad andare in galera» per difendere il diritto dei veneti di votare. Nella vecchia guardia della Lega ci sono però toni assai più duri. Roberto Calderoli chiede a Gentiloni di interrompere ogni rapporto diplomatico con la Spagna e paragona il governo di Madrid ai regimi di Erdogan e Assad. Oggi una delegazione leghista sarà in presidio davanti al consolato spagnolo.

ZAIA MARONI

 

Anche Forza Italia teme un effetto boomerang sul referendum lombardo-veneto: «Nulla in comune con la Catalogna, da noi nessuno vuole mettere in dubbio l' unità nazionale», spiega Alessandro Cattaneo. Mariastella Gelmini definisce le violenze «inaccettabili», ma attacca la scelta catalana come «palesemente incostituzionale». A destra Giorgia Meloni si schiera nettamente con Madrid: «La patria è l' ultimo argine alla deriva mondialista, non mi appassiono alle spinte indipendentiste e che vorrebbero dividere o indebolire gli Stati nazionali in Europa».

maria stella gelmini

 

PIERO FASSINO

Il Pd sposa la linea prudente del governo. Piero Fassino, responsabile Esteri, chiede di «interrompere subito la spirale di atti di forza e di decisioni unilaterali». «Si apra davvero un dialogo. Si deve cercare una soluzione condivisa alle aspirazioni del popolo catalano di veder riconosciuta la propria identità». Da sinistra Enrico Rossi di Mdp attacca il governo spagnolo: «La brutalità delle forze dell' ordine sta legittimando ancora di più il referendum. Rajoy, come uno stolto, ha voluto mostrarsi cocciuto e inflessibile, e ora si compie una tragedia».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?