DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE, DAL LETAME NASCE LO IOR

L. Ra. per "Il Messaggero"

Se nell'ultima Congregazione generale svoltasi lunedì il caso spinoso dello Ior si è chiuso con una battuta feroce del cardinale di Abuja John Olorunfemi Onaiyekam («Pietro non aveva bisogno di una banca»), ciò vuole dire che la questione viene considerata non aperta, ma apertissima dall'alto clero. L'imbarazzo che molti cardinali hanno letto nelle risposte fornite da Tarcisio Bertone alle molteplici domande piovute sul tema, è del resto un invito chiaro ad approfondire le vicende più recenti a cominciare dal licenziamento in tronco dell'ex presidente Ettore Gotti-Tedeschi.

Il punto è che, a differenza di altre istituzioni interne all'architettura vaticana, lo Ior è anzitutto una banca e come tale deve sottostare ad obblighi che hanno radici oltre il perimetro delle mura di quello Stato. E' perciò fatale che a Conclave terminato e dopo l'insediamento delle nuove gerarchie pontificie, il problema Ior debba tornare sotto i riflettori.

Non foss'altro per dimostrare che sotto il profilo della trasparenza operativa, l'istituto si è adeguato - e il tempo necessario non sarà breve - alle indicazioni suggerite dai valutatori di Moneyval, il comitato del Consiglio d'Europa che nel luglio del 2012 aveva giudicato lo Ior non rispettoso di una parte delle regole imposte alle istituzioni creditizie che operano in Europa sull'anti riciclaggio.

Per non parlare degli obblighi imposti dalla Banca d'Italia a proposito dello scambio di flussi con la rete creditizia italiana che proprio di recente ha portato la vigilanza di Via Nazionale a sospendere l'attività dei pos Deutsche Bank all'interno delle mura vaticane. Ma è sul capitolo della cacciata di Gotti Tedeschi che le domande restano numerose e il fatto che Bertone si sia limitato a rispondere che la sfiducia all'ex presidente sia giunta da un board unanime invita ad indagare ancora più a fondo.

Peraltro, trattandosi di «questioni molto terrene» (la definizione è di un cardinale americano) che ben poco hanno da spartire con le vicende dello spirito, resta alta la curiosità sul perché le gerarchie ecclesiastiche abbiano deciso di secretare il rapporto che tre porporati incaricati di indagare sulla sezione Vatileaks-Ior hanno consegnato a Papa Benedetto XVI nel dicembre scorso.

E' assai improbabile quindi che il nuovo Papa non decida di mettere mano alla governance della curia, occupandosi anche dello Ior. Al di là della battuta feroce del cardinale Onaiyekan, nessuno può infatti ignorare la rilevanza che l'istituto riveste per le finanze vaticane e soprattutto per le attività di sostegno della Chiesa nel mondo.

Il fatto di aver nominato un nuovo presidente nella persona di Ernest Von Freyberg, nomina avvenuta peraltro quando già papa Ratzinger aveva lasciato il soglio e comunque dopo ben nove mesi dalle dimissioni forzate di Gotti Tedeschi, non sarà di sicuro argomento sufficiente a impedire un profondo rinnovamento della banca.

 

 

SEDE DELLO IOR - ISTITUTO OPERE DI RELIGIONEIOR istituto per le opere di religioneCARDINALE TARCISIO BERTONE GOTTI TEDESCHI ERNEST VON FREYBERG

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