1. “SCONFITTA BRUCIANTE”
Monica Guerzoni per Corriere della Sera
boschi e casson alla biennale 7558588
Ha perso Felice Casson, ha perso un «gufo» della sinistra. Ma di certo non ha vinto Matteo Renzi. «Un risultato luci e ombre», ammette che è notte Lorenzo Guerini. Il ribaltone di Venezia è una umiliazione bruciante per i dem, che hanno governato la Serenissima per 22 anni e ieri notte hanno dovuto cedere un’altra storica roccaforte a un outsider come Brugnaro. Uno che, sospirano al Nazareno, «potrebbe tranquillamente stare con noi». Magra consolazione per un partito che paga a caro prezzo il coinvolgimento di alcuni suoi esponenti nelle inchieste, dal Mose a Mafia Capitale.
Una batosta. Il premier è andato a Venezia due volte per far sentire il suo appoggio a Casson, ma l’effetto Renzi non c’è stato. La sconfitta è destinata a pesare anche sui rapporti con la minoranza. Dopo il sofferto 5 a 2 delle Regionali, le amministrative confermano che il leader ha iniziato questa seconda fase di governo con qualche affanno. Prova ne sia l’astensionismo, che conferma una nuova ondata di disaffezione verso la politica. «È un calo importante - riconosce Debora Serracchiani - serve una riflessione. La politica non può essere un pezzo del problema».
Il centrosinistra vince a Macerata, Mantova, Trani e Lecco. il Pd resta primo partito, ma come dice Guerini, «stanotte non si brinda». Arezzo, Nuoro, Matera, Chieti, Lamezia Terme e Fermo sono perse. «Città importanti...», geme Guerini. E a Venezia il Pd incassa il colpo più duro. Lo ammette la Serracchiani, interpretando i tormenti di Renzi: «A Venezia ha pesato la fine traumatica della legislatura. Non siamo riusciti a ricostruire un rapporto con la città, nonostante la candidatura importante di Casson».
La vicesegretaria del Pd ringrazia l’ex pm per «l’impegno che ha messo nella sfida, in un contesto non facile» e ammette che «ha pesato molto il sentimento nazionale sull’immigrazione». Gli italiani vedono in tv le immagini drammatiche dei profughi e scelgono la Lega, con il suo «approccio facilitato su questioni così complesse».
Ma al Nazareno non si nascondono dietro un dito. Sono tutti consapevoli che un Pd spaccato e dalla guida incerta sul territorio, non è appetibile in un momento così difficile. «Il Pd ha tenuto e in Lombardia conquistiamo alcuni comuni. Ma certo le divisioni interne - ammette Serracchiani - non hanno aiutato a far passare un messaggio di speranza. Dobbiamo ragionare su come rafforzare il partito sui territori». A Palazzo Chigi individuano tre temi su cui lavorare sodo: immigrazione, fisco, crescita economica.
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Adesso la (fragile) tregua vacilla e la minoranza deve scegliere se addebitare a Renzi un’altra frenata oppure, se prendersi sulle sue spalle una parte di responsabilità. Le tensioni tra le diverse anime sembrano destinate a riaccendersi e lo fa capire il senatore Miguel Gotor: «È inquietante il dato dell’astensionismo, un risultato che getta un’ombra sul meccanismo di funzionamento dell’Italicum».
2. NELLA TOSCANA DI RENZI IL PD PERDE TRE CITTÀ - UNA BATOSTA CLAMOROSA PER IL PARTITO DEL PREMIER
Nico Di Giuseppe per Il Giornale
"Le elezioni per il ballottaggio nei comuni non sono un test per il governo e non hanno alcun significato a livello nazionale".
maria elena boschi e marco gay
Pur prendendo per buona la disamina del vicesegretario democratico Lorenzo Guerini, il premier Matteo Renzi farebbe bene almeno a dare un'occhiata in casa propria. Più precisamente in Toscana. Perché dopo il calo di voti alle regionali, anche il responso dei ballottaggi ha segnato una crepa profonda tra il suo partito e gli elettori.
La Toscana è meno rossa. Il Pd perde nell’unico capoluogo, Arezzo, dove Alessandro Ghinelli, candidato della lista civica "OraGhinelli" sostenuta dai partiti di centro destra, diventa il nuovo sindaco.
A Pietrasanta, in provincia di Lucca, trionfa Massimo Mallegni, alla guida di una lista civica sostenuta dal centrodestra. E nel comune di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro vince su Luca Poletti. Tre città perse, tre città che passando al centrodestra.