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1.COREA NORD: PARTE PARATA,CON MISSILI INTERCONTINENTALI
(ANSA-AP) - La Corea del Nord ha avviato la grande parata a Pyongyang per celebrare il 105/mo compleanno del suo padre fondatore Kim Il-sung e la leadership del dittatore di terza generazione Kim Jong-un. La televisione di Stato ha mostrato migliaia di soldati in marcia su piazza Kim Il-sung e prototipi di missili intercontinentali KN-08 e KN-14 trasportati su camion in sfilata. Alla parata assiste da un podio anche il leader Kim Jong-un.
Secondo gli analisti militari tali missili potrebbero un giorno essere in grado di colpire bersagli fino agli Stati Uniti continentali, anche se la Corea del Nord non li ha ancora testati. I soldati nordcoreani hanno portato in parata anche un altro grande razzo mai visto prima, delle dimensioni di uno a lunga gittata. Nel corteo sfilano poi carri armati, lanciarazzi multipli, pezzi d'artiglieria e un missile a combustibile solido progettato per essere sparato da sottomarini.
Presente anche il potente missile a medio raggio 'Musudan', che potenzialmente potrebbe raggiungere le basi aeree statunitensi a Guam. La tv di Stato ha mostrato il leader Kim Jong-un, in abito nero e camicia bianca, uscire da una limousine nera e salutare la sua guardia d'onore prima di avviarsi lungo un tappeto rosso verso il podio da cui assiste alla parata insieme ai funzionari governativi di alto livello.
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2.COREA NORD: PYONGYANG,PRONTI A RISPONDERE CON NUCLEARE
(ANSA-AP) - "Risponderemo a una guerra totale con una guerra totale, e a una guerra nucleare con il nostro stile di un attacco nucleare": Choe Ryong-hae, secondo alcuni analisti il secondo più potente ufficiale della Corea del Nord, ha detto che il Paese è pronto ad affrontare qualsiasi minaccia posta dagli Stati Uniti.
Parlando in occasione della grande parata militare in corso a Pyongyang per festeggiare il 105mo anniversario della nascita del padre della patria Kim Il-sung, Choe ha criticato il nuovo governo degli Usa sotto il presidente Donald Trump per "la creazione di una situazione di guerra" nella penisola coreana con l'invio di mezzi militari strategici nella regione. Presente alla parata anche Kim Jong-un, che però non ha parlato prima che la tv di Stato nordcoreana interrompesse le trasmissioni in diretta dalla piazza. Kim, leader 30enne salito al potere alla fine del 2011, ha sempre enfatizzato come le armi nucleari siano il fondamento della sua strategia di difesa nazionale.
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3.COREA NORD: AMBASCIATORE RUSSO, PROBABILE NUOVO TEST MISSILE
(ANSA) - L'ambasciatore russo a Pyongyang, Aleksandr Matsegora, ritiene probabile che il regime nordcoreano conduca un nuovo test missilistico nel prossimo futuro. "Qualche tempo fa - ha spiegato il diplomatico - quando è stato effettuato il test di un nuovo motore a razzo, Kim Jong Un ha detto che il mondo imparerà come è importante la creazione di un nuovo motore a razzo. Quindi si può dire quasi con certezza che i coreani stanno per dimostrare i loro risultati nella sfera della tecnologia dei razzi".
Secondo Matsegora, il test missilistico potrebbe essere effettuato per il Giorno del Sole (oggi, 15 aprile) o il 25 aprile, quando si celebra l'85esimo anniversario della creazione dell'esercito. L'ambasciatore russo ritiene invece meno probabile (ma da non escludere) che la Corea del Nord conduca un nuovo test nucleare. Lo riporta l'agenzia Interfax.
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4.COREA DEL NORD, FANTASCENARIO DI GUERRA: COSA ACCADRÀ DOPO LA SUPERBOMBA USA
Guido Olimpio per il 'Corriere della Sera'
Venerdì mattina, la radio nordcoreana ha inviato sulle onde corte uno dei suoi messaggi in codice destinato agli «agenti spedizione numero 27». «Revisione di lezioni di tecnologia di informazione basica: n. 69 a pagina 823, n. 92 a pagina 467, n. 100 a pagina 957», ha dettato la voce ripetendo uno schema già visto.
