DELRIO L’INCENDIARIO – NELLA POLVERIERA PD LANCIA LA GRANATA: “IL DIETROFRONT SULLO IUS SOLI E’ UN ATTO DI PAURA” – BERSANI & CO. LO SEGUONO E IL NAZARENO SI SPACCA – IL CAZZARO DI RIGNANO PENSA AI DUE PUNTI CHE PERDEREBBE IL PD IN CASO DI APPROVAZIONE E PIGOLA: “SONO CON GENTILONI”
Silvio Buzzanca e Umberto Rosso per la Repubblica
Sergio Mattarella a Malta dribbla l' ostacolo ius soli per evitare altre polemiche. Sforzo vano, perché nel frattempo a Roma scoppia uno scontro ai vertici del Pd. A dare fuoco alle polveri è il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio che non ha gradito lo stop allo ius soli al Senato. «È stato certamente un atto di paura grave. Abbiamo bisogno di non farci dominare dalla paura», ha detto Delrio. Posizioni condivise dal ministro della Giustizia Andrea Orlando che sostiene: «Non la dobbiamo dar vinta a nessuno, lo ius soli va portato a casa».
IUS SOLI IL DIRITTO DI ESSERE ITALIANI
Le parole di Delrio hanno subito suscitato la reazione dei renziani, in un crescendo che è culminato in un intervento dello stesso Matteo Renzi. «La posizione del Pd sullo ius soli è nota - ha scandito il leader - ed è pienamente in sintonia con il governo». Nel frattempo il presidente del Pd Matteo Orfini invocava proprio il governo a porre la fiducia sul testo, mentre il vice segretario Maurizio Martina assicurava che i dem lavorano per l' ok al testo.
Una tensione stemperata solo in serata in un giro di telefonate fra Renzi, Gentiloni e Delrio. Il segretario ha ribadito che lui lo ius soli lo vuole approvare, ma senza creare fibrillazioni al governo e quindi si rimette alle scelte di Gentiloni, Delrio ha spiegato che non voleva attaccare il partito o il gruppo del Senato, ma solo segnalare il rischio di assecondare troppo il no degli alfaniani.
Il Pd deve comunque fare i conti anche con Mdp che lo ius soli lo vuole approvare. Il deputato Alfredo D' Attorre spiega che «a partire dalle prossime scadenze, sul Def e sulla legge di Stabilità, noi faremo valere le nostre ragioni. A questo punto - conclude - i nostri voti non sono scontati». E in serata Massimo D' Alema definisce lo stop alla legge «è un errore per la sicurezza nazionale».
Mattarella, a Malta dove si trova per un vertice con altri dodici capi di Stato europei sull' emergenza sbarchi, non parla dello dello ius soli, che pure tanto gli sta cuore. Ma l' impressione è che la "stretta" di governo e maggioranza goda della benedizione del Colle.
Tutto il capitolo immigrazione, nuove cittadinanze comprese, gli appare infatti al momento ad alta tensione, per la tenuta della coalizione ma anche a causa del clima d intolleranza che serpeggia nel paese. A questo punto, spiega allora il presidente della Repubblica, è indispensabile «una ragionevole capacità di accoglienza».
Mattarella riprende le parole del Papa, ma dà anche il placet definitivo alla linea Minniti. «L' Italia sollecita la Ue a stabilizzare la Libia, e a rendere dignitosa la vita nei campi profughi», spiega, chiedendo «canali legali di ingresso » per i migranti.
Chiedono i cronisti: allora presidente, piena condivisione con quel che ha detto il Papa? Mattarella si schemische. «Mi sembrerebbe presuntuoso sostenere di aver pronunciato le sue stesse parole. E non si tratta di un semplice apprezzamento perchè è espressione di saggezza affermare che servono accoglienza e integrazione, in una ragionevole capacità per questa accoglienza».