IL CIELO TORNA GRIGIO SOPRA BERLINO - FLOP E SCANDALI, SE NE VA WOWEREIT, IL SINDACO CHE INFIAMMÒ IL CUORE DEI BERLINESI FACENDO OUTING: “SONO FROCIO ED È UN BENE” - CALA IL SIPARIO SULLA CAPITALE “POVERA MA SEXY”

Tonia Mastrobuoni per “La Stampa

 

È stato il sindaco della capitale ritrovata, della Berlino «povera ma sexy» che al congresso dei socialdemocratici del 2001 si era candidato alla poltrona di primo cittadino già con una frase leggendaria: «Care compagne, cari compagni, sono frocio ed è un bene».

 

Klaus Wowereit jpegKlaus Wowereit jpeg

Dopo 13 anni, Klaus Wowereit ha annunciato ieri che dall’11 dicembre non sarà più sindaco. Non solo: ha anche fatto sapere che si ritirerà dalla politica. Da uno che era considerato fino a poco tempo fa l’astro nascente della Spd e che nelle indiscrezioni era entrato addirittura nella rosa dei papabili per battere Angela Merkel alle ultime elezioni politiche, non poco.
 

Travolto da una serie di scandali - il più grave, quello dell’eterno cantiere eterno del nuovo aeroporto, è stato definito da lui stesso «la mia più grande sconfitta» durante la conferenza stampa di ieri - Wowereit era su una parabola discendente da un paio di anni. Solo negli ultimi sei mesi aveva inanellato una serie di sconfitte che avrebbero spinto altri cento volte alle dimissioni e che lo hanno affossato in tutti i sondaggi. Ha dovuto ammettere ulteriori ritardi sull’aeroporto intitolato a Willy Brandt e un nuovo buco dei conti, sono emersi casi di corruzione nei cantieri, ma Wowereit ha anche dovuto affrontare lo scandalo di un assessore accusato di evasione fiscale e, soprattutto, la sconfitta di Tempelhof.
 

klaus-wowereit Borgomastro di Berlinoklaus-wowereit Borgomastro di Berlino

Nell’area del vecchio aeroporto del «ponte aereo», Wowereit aveva pianificato la costruzione di una serie di case e una biblioteca progettata da un archistar. Nei quartieri limitrofi - in uno dei quali è cresciuto anche lui - la rivolta contro il progetto aveva spinto ad una raccolta di firme per un referendum. Nello stesso giorno delle elezioni europee, l’ultima domenica di maggio, i berlinesi sono andati in massa per quello che è stato unanimemente interpretato come un plebiscito sul sindaco e hanno votato contro.
 

LAEROPORTO WILLY BRANDT DI BERLINO LAEROPORTO WILLY BRANDT DI BERLINO

Noto per il sarcasmo e per le uscite non sempre cordiali, come quando replicò a chi lo accusava di occuparsi troppo poco della neve che «mica siamo a Haiti», Wowereit è stato però il fautore della rinascita di Berlino. L’ha presa in mano 13 anni fa, con 60 miliardi di debiti, due anni dopo il trasloco della capitale da Bonn, e l’ha trasformata in quello che è ora. Una città cosmopolita, capitale del Paese più ricco ma ancora accessibile, famosa per la cultura «hipster», per i fenomeni di nicchia, coltissima e festosa, ma con un residuo di fascino degli anni in cui era un’enclave occidentale, underground e immusonita, paradiso di nullafacenti e artisti.
 

LAEROPORTO WILLY BRANDT DI BERLINO LAEROPORTO WILLY BRANDT DI BERLINO

Wowereit ha conquistato il cuore dei berlinesi anche con quel famoso «coming out» del 2001; dopo di lui è quasi scoppiata una moda di sindaci omosessuali, e non solo in Germania. E malgrado la pesante ma inevitabile gentrificazione di ampie parti della città e la bolla immobiliare strisciante, Wowereit ha saputo curarne l’immagine di città colta, tollerante, ma anche terreno fertile per start up e imprese innovative. E il suo presenzialismo a feste, vernissage e inaugurazioni gli è valsa la nomea di «gran mondano». Per la successione, si parla di Raed Saleh e Jan Stöß, ma sarà un congresso a novembre a decidere chi prenderà il suo posto. E dopo un sindaco così carismatico, non sarà un compito facile per nessuno.

IL SINDACO DI BERLINO KLAUS WOWEREIT IL SINDACO DI BERLINO KLAUS WOWEREIT angela merkel 1angela merkel 1

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)