Dal giugno del 2016 l’emittente ha trasmesso questi segnali una trentina di volta suscitando molti interrogativi. Ordini ai suoi 007 dietro le linee oppure mosse per confondere i nemici? In questa fase anche il segnale più piccolo è seguito con attenzione, nel timore che porti brutte sorprese. Da giorni si parla sempre più di guerra, magari sperando solo in quella psicologica. Anche se la storia della penisola deve invitare alla cautela.
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Tutto può iniziare con il sesto test nucleare della satrapia, desiderosa di ampliare l’arsenale che ospiterebbe già 10-16 testate. Oppure con un lancio dimostrativo di un missile. Una sfida allo stop di Washington che, a quel punto, dovrebbe rispondere. Il regime ha ammonito gli Usa a evitare iniziative militari e non sarebbe strano se riservasse qualche colpo. Un singolo episodio innesca una reazione a catena.
E allora ricordiamo alcune mosse di Pyongyang che dimostrano la volontà ad agire in modo risoluto. Il 18 settembre del 1996 ha spedito un suo mini-sommergibile con 26 incursori sulla costa sudcoreana di Gangneung: missione finita con l’uccisione dei sabotatori. Poi il 2010: in marzo ha silurato la corvetta del Sud Cheonan e in novembre ha sparato 170 cannonate sull’isola di Yeunpyeong. Tre profili di missioni adeguate ai mezzi in mano a Kim.
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Gli analisti mettono in guardia su attività di sabotaggio contro siti strategici e porti, operazioni affidate a nuclei di forze speciali. Il leader comanda un esercito di oltre un milione di individui, tra questi 180 mila appartengono a corpi d’élite. E alcuni interagiscono con una flottiglia di battelli subacquei e vedette. Certo, una buona parte dei 70 sottomarini è ormai «superata», ma potrebbe bastare per creare nuovi diversivi.
Ben più pericolosa la minaccia dell’artiglieria (razzi, cannoni), in grado di rovesciare tonnellate di bombe sulle zone di frontiera ma anche sulla stessa Seul. Il dittatore potrebbe designare un punto — come fece con l’isola — sul quale dare un segnale di forza. Ma c’è anche chi teme che Pyongyang ricorra ai suoi vettori: ordigni a medio e lungo raggio che hanno già inquadrato — parole dei portavoce — il Giappone, le basi americane di Guam e Okinawa. Un riferimento ai missili Nodong e Musudan.
A Tokyo hanno persino ipotizzato che ricorrano a testate chimiche, al sarin. E aggiungono: l’assassinio in Malaysia del fratellastro del dittatore con sostanze tossiche non era solo un omicidio brutale ma anche la rappresentazione di cosa sono capaci. Senza paura delle conseguenze. Brutali e decisi nonostante la pressione internazionale, diplomatica e militare. I cinesi hanno potenziato lo schieramento al confine, Mosca ha fatto lo stesso inviando il viceministro della Difesa Dimitri Bulgakov che ha ispezionato le truppe del comando orientale a Khabarovsk Krai. Un agitarsi che bilancia l’attivismo dell’America.
Il Pentagono ha diverse opzioni. L’«Armada» guidata dalla portaerei Vinson è nel teatro operativo, tre unità e i sommergibili nucleari sono dotati di missili da crociera. Come in Siria, è possibile che una salva di cruise investa postazioni e piazzole di lancio. Per i media due le ipotesi: A) Attacco preventivo e selettivo. 2) Ritorsione solo in caso di un test. Il gradino successivo vedrebbe il coinvolgimento del contingente statunitense nel Sud, quasi 20 mila uomini dell’Us Army.
E’ stato anche evocato lo spostamento di bombardieri strategici per dare maggiore peso al dispositivo. E come in un gioco di specchi sono state mobilitate le Special Forces alleate, dai Navy Seals a quelle sudcoreane, eventuali protagoniste di manovre in profondità. Ma questo presuppone un conflitto aperto, in quanto i commandos hanno bisogno di copertura aerea, eventuali soccorsi, recuperi. E davanti non hanno i mujaheddin Isis ma soldati e miliziani, che comunque credono nella loro missione e vedono Kim come un Dio. L’auspicio di tutti è che la diplomazia riesca a fermare la Bomba.