DOVE LA POLITICA FALLISCE, CI PENSA APPLE - TIM COOK SI SCHIERA CONTRO LA LEGGE DELL'INDIANA CHE PERMETTE DI RIFIUTARE I SERVIZI AI GAY PER MOTIVI RELIGIOSI - JEB BUSH INVECE SI BUTTA A DESTRA E LA DIFENDE
1. GAY: USA; JEB BUSH DIFENDE NORME PRO-DISCRIMINAZIONE INDIANA
(ANSA) - Jeb Bush, l'ex governatore della Florida e uno dei papabili repubblicani alla Casa Bianca per il 2016, difende la criticata legge dello Stato dell'Indiana che, secondo alcuni, consente alle società e agli esercizi commerciali di discriminare i gay sulla base della libertà religiosa. Bush ritiene che Mike Pence, governatore dell'Indiana, abbia fatto la ''cosa giusta'' nel firmare la legge che ''consente alle persone di fede di esprimere quello in cui credono''.
2. TIM COOK SCHIERA LA APPLE: LE LEGGI CHE DISCRIMINANO I GAY DANNOSE PER I DIRITTI E GLI AFFARI
Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
IL GOVERNATORE DELL INDIANA MIKE PENCE FIRMA LA LEGGE ANTI GAY COI RAPPRESENTANTI RELIGIOSI
Stop al razzismo, niente lasciti ereditari ai parenti, l’orgogliosa rivendicazione della sua omosessualità e adesso, addirittura, una crociata di Tim Cook contro gli Stati che, avanzando obiezioni di tipo religioso, legittimano discriminazioni nei confronti dei gay. Quando sostituì Steve Jobs, ormai morente, molti pensarono che il destino della Apple — finita nelle mani di un manager non solo privo della genialità e del carisma del Fondatore, ma anche piuttosto opaco — fosse ormai segnato. Invece, a distanza di quasi quattro anni dall’uscita di scena di Jobs, il gruppo di Cupertino continua ad andare a gonfie vele e Cook, spazzati via gli oppositori interni, oltre ad avere l’azienda solidamente in pugno, sta diventando una figura importante in America anche sul piano politico e sociale.
Dalle diseguaglianze economiche alla difesa dei gay, Tim esce allo scoperto sempre più spesso sulle questioni dei diritti civili da quando, cinque mesi fa, ha fatto il suo coming out . Non solo è stato il primo capo di un grande gruppo a dichiararsi apertamente gay (alla BP John Browne lo fece solo dopo aver lasciato la guida del gigante petrolifero) ma si è detto orgoglioso di appartenere a questa comunità e convinto che la sua sensibilità omosessuale sia «uno dei doni principali avuti da Dio».
MIKE PENCE GOVERNATORE INDIANA
Dopo quella sortita vissuta come un dovere civico («Spero che sapere che il capo della Apple è gay aiuti gli altri e li spinga a battersi contro le discriminazioni») Tim Cook ha pronunciato un discorso contro il razzismo in Alabama (dove è nato), criticando concittadini e politici locali per il ritardo accumulato da questo Stato nella lotta alle discriminazioni etniche e a sfondo sessuale.
tim cook alla presentazione dell'apple watch e3bee14
Poi ha annunciato che anche lui, come molti altri miliardari, ha aderito all’iniziativa di Bill Gates e Warren Buffett per la redistribuzione della ricchezza accumulata dai super-ricchi nella loro vita. Il capo di Apple donerà tutto salvo quanto necessario per gli studi della sua unica nipotina. Agli eredi, insomma, non lascerà nulla se non la possibilità di frequentare ottime scuole.
Ma adesso, attaccando lo Stato dell’Indiana e la sua recente legge che autorizza i privati che gestiscono un’impresa o un servizio a discriminare gli omosessuali per motivi religiosi (una cosa è il gay non assunto da una chiesa come sacrestano, un’altra due donne non servite in un ristorante perché lesbiche), Tim Cook compie un salto di qualità che può avere conseguenze rilevanti per l’America e per la sua stessa azienda. La legge appena approvata dallo Stato conservatore del Mid-West è stata già criticata dal portavoce della Casa Bianca e da imprenditori come Marc Benioff di Salesforce.com mentre i sindaci di San Francisco e Seattle hanno annunciato una specie di boicottaggio.
tim cook alla presentazione dell'apple watch 470a056
Tim Cook è andato molto più in là: non una dichiarazione rilasciata passando davanti a dei microfoni, ma un editoriale molto meditato, scritto per il Washington Post , nel quale il supermanager denuncia il rischio di un’involuzione democratica dell’America a causa delle nuove norme dell’Indiana e di altri progetti di legge che «razionalizzano l’ingiustizia, demolendo i principi sui quali la nostra nazione è fondata».
Cook condanna altre leggi come quella già in vigore in Arkansas e le norme all’esame del Texas che, se approvate, lascerebbero senza stipendio e senza pensione i funzionari pubblici che danno licenze matrimoniali alle coppie omosessuali. E conclude che le discriminazioni, sotto qualunque forma, non solo «possono farci perdere decenni di progressi fatti verso una maggiore uguaglianza, ma fanno anche male al business».
Per questo Cook, consapevole che gli americani sono molto sensibili alle ragioni dell’economia, chiarisce che parla non come privato cittadino ma come capo della Apple, l’impresa più capitalizzata al mondo, e invita anche gli altri gruppi a fare altrettanto perché «dal Nevada al North Carolina, le nuove leggi ora in esame penalizzeranno i livelli occupazionali, la crescita e la vivacità economica di parti importanti del Paese». Se non è una minaccia di boicottaggio, poco ci manca. Cook mostra molto coraggio, anche a costo di prendersi, e di far prendere alla sua azienda, rischi non trascurabili .