jihad isis

COME COMBATTERE LA JIHAD E VIVERE FELICI - SE OBAMA VUOLE COLPIRE ISIS, DEVE SFANCULARE I FALSI AMICI TURCHIA E QATAR E ALLEARSI COL FRONTE SCIITA (IRAN E ASSAD) E CON I SAUDITI, COINVOLGENDO PUTIN

Gian Micalessin per “Il Giornale

 

BASHAR ASSAD BASHAR ASSAD

Più che una strategia è un doppio salto mortale all'indietro, un balzo in una palude dove per purgare i propri errori Barack Obama dovrà scender a patti con tutti i suoi principali nemici da Vladimir Putin, ai leader iraniani fino a Bashar Assad.

 

E metter all'angolo nazioni «amiche» come la Turchia di Erdogan e il Qatar degli Al Thani. Ma Barack Obama non ha più scelta. Abbandonando al proprio destino l'Irak, appoggiando le primavere arabe dei fratelli Musulmani e puntando sull'Ucraina per indebolire la Russia di Vladimir Putin ha messo insieme una matassa d'errori impossibile da districare.

BARACK OBAMABARACK OBAMA

 

I semplici palliativi come le armi ai curdi e la formazione di una vasta coalizione evocata dal segretario di Stato John Kerry non bastano più. Per non venir ricordato come il presidente responsabile dell'ascesa dello Stato Islamico in Medio Oriente e in Africa Settentrionale ha bisogno innanzitutto di una nuova visione politica di largo respiro. E per molti versi «rivoluzionaria». Eccone i dieci possibili punti chiave.

 

A IRAK, RITORNO AL PASSATO

In Irak, tra il 2006 e il 2009, il generale David Petraeus vinse la guerra ad Al Qaida riconquistando la fiducia delle tribù sunnite e affidando alle forze speciali l'eliminazione dei capi terroristi. Sheikh Ali Hatem al-Suleiman, emiro della più larga tribù sunnita si è già rivolto all'amministrazione Obama per offrire la propria collaborazione contro l'Isis, ma non ha finora ricevuto risposta. Washington potrebbe riallacciare i contatti e rilanciare una strategia simile a quella utilizzata da Petraeus.

HASSAN ROUHANI HASSAN ROUHANI

 

B ACCORDI CON TEHERAN E UN UOMO FORTE A BAGDAD

Per arrestare la disintegrazione dello Stato iracheno Washington potrebbe favorire, d'intesa con l'Iran, la nascita di un governo di salute nazionale composto da curdi, sunniti e sciiti sotto la presidenza di un uomo forte capace - come l'ex premier Ayad Allawi - di riscuotere la fiducia di tutte le componenti etnico religiose. L'Iran si è già dimostrato disponibile quando ha abbandonato al proprio destino il premier Al Maliki responsabile della politica settaria che ha permesso all'Isis di far proseliti tra la componente sunnita.

 

C INTESA REGIONALE CON IRAN E SAUDITI

Un accordo sul nucleare potrebbe gettare le basi per un'intesa segreta tra americani, sauditi e iraniani per combattere il Califfato di Abu Bakr Al Bagdadi. La minaccia dello Stato Islamico ha già spinto i sauditi, nemici storici dell'Iran sciita a rivedere i rapporti con Teheran. L'incontro della scorsa settimana tra il ministro degli Esteri di Jedda e un vice ministro iraniano è stato il più importante incontro bilaterale dall'elezione del presidente iraniano Hasan Rouhani.

 

EMIRO DEL QATAR Tamim ben Hamad Al Thani EMIRO DEL QATAR Tamim ben Hamad Al Thani

D RIDIMENSIONARE ERDOGAN

La Turchia di Erdogan, nonostante l'appartenenza alla Nato, ha garantito ospitalità e libero transito ai terroristi dell'Isis diretti in Siria. Tra le file dell'Isis combattono centinaia di jihadisti turchi. Il greggio dei pozzi siriani controllati dall'Isis viene venduto in Turchia. Per «convincere» Erdogan a cambiar politica gli Usa possono sospendere la collaborazione d'intelligence cruciale per la lotta di Ankara ai ribelli curdi del Pkk. E gli stessi miliziani del Pkk, nemici in Siria dell'Isis, potrebbero entrare nella coalizione anti Califfato.

 

E ISOLARE IL QATAR

Gli appoggi finanziari destinati all'Isis transitano dal Kuwait e dal Qatar. Il Qatar ha dirottato ai capi militari dell'Isis molti degli aiuti destinati ai ribelli siriani. Gli arsenali gheddafiani caduti nelle mani dei gruppi islamisti libici sono arrivati nei santuari turchi dell'Isis con la complicità dell'Emirato. Washington e paesi europei partner commerciali del Qatar potrebbero minacciare la rottura di tutti i rapporti e l'imposizione di sanzioni economiche.

