IL CRAC È VICINO: ATENE NON HA SOLDI PER STIPENDI E PENSIONI - A TSIPRAS SERVONO TRE MILIARDI PER SCONGIURARE IL DEFAULT - LA CORSA AI BANCOMAT DEGLI ULTIMI MESI HA FATTO SPARIRE DALLE BANCHE ELLENICHE 25 MILIARDI

Ettore Livini per “la Repubblica”

 

varoufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81dvaroufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81d

La Grecia arriva al redde rationem con l’ex Troika senza soldi in cassa e si affida alla finanza creativa (leggi “gratta il fondo del barile”) per trovare i 3 miliardi necessari a pagare stipendi e pensioni di marzo. Bce, Ue e Fmi — dopo aver garantito ad Atene 230 miliardi di prestiti — hanno sospeso i finanziamenti lo scorso agosto. A tenere in piedi la macchina dello Stato è da allora la liquidità — distribuita con il contagocce — girata dalla Bce alle banche elleniche per sottoscrivere i titoli di Stato in scadenza e pagare gli interessi sul debito.

 

I NODI AL PETTINE

VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS

I conti però non tornano più e i nodi sono arrivati al pettine. I greci hanno smesso di pagare le tasse da quando sono state convocate le elezioni (solo a gennaio è mancato all’appello un miliardo di entrate fiscali). La corsa ai bancomat ha fatto sparire in due mesi dai caveau degli istituti di credito 25 miliardi — il 15% dei depositi — di cui 600 milioni negli ultimi tre giorni. Le cose non vanno meglio oltrefrontiera.

 

Bce, Ue e Fmi, irritate dall’impasse nei negoziati, hanno stretto i cordoni della borsa: l’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi è bloccata fino all’ok al piano di riforme e i tecnici di Eurotower hanno suggerito ieri al Board della banca centrale — che ha respinto la proposta — di impedire alle banche elleniche di comprare nuovi titoli di stato («troppo rischiosi»).

 

tsipras merkeltsipras merkel

Risultato: la Grecia rischia di finire in bancarotta senza aver nemmeno iniziato a discutere davvero con i creditori: «Servono subito 2-3 miliardi per evitare il crac», ha detto allarmatissimo il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Mentre Yanis Dragasakis, il vi- cepremier che sembra aver rubato un po’ di spazio sui temi economici al ministro delle finanze Yanis Varoufakis, ha ammesso per la prima volta che esiste un «problema di finanziamenti da affrontare subito».

 

IL CAPPIO AL COLLO

tsipras per mano con juncker 2tsipras per mano con juncker 2

Nessuno si stupisce più di tanto. L’arma della liquidità — come molti immaginavano — è il vero bazooka con cui l’ex Troika vuol costringere Atene ad accettare la sua ricetta per salvare il paese. Il Governo ha provato a mettere qualche toppa per non finire all’angolo. Ha approvato una legge che gli consente di mettere mano alle riserve di liquidità dei fondi pensione, ha sbloccato (con il tacito assenso Ue) 550 milioni del fondo salva-banche, ha approvato un condono fiscale che cancella le sanzioni a chi paga subito gli arretrati con l’erario, ha chiesto alle municipalizzate di usare le riserve in cassa per sottoscrivere titoli di stato.

 

tsipras angel gurriatsipras angel gurria

Mosse disperate. Inutili perchè le uscite, purtroppo, sono più delle entrate. A poco servono pure gli 875 euro che una coppia tedesca ha regalato ieri ad Atene come risarcimento per i danni di guerra: solo questo mese sono stati ripagati 1,5 miliardi di prestiti al Fondo Monetario (altri 350 milioni sono in calendario venerdì), nelle prossime ore dovrebbe scadere un derivato confezionato da Goldman Sachs nel 2000 per consentire alla Grecia l’ingresso nell’euro.

 

tsipras hollandetsipras hollande

Entro maggio ci sono da pagare altri 4,5 miliardi di interessi mentre tra luglio ed agosto scadono 6,7 miliardi di prestiti Bce. Un circolo vizioso in cui i debiti pagano i debiti: dei 230 miliardi di prestiti dell’ex Troika — stima Macropolis — solo l’11% è arrivato davvero ai greci mentre il resto se n’è andato in interessi e salvataggi di banche e creditori.

 

LE RICHIESTE DI TSIPRAS

La liquidità sarà dunque il tema principe dei bilaterali di queste ore. Cosa chiede Tsipras? Tre cose (non obbligatoriamente tutte): la restituzione degli 1,9 miliardi di profitti fatti dalla Bce su titoli di stato ellenici; lo sblocco di una parte dell’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi; l’ok all’emissione di nuovi titoli di Stati — il tetto di 15 miliardi è già stato raggiunto — assieme al via libera a nuovi finanziamenti di emergenza dalla Bce. Ossigeno necessario per prendere fiato e poi discutere di riforme. Cosa può offrire in cambio?

 

draghi tsiprasdraghi tsipras

Un ammorbidimento della linea muro contro muro con i creditori e l’impegno a far decollare in tempi stretti un “pacchetto-base” di riforme chieste dall’ex-Troika. «L’unica linea rossa che non vogliamo valicare è quella di nuove misure d’austerità», ha detto un dialogante Tsipras. Il tempo delle parole, minaccia l’Europa, è finito. Servono i fatti. Senza soldi (e con la sinistra di Syriza che lo attende al varco), il premier ellenico si giocherà in queste ore una partita decisiva in cui si misurerà non solo la sua statura politica ma soprattutto la possibilità per la Grecia di rimanere davvero nell’euro.

 

 

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER