DISGELO ALLE OLIMPIADI INVERNALI – LE DUE COREE S’AVVICINANO SUL GHIACCIO. CICCIOKIM SI METTE GLI SCI SU CONSIGLIO RUSSO E CINESE E PROMETTE NIENTE RAZZI DURANTE I GIOCHI – SEUL BRINDA E TRUMP SPINGE SU PECHINO E MOSCA PER INASPRIRE LE SANZIONI CONTRO PYONGYANG
Carlo Pizzati per la Stampa
Donald Trump avrà anche un bottone più grosso e potente di quello di Kim Jong-un, ma con quest' apertura al dialogo tra le due Coree è stato il leader di Pyongyang a lanciare un efficace razzo diplomatico che minaccia di spaccare il già difficoltoso dialogo tra Washington e Seul.
Il tempismo è stato perfetto. Le ultime settimane sono state un crescendo di posizioni sempre più distanti tra la diplomazia americana e quella sudcoreana. Da un lato, un presidente Trump che le spara sempre più grosse, ma che fa seguire ai paroloni serie sanzioni contro Pyongyang. Dall' altra il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, che s' appresta a inaugurare le Olimpiadi invernali nelle sue montagne e non può certo permettersi attacchi terroristici o missilistici dal Nord ed ha un disperato bisogno di una tregua.
Così, pochi giorni dopo la richiesta americana all' Onu di nuove pesanti sanzioni contro il regime di Kim Jong-un, ecco che il leader nordcoreano si presenta in giacca e cravatta in tv, con un imprevisto restyling all' occidentale, e annuncia: ok, riaprite la hotline con la Corea del Sud, incontriamoci e discutiamo se partecipare alle vostre Olimpiadi. Le tensioni tra Moon e Trump sono cresciute, in questi mesi.
Da un lato il muso duro del miliardario della Casa Bianca, infuriato dai progressi dei testi missilistici di Pyongyang, dall' altro il più conciliante presidente sudcoreano, che ricordava al mondo il suo potere di veto contro qualsiasi attacco lanciato delle forze americane di stanza nella Corea del Sud, precisazione che ha fatto infuriare i generali americani. Ma Moon deve pensare al fatto che i suoi elettori l' hanno mandato alla Casa Blu, il palazzo presidenziale di Seul, proprio con una missione diametralmente opposta a quello della precedente inquilina, la presidente Park Geun-hye, sprofondata in uno scandalo di sciamane e intrallazzi, e vista come troppo sottomessa a Washington.
Bisogna ricordare che lo spirito dell' unificazione, cui la Corea del Sud dedica un importante ministero, è più vivo che mai. Da posizioni opposte, certo: a Nord si sogna di sottomettere con la forza i filo-americani del Sud, a Sud si fanno calcoli economici su come riprendersi il Nord con fondi e ricostruzione, una volta che il regime resterà del tutto affamato e sul lastrico, ma senza causare una crisi umanitaria irrecuperabile.
E forse ci si sta quasi arrivando, al lastrico, visto che la mossa felina di Kim Jong-un, l' inaspettata apertura per far incontrare ieri le due delegazioni nel «villaggio della tregua» di Panmunjom, nella zona demilitarizzata, ha portato un piccolo frutto: inviare alle Olimpiadi un gruppo nordcoreano d' alto livello composta di atleti, cheerleader, tifosi e giornalisti, assieme a una squadra di Taekwondo. Non poteva esserci garanzia migliore, per la Corea del Sud, contro la paura di missili o sabotaggi dal Nord durante i Giochi invernali.
Anche il clima di quest' incontro è stato importante. A volte i dettagli dei retroscena sono quasi più importanti dei risultati. Il delegato nord-corano, Ri Son Gwon, si è lasciato andare a battute meteorologiche: «Non é esagerato paragonare le condizioni climatiche con le relazioni inter-coreane: fa così freddo che interi fiumi e montagne sono ghiacciati». Il ministro dell' Unificazione sudcoreano ha fatto sapere che da ragazzo è stato campione di pattinaggio sul ghiaccio.
Per l' America si tratta di fuffa. Lo ha ricordato l' ambasciatrice americana all' Onu, Nikki Haley: «Non c' è bisogno di un cerotto, qui. Non c' è bisogno di un sorriso e di una foto. Se non si fa qualcosa di concreto per eliminare tutte le armi nucleari dalla Corea del Nord non possiamo prendere sul serio questo dialogo».
Ma Trump, nel suo stile inimitabile, s' è preso il merito anche di quest' apertura, sostenendo che è grazie ai suoi toni duri che Kim ha deciso di cedere al dialogo. Più probabile siano state le sanzioni della Cina, che ha ridotto le esportazioni di greggio nel gasdotto con la Corea del Nord, facendo raddoppiare i costi del carburante nel rigido inverno coreano.
Kim spera forse di spingere Russia e Cina a rinnovare la richiesta di un accordo «freeze for freeze»: bloccare il programma nucleare nord-coreano in cambio di una sospensione degli esercizi militari congiunti delle forze americane e sudcoreane (già rinviate a dopo le Olimpiadi). L' obiettivo può essere riaprire negoziati che portino Stati Uniti, Cina e Russia a offrire incentivi diplomatici ed economici in cambio di una sospensione del programma nucleare. Trump ha già detto che è una strada inaccettabile. Ma forse, a questo punto, si lavora già a questa possibilità.