madia marito

CIAK, TENGO LA MOGLIE MINISTRO – LA CASA DI PRODUZIONE DEL MARITO DELLA MADIA HA INCASSATO 1,8 MILIONI DI CONTRIBUTI DALLA REGIONE LAZIO – STORACE SOLLEVA IL CASO MA PER LA GIUNTA È TUTTO REGOLARE

Enrico Paoli per “Libero Quotidiano

 

Le amicizie contano, eccome se contano. Soprattutto se uno vuole sfondare nel mondo del cinema o della televisione. E pazienza se dopo tanti tentativi uno finisce a fare il ministro, parlando di «merito» e «guerra ai privilegi», invece che a Cinecittà. Certi rapporti, certi legami, sono sempre validi.

 

Mario Gianani e Marianna Madia Mario Gianani e Marianna Madia

E se poi capita di ritrovarsi con un marito produttore cinematografico, il cerchio si chiude. E sì, sembra la sceneggiatura di un film, invece è il canovaccio di una solida realtà. Tanto solida da avere per protagonisti il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, il produttore cinematografico Mario Gianani, socio della casa di produzione Wildside (gli altri azionisti sono Saverio Costanzo, Marco Martani, Lorenzo Mieli e Fausto Brizzi) e la Regione Lazio.

 

A sollevare il caso dei finanziamenti elargiti dall’assessore alla cultura Lidia Ravera - una che è riuscita a premiare se stessa al Premio Fregene - alla società di produzione della quale il marito della Madia è socio, è il leader de La Destra Francesco Storace. Calcoli alla mano la Wildside avrebbe ottenuto oltre un milione di euro.

 

mario gianani mario gianani

«A dicembre la società di produzione cinematografica che vede il marito della Madia fra gli azionisti, ha incassato 1 milione e 200 mila euro per produrre cinque pellicole», spiega Storace. I film sono «Profumo di pesche» dedicato ai rom, «Incompresa» con Asia Argento Gabriel Garko, «Indovina chi viene a Natale», «In treatment», «1992 La peggiore Gioventù». Non tutti però sono stati girati interamente nel Lazio. «Profumo di pesche», per esempio, è ambientato a Torino e girato solo in parte a Roma. Per il consigliere regionale non si tratta di una novità.

 

Già a febbraio del 2014 era esploso il caso del finanziamento di oltre 300 euro sempre alla stessa società per produrre il film «Pazze di me» in cui recitava anche la stessa Madia, che, evidentemente, sognava di fare l’attrice. Modesto particolare. Il film firmato da Fausto Brizzi, dai più definito «il re della commedia italiana» e componente del gotha renziano, è stato un clamoroso flop. La stessa cifra, oltre 300 mila euro, era stata stanziata dalla Regione Lazio per produrre «La Grande Bellezza», realizzato dalla Wildside. In totale, quindi, per sette pellicole, la Regione Lazio ha elargito ai Madia ben 1 milione e 800mila euro.

 

FRANCESCO STORACE E MAURIZIO GASPARRI SELFIE FRANCESCO STORACE E MAURIZIO GASPARRI SELFIE

Per la giunta regionale, però, è tutto regolare. «La legge sul cinema nel Lazio, approvata dal Consiglio regionale negli anni della giunta Polverini», spiegano dalla Regione, «prevede l’accesso ai fondi con automatismi e senza discrezionalità in quanto basata su criteri esclusivamente oggettivi che assegnano fondi ai film girati in tutto o in buona parte nel Lazio e utilizzando attori, tecnici e maestranze del Lazio, o eseguendo nel Lazio la post produzione.

 

Questi automatismi, già molto rigidi e che mettono al riparo da qualsiasi eventuale pressione, nella recente revisione della legge sul cinema e l’audiovisivo, sono stati dalla giunta precisati e resi ancora più selettivi». Insomma, nessun favoritismo. Eppure il giro è quello «degli amici». Per dire.

 

Nei 10 milioni di euro distribuiti dall’assessore alla Cultura c’è anche «La mafia uccide solo d’estate», prodotto dalla stessa Wildside e diretto dal regista esordiente, ma anche lui renziano, Pif (un habitué della Leopolda poi finito sul palco di Fazio a Sanremo), che ha ricevuto apprezzamento e sostegno economico dalla Regione Lazio, ma un po’ meno: 112.361 euro.

pif pierfrancesco diliberto e virzipif pierfrancesco diliberto e virzi

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)