COMUNIONE (E FATTURAZIONE) DI FONDI NERI - ECCO COME SMISTAVANO I FONDI NERI DELLA FONDAZIONE MAUGERI I DUE COMPAGNI DI FORMINCHIONI IN “COMUNIONE E FATTURAZIONE”, ANTONIO SIMONE E PIERO DACCÒ: SOCIETÀ OFF SHORE, OPERAZIONI IMMOBILIARI IN COSTA SMERALDA E VIAGGI AI CARAIBI PAGATI AL FORMIGA - I DUE CIELLINI AVEVANO MESSO IN “COMUNIONE” ANCHE LA RESIDENZA A LONDRA PER SFUGGIRE AL FISCO…

1 - I SUOI CARI AMICI, PRINCIPI DEI FONDI NERI...
Vittorio Malagutti per il "Fatto quotidiano"

Oggi la finanza è il pericoloso trionfo del mondo virtuale che ha messo sotto scacco l'economia reale", diceva poco più di un anno fa al Corriere della Sera il ciellino Antonio Intiglietta, uomo forte della Compagnia delle opere a Milano e da sempre legato al governatore lombardo Roberto Formigoni.

Già, già, la finanza, il mondo virtuale. Chissà come ha reagito il "concreto" Intiglietta quando ha saputo che il suo grande amico e socio Antonio Simone è finito in galera cinque giorni fa proprio con l'accusa di aver gestito decine di milioni attraverso una rete di società off shore sparse per il mondo, ovvero la massima espressione della degenerazione della finanza?

Assieme al sodale Piero Daccò (già in carcere da novembre), Simone avrebbe nascosto all'estero una montagna di denaro proveniente dalle casse della Fondazione Maugeri, polo sanitario con base a Pavia e cliniche in tutta Italia. Questa, in breve, è la tesi dei pm di Milano, confortata da decine e decine di false fatture consegnate in procura dal fiduciario luganese Giancarlo Grenci.

Simone, ex democristiano, cresciuto nel Movimento Popolare, assessore alla Sanità in Lombardia quasi 20 anni fa, si era messo in società anche con Intiglietta. Un business importante, il loro. Un business milionario che va sotto le insegne dell'Artigiano in Fiera, grande kermesse che ogni anno, due settimane prima di Natale, attira a Milano oltre 3 milioni di visitatori per 3 mila espositori.

L'intreccio societario che legava Simone a Intiglietta si è sciolto il 6 dicembre scorso. Sarà un caso, ma esattamente tre settimane prima l'inchiesta sui fondi neri del San Raffaele, cominciata in estate, era arrivata a una prima clamorosa svolta con l'arresto di Daccò .

Intiglietta e Simone erano soci nella Media Expo, che a sua volta partecipava con una quota del 30 per cento al capitale della Ge.Fi., la società che organizza l'Artigiano in Fiera. Il 6 dicembre scorso Simone ha fatto marcia indietro e ha rivenduto a Intiglietta le sue azioni, una quota del 26 per cento, nella Media Expo. Quest'ultima a dire il vero aveva già il destino segnato. Due mesi prima, Intiglietta e Simone avevano deciso di mettere in liquidazione la Media Expo, la società che per anni era stato lo snodo dei loro rapporti d'affari.

Affari d'oro, non c'è che dire. La Gefi, controllata da Intiglietta con la società di famiglia Inti, macina utili importanti: più di 2 milioni su nemmeno 20 di fatturato. E lo stesso Simone era salito sul carro assai per tempo: solo che fino al 2008 la proprietà delle sue azioni era schermata da una fiduciaria. Fine della storia, ormai. A Intiglietta, che non è coinvolto a nessun titolo nelle indagini sul San Raffaele e la Fondazione Maugeri, resta l'imbarazzo degli stretti rapporti d'affari con un amico accusato di aver maneggiato fondi neri per decine di milioni.

Simone, in bilico da mesi, è stato infine anche lui risucchiato nel gorgo dell'inchiesta sulla sanità lombarda. Difficile, per lui, restarne fuori, se è vero quello che è emerso nei giorni scorsi. Dopo almeno quindici anni di affari in comune, Daccò e Simone era di fatto diventati la stessa cosa. Mettevano in comune i fondi neri nelle medesime scatole societarie off shore, da cui poi quel fiume di denaro, oltre 50 milioni per la sola Fondazione Maugeri, si divideva in mille rivoli che sarà molto complicato individuare.

Forse con l'obiettivo di sfuggire al fisco italiano, i due sodali avevano entrambi preso una residenza straniera, a Londra. Oltre a smistare fondi neri, la coppia di amici di Formigoni si era imbarcata anche in alcune operazioni immobiliari comuni. Ad esempio, in Sardegna, villette e un residence da ristrutturare (con tanto di mutuo di Banca Intesa). Lo stesso Simone si era preso una villa in Costa Smeralda, che risultava intestata a una società neozelandese, la Negua limited.

Per i suoi spostamenti in giro per il mondo, l'amico di Daccò si era invece dotato (in leasing) di un aereo da 3,5 milioni. Le sue radici però restavano a MIlano, a due passi dal centralissimo Arco della Pace. In questa zona prestigiosa la moglie di Simone tre anni fa ha comprato a un prezzo molto conveniente un appartamento da 200 metri quadrati messo in vendita da un ente pubblico, l'ospizio Pio Albergo Trivulzio.

2 - DA PENATI ALLA MINETTI: TUTTI I POLITICI INDAGATI DENTRO IL PIRELLONE
Dal "Fatto quotidiano"

Da luglio, sono stati indagati o arrestati 10 politici. Quattro dell'Ufficio di presidenza: il 20 luglio è iscritto nel registro degli indagati l'ex presidente Pd della Provincia di Milano, Filippo Penati, per l'inchiesta sulle presunte tangenti per le aree Falck; a novembre finisce in manette il vice presidente del consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani per traffico illecito di rifiuti. Lo scorso 16 gennaio è stato arrestato per bancarotta il consigliere Pdl Massimo Ponzoni. Indagato per corruzione il presidente leghista del consiglio regionale Davide Boni.

Tra gli inquisiti ci sono anche due assessori leghisti della giunta Formigoni: Daniele Belotti (Territorio e Urbanistica), per l'inchiesta sugli ultrà dell'Atalanta; Monica Rizzi (Sport e Giovani), per il dossieraggio a favore di Renzo Bossi. A loro si aggiunge l'assessore Romano La Russa indagato per finanziamento illecito al Pdl. Altro inquisito, Gianluca Rinaldin (Pdl) per presunte tangenti nei lavori al lido di Menaggio. Angelo Giammario (Pdl) è indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Infine, Nicole Minetti, eletta nel listino di Formigoni, è imputata nel Rubygate per induzione e favoreggiamento della prostituzione.

 

 

Roberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero Dacco formigoni sirenetto e la bruna misteriosaANTONIO SIMONE EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITAFORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO IL PIRELLONEfranco-nicoli-cristianiMONICA RIZZI Filippo Penati Nicole Minetti

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…