Sumeyye ErdoganSumeyye Erdogan

 

F RIALLACCIARE I RAPPORTI CON DAMASCO

Stati Uniti ed Europa potrebbero riaprire il dialogo con Damasco per trovare una soluzione negoziale al conflitto e isolare l'Isis. A Homs e in altre zone il regime ha già ottenuto la resa dei ribelli moderati garantendo in cambio amnistia e reintegrazione sociale. I ribelli moderati potrebbero venir integrati nelle unità governative impegnate nella lotta all'Isis mentre Stati Uniti e Nato potrebbe limitarsi a fornire copertura aerea e collaborazione d'intelligence.

 

G CHIUDERE IL GRANDE ARSENALE LIBICO

Dopo i recenti successi delle milizie islamiste, la Libia è la grande retrovia dei terroristi islamici attivi in Egitto. Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi sono intervenuti con i propri aerei per bombardare le postazioni jihadiste. Stati Uniti, Nato ed Europa sono rimasti per ora a guardare. Washington potrebbe ora decidere di fornire sostegno diretto alle milizie anti islamiste. E l'Italia grazie a una conoscenza delle dinamiche locali assai apprezzata a Langley e al Pentagono potrebbe esser chiamata a giocare un ruolo centrale.

David Petraeus David Petraeus

 

H ARGINARE L'ASCESA DELL'ISIS IN LIBANO

Tra il milione e 200mila rifugiati siriani presenti in Libano si nascondono migliaia di jihadisti legati ad Al Qaida e all'Isis. Sabato in Siria è stato decapitato un soldato libanese rapito oltreconfine. Il partito filo saudita di Rafik Hariri, nemico giurato di Hezbollah e della Siria, sembra pronto a un drastico cambio di posizioni. Gli Usa e l'Arabia Saudita potrebbero garantire l'intelligence e i mezzi necessari per lo smantellamento delle cellule jihadiste. L'Iran potrebbe dare il via libera alle milizie sciite per una riconciliazione nazionale.

jihadisti isisjihadisti isis

 

I CONVINCERE ISRAELE A RIPULIRE IL GOLAN

Israele ha, fin qui, assistito senza prendere posizione alla guerra civile combattuta in Siria. Dopo l'offensiva lanciata sul versante siriano del Golan dagli alqaidisti di Jabat Al Nusra e la fuga delle truppe dell'Onu i gruppi jihadisti minacciano direttamente Israele. Le pressioni statunitensi e la situazione sul terreno potrebbero indurre Netanyahu ad accantonare la strategia anti iraniana per favorire un intervento rivolto ad eliminare la presenza alqaidiste nel Golan.

 

jihad isisjihad isis

J MEDIARE SULL'UCRAINA E COINVOLGERE PUTIN

La base navale di Tartus in Siria è l'ultimo cruciale avamposto russo nel Mediterraneo. Ma Vladimir Putin è anche un nemico giurato del terrorismo islamista. Non a caso centinaia di ceceni combattono in Siria tra le fila dell'Isis e degli altri gruppi jihadisti. Una ricomposizione della crisi ucraina potrebbe spingere Putin a impegnarsi direttamente al processo di riconciliazione in Siria e facilitare il confronto con l'Isis sul terreno.

 

Ultimi Dagoreport

elon musk steve bannon village people donald trump

KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP COI VILLAGE PEOPLE: FARSA O TRAGEDIA? - VINCENZO SUSCA: ‘’LA CIFRA ESTETICA DELLA TECNOCRAZIA È IL KITSCH PIÙ SFOLGORANTE, LOGORO E OSCENO, IN QUANTO SPETTACOLARIZZAZIONE BECERA E GIOCOSA DEL MALE IN POLITICA - MAI COME OGGI, LA STORIA SI FONDA SULL’IMMAGINARIO. POCO IMPORTANO I PROGRAMMI POLITICI, I CALCOLI ECONOMICI, LE QUESTIONI MORALI. CIÒ CHE IMPORTA E PORTA VOTI, PER L’ELETTORE DELUSO DALLA DEMOCRAZIA, TRASCURATO DALL’INTELLIGHÈNZIA, GETTATO NELLE BRACCIA DI TIK TOK, X, FOX NEWS, È EVOCARE NEL MODO PIÙ BRUTALE POSSIBILE LA MORTE DEL SISTEMA CHE L'HA INGANNATO”

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CHI HA CAPITO L’ARIA NUOVA CHE TIRA, E' QUEL “GENIO” DI FAZZOLARI: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO,  QUINDI PERICOLOSO, DI SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA FDI, C’È MARETTA. IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI EDMONDO CIRIELLI HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?