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Mattarella l’ha detto: per risolvere il garbuglio politico uscito dalle urne del 4 marzo ci vuole tempo, e il Colle non ha fretta. Il Capo dello Stato deve assicurare, intanto, che il governo prossimo venturo sia all’interno dell’Europa, saldo dentro l’euro e attento a non sforare sui conti.
La Mummia del Quirinale pensa di prendere tempo al termine del primo giro di consultazioni per riflettere sul da farsi. Intanto, si è fatto l’idea di evitare di dare mandati esplorativi, meglio mandati pieni per formare il governo. Prima di tutto al Centrodestra nel caso che abbiano un programma comune e una unità di intenti e che i partiti di Salvini, Berlusconi, Meloni siano d’accordo a indicare un premier comune.
Nel caso questo non avvenisse, Mattarella darebbe l’incarico per formare il governo a Di Maio. In caso di fallimento a cinque stelle, sarebbe pronto a dare un altro mandato al Centrodestra.
L’ultima soluzione è un “governo del Presidente” formato da personalità politiche e tecnici con provata esperienza soprattutto nei ministeri chiave (interni, economia ed esteri) graditi a una vasta platea parlamentare.