CI HAI ROTTO IL GAS…DOTTO – QUANDO TRUMP ACCUSA LA GERMANIA IN REALTÀ SI RIVOLGE AI PAESI DELL’EST, CHE TEMONO CHE IL NORD STREAM DIVENTI UN NUOVO PATTO RIBBENTROP-MOLOTOV – IL GASDOTTO È UNA TENAGLIA PER LA POLONIA E UNA MINACCIA A KIEV (DAL 2019 IL GAS RUSSO NON PASSERÀ PIÙ DALL’UCRAINA) – IL RUOLO DELL’EX CANCELLIERE SCHROEDER, DA ANNI UOMO GAZPROM…
Marco Ventura per "il Messaggero"
Si chiama «Nord Stream 2», si pronuncia in polacco «gasdotto Ribbentrop-Molotov». È la riedizione di uno spettro che accompagna da secoli la storia del Trimarium, la fascia dell' Est Europa tra Russia e Germania, oggi sotto forma di progetto di trasporto del gas sui fondali del Baltico che punta a raddoppiare l' esistente linea fra la russa Vyborg e la tedesca Greiswald (da 55 a 110 miliardi di metri cubi di gas per 1200 km e un investimento di 9.5 miliardi di dollari).
Sulle mappe, il Nord Stream 2 della russa Gazprom e di un consorzio europeo si profila come una potenziale tenaglia non solo per la Polonia, ma per i Paesi baltici e per Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
E soprattutto come minaccia strategica a Kiev, dove nel 2019 scade infatti l' accordo per il passaggio del gas russo mentre la fine del 2019 è la data di consegna di Nord Stream 2 che toglierebbe all' Ucraina tutti i privilegi commerciali di transito.
Sullo sfondo, la crisi tra Russia da una parte, Stati Uniti e UE dall' altra dopo l' annessione della Crimea che ha portato a sanzioni contro Mosca. Questo lo scenario dietro le parole di Trump che fa leva sui piccoli dell' Est Europa per arginare la potenza di Berlino alleata di Mosca sull' energia, e per spezzare la saldatura che farebbe del blocco della Gerussia un potente concorrente dell' America.
LA STRATEGIA
Nessuno sfogo estemporaneo, quindi, anche se le parole di Trump sono, come sempre, colorite. Piuttosto, una battaglia di sostanza tra politica ed economia, con risvolti militari. Dice Trump che la Germania «prenderà dal 60 al 70 per cento della propria energia» dal gasdotto raddoppiato.
Ma altri Paesi sono interessati, perché al consorzio partecipano aziende austriache, francesi e anglo-olandesi. Gazprom, sotto la guida per l' Europa dell' ex cancelliere tedesco Gerard Shroeder, ha superato una serie di ostacoli.
Non ultimo, alla fine di maggio, l' inchiesta antitrust dell' Unione Europea che ha dato il via libera a Gazprom nel mercato del gas dell' Europa centro-orientale, ad alcune condizioni. La strategia della compagnia russa è quella di ridurre il margine di guadagno in cambio di più quote di mercato.
Per la Commissione Europea il progetto è politicamente inopportuno, ma anche cercando di render la vita difficile ai dirigenti di Gazprom, sostiene di non avere la possibilità di bloccarlo.
Da Greiswald partono altri due gasdotti, uno verso Benelux e Paesi del Mare del Nord che lamentano un calo di produzione autoctona, l' altro a sud verso l' hub austriaco di Baumgarten.
Svezia e Finlandia hanno concesso il passaggio, si aspetta solo il via libera della Danimarca. La Polonia, peraltro, progetta corridoi alternativi per non doversi rifornire da Gazprom e immagina un Baltic Pipe per attingere al gas norvegese attraverso la Danimarca.
Il vantaggio per la Germania sta sia nell' approvvigionamento più breve ed economico, sia nella possibilità a sua volta di distribuire il gas russo ad altri Paesi dell' Unione Europea. E consolidare i rapporti con Mosca.