giorgia meloni tommaso foti donzelli francesco lollobrigida

DAGOREPORT – TIRA UNA BRUTTA CORRENTE IN FRATELLI D’ITALIA: IL PARTITO DELLA MELONI NON È PIÙ UN MONOLITE!  SE IERI L’UNICA VOCE CRITICA ERA QUELLA DELL’EX MENTORE DELL'UNDERDOG DEL COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, ORA I MALUMORI SI MOLTIPLICANO. CON LA SOSTITUZIONE DEL SALENTINO FITTO CON IL PIACENTINO FOTI AL MINISTERO DEGLI AFFARI EUROPEI, LE TENSIONI SONO ESPLOSE, SOPRATTUTTO TRA I DIRIGENTI DI PUGLIA E CAMPANIA. ECCO PERCHÉ LA PREMIER E' STATA COSTRETTA A RINCULARE E TENERE PER SÉ LA DELEGA AL SUD – L’ATTIVISMO SOTTOTRACCIA DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, PER FORMARE UNA CORRENTE CON DONZELLI PER (ENTRAMBI “TROMBATI” DA ARIANNA MELONI)

DAGOREPORT

TOMMASO FOTI GIURA AL QUIRINALE CON SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI

Subito dopo la nomina di Tommaso Foti, detto “Masino”, a ministro degli Affari Europei, Giorgia Meloni ha capito che Fratelli d’Italia non sarà più il partito monolitico costruito intorno ai suoi boccoli, che è stato finora.

 

Negli ultimi due anni, l’unica voce lievemente critica è stata quella del suo ex mentore, il capogabbiano Fabio Rampelli, che però non ha mai osato sfidarla apertamente.

 

Ora che la Ducetta ha deciso di sostituire il salentino Fitto con il piacentino Foti, tra gli ex missini del Sud si sta diffondendo più di un malcontento. I più irritati sono stati i Fratelli d’Italia di Puglia e Campania, che hanno fatto presente alla premier di non volere un “nordista” al posto di Fitto.

 

GIORGIA MELONI E FABIO RAMPELLI

La Meloni ha strabuzzato gli occhi davanti a queste rimostranze, soprattutto perché sia la Puglia che la Campania andranno al voto, per il rinnovo del consiglio regionale, nel 2025. I ras locali del partito ci hanno tenuto a far presente che non si può avere uno sfegatato fan del Nord come Foti, che stando a quel che dice starebbe meglio con la Lega che con Fratelli d’Italia, nel ruolo chiave di gestore dei fondi Pnrr e dei fondi di coesione territoriale e le deleghe per il Sud.

 

TOMMASO FOTI GIORGIA MELONI

L’attacco frontale a Foti ha spiazzato la premier, e l’ha costretta a una repentina retromarcia, per non inimicarsi coloro i quali dovranno portare i voti al suo partito, alle delicatissime elezioni regionali del prossimo anno.

 

E infatti la premier ha comunicato al neoministro Foti che la delega al Sud (senza portafoglio), che era nelle sue mani, al momento del giuramento al Quirinale, sarebbe rimasta a Palazzo Chigi, in capo alla stessa Ducetta, per evitare l’alzata di scudi dei coordinatori del sud.

 

francesco lollobrigida

Come scrive oggi Tommaso Ciriaco su “Repubblica”: “la brusca inversione di rotta è stata decisa nelle ore convulse successive alla nomina di Foti. E determinata da una pressione politica dei parlamentari e dei dirigenti meloniani meridionali. In particolare, si apprende, a muoversi sono stati i coordinatori regionali, capitanati in particolare da quelli della Campania e della Puglia, due dei territori chiamati alle urne nel 2025 per la scelta del nuovo governatore.

 

donzelli arianna meloni

Il timore manifestato a Meloni è stato quello di subire una campagna ostile delle opposizioni per aver ceduto un tema sensibile come il Sud a un ministro settentrionale. E che dunque il centrosinistra avesse gioco facile a sostenere che l’attuale esecutivo, dopo aver colpito il Mezzogiorno con la contestata riforma dell’autonomia, volesse penalizzare ancora l’area più svantaggiata del Paese”.

 

Il buon “Masino”, che dovrà già occuparsi della pesantissima rogna del Pnrr (lo stesso Mattarella, al momento del giuramento, gli ha fatto capire l’importanza del ruolo: “Lei ha un bel compito”), è apparso sollevato dal non doversi occupare anche del Meridione, a cui non è mai stato così sensibile.

 

GIOVANNI DONZELLI GIORGIA MELONI IGNAZIO LA RUSSA

Che Fratelli d’Italia non sarà più così granitico nella sua devozione e obbedienza a Giorgia Meloni è dimostrato anche dall’attivismo sottotraccia del ministro Lollobrigida, impegnatissimo a creare una sua corrente.

 

Al suo fianco, l’ex cognato d’Italia si è ritrovato “Minnie” Donzelli, caduto in disgrazia dopo le regionali in Umbria ed Emilia Romagna, a causa dei pessimi risultati raggranellati dai candidati da lui proposti.

 

Scavalcato nelle gerarchie da Arianna Meloni, che ha preso il timone del partito, accentrando a sé tutte le decisioni più importanti, l’ex coinquilino di Delmastro ha deciso di fare asse con “Lollo” per piantare qualche grana alle figlie di Anna Paratore.

 

“LOLLO” E CROSETTO GIÙ, RAMPELLI E CIRIANI SU: IL BORSINO DEL POTERE IN FRATELLI D’ITALIA – L’EX COGNATO D’ITALIA, DA QUANDO ARIANNA L’HA MOLLATO, È STATO MARGINALIZZATO E MEZZO COMMISSARIATO (IL NUOVO PORTAVOCE, GENNARO BORRIELLO, È STATO PIAZZATO DA FAZZOLARI) – IL MINISTRO DELLA DIFESA PAGA IL PASSATO DA BATTITORE LIBERO DEMOCRISTIANO – LE SUPERCAZZOLE DI GIULI, "PROTETTO" DALLA SORELLA ANTONELLA E DA ARIANNA MELONI, E IL “JOLLY” ALFREDO MANTOVANO, CHE HA UN SOGNO: IL QUIRINALE, PER DIVENTARE IL “NAPOLITANO” MISSINO

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-lollo-rdquo-crosetto-giu-rampelli-ciriani-borsino-416635.htm

 

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO