ECCO COME LA ‘NDRANGHETA HA CONQUISTATO LA LOMBARDIA - ZAMBETTI FREQUENTAVA “I CALABRESI” GIÀ NEGLI ANNI ’80, E LA SUA STORIA È QUELLA DI TANTI IMPRENDITORI - COME DICE UN VECCHIO MARESCIALLO: “QUESTI COMINCIANO PERCHÉ UNO GLI DÀ FASTIDIO, CHIEDONO AIUTO, FUNZIONA, POI HANNO BISOGNO DI PRESTITI, O DI RECUPERARE I CREDITI, E POI I BOSS LI METTONO SOTTO”…

Piero Colaprico per "la Repubblica"

Scene di crimine e anticrimine in Lombardia: «La Sicilia l'hanno sconfitta, l'hanno demolita, è finita la Sicilia. La Campania la stessa cosa, la stanno distruggendo lo stesso. Ma la Calabria, dice, è venuta qua sopra! E gira e volta gli investimenti li fai qui. Ormai c'è la Calabria, qua sopra, e devono distruggere la Calabria». Questa sgrammaticata ma puntuale analisi, registrata dalle microspie, viene fatta da due uomini di 'ndrangheta.

Uno è Eugenio Costantino, e cioè «l'elegantone», il faccendiere legato ai clan, quello che con le sue leggerezze ha distrutto l'assessore regionale Mimmo Zambetti e azzerato la giunta di Roberto Formigoni. L'altro si chiama Vincenzo Evolo, taglia extralarge, mani come pale, ritenuto il soldato del recupero crediti, il «cattivo». È il marzo del 2011, Ilda Boccassini è diventata il procuratore aggiunto antimafia, insieme con Giuseppe Pignatone Lombardia, Roma e Calabria, ha arrestato centinaia di persone, tra cui medici, magistrati, politici, è la zona grigia che per la prima volta comincia a venire stanata.

UN ASSESSORE AL NIGHT
Da dove spunta un assessore che a sessant'anni paga 200 mila euro per i voti della ‘ndrangheta? E dove ha preso quei contanti? I carabinieri del comando provinciale di Milano e il pubblico ministero Paolo D'Amico si sono mossi nel totale segreto per non dare scampo agli indagati. Sono stati sequestrati solo ieri i computer di Enrica Papetti, la segretaria fidatissima di Zambetti per sedici anni. Il faccendiere della ‘ndrangheta la descrive così: «Fa tutto lei, tutti gli imbrogli (...) quella è proprio complice in tutto».

Un dettaglio inedito arriva persino dalla Milano da bere. Erano gli anni ‘80, Pepè Onorato e Mimmo Teti erano i boss «dei calabresi» (allora si diceva semplicemente così), e un brigadiere fa un controllo in un night. Identifica i clienti: spuntano Teti e il futuro assessore Zambetti. L'avvocato dice che Zambetti è stato in fondo un po' superficiale, ma anche nel maggio 2009 rispunta il nome dell'assessore. Lo fanno due calabresi finiti travolti da altre indagini: «Vedi se organizzi una quindicina di giovanotti che andiamo a Cinisello e ci prendiamo un aperitivo che c'è Zambetti (...) roba di elezioni, ma non devono votare niente, andiamo solo lì per presenza, passo con il pullman e li prendo».

MILANO-REGGIO CALABRIA
La campagna elettorale della ‘ndrangheta ha però sempre e solo uno scopo primario: «Zambetti ce l'abbiamo in pugno, gli facciamo un culo così». Zambetti si mette a disposizione con favori che fa e appalti che promette. E così diventa più che legittimo domandarsi: da quanto tempo «lavorano» come portavoti questi clan che si muovono alla grande tra Nord e Sud?

Eugenio Costantino parla con suo padre del boss Pino D'Agostino, e gli dice, papale papale: «Con Scopelliti in Calabria, hai visto come ha fatto? Sono andati là, li hanno pagati, ed hanno comprato i voti. Se non paghi i voti non vinci!.. Pure Pino è stato due mesi l'anno scorso con la pol...», cioè con la politica, per Giuseppe Scopelliti, pdl. È lo stesso Scopelliti che ieri parlava a favore del sindaco di Reggio Calabria, comune «chiuso» per ‘ndrangheta.

L'INFILTRAZIONE INFINITA
Più le si leggono, più le si ascoltano, queste clamorose, anzi spaventose intercettazioni diciamo di ultima generazione, più emerge al Nord un salto di mentalità. Tanto da parte della ‘ndrangheta, più moderna, anche se ancoratissima alle tradizioni. Tanto - attenzione - da parte degli imprenditori. Ne devono ascoltare presto sessanta, e di questi, la metà non ha radici al sud. Eppure, hanno pagato e pagano i boss per varie ragioni e non li hanno mai denunciato. Mai. Solo per paura?

C'è infatti da riconsiderare grazie al lavoro svolto in strada il concetto sin qui noto di infiltrazione. Esempio perfetto è la vicenda dell'ultimo arrestato, il ristoratore cremonese Valentino Gisana. Gisana subisce un tentativo di estorsione, va dalla polizia e fa una denuncia generica, ma consegna a uomini della ‘ndrangheta il telefonino dei ricattatori. E così tra il gigantesco Vincenzo Evolo e gli altri gangster ci si annusa, ci si capisce e Gisana non deve più pagare l'esoso pizzo. Ma «qualche cosa bisogna pagare, per il tempo che hanno perso», gli dicono in sintesi.

E Gisana paga. Poi gli impongono di assumere un cameriere, e ok, assunto. A quel punto Gisana, che vanta un credito nei confronti di un debitore che però non si fa trovare, domanda agli «amici» calabresi se lo aiutano loro. E così la «macchina da guerra» del clan si muove, ma Gisana alla fine si sfoga con un amico: «Troppa gente che mi pressa, adesso quelli lì (e cioè i ricattatori) non mi hanno rotto più i coglioni, ma adesso io ho paura che (i "calabresi") mi mettono sotto (...) lo "Zio" mi manda gli altri, cambiami l'assegno, cambiami l'assegno (...) per me è una storia infinita».

LA SPIEGAZIONE DEL MARESCIALLO
È, nel suo orrore, una frase bellissima. Una frase-chiave. La giriamo a un vecchio maresciallo che spiega: «Questi cominciano perché uno gli dà fastidio, chiedono aiuto, funziona, poi hanno bisogno di prestiti, o di recuperare i crediti, e quando i boss li mettono sotto, che cosa devono fare? Vengono qui a raccontarci che hanno cominciato loro questa catena?».

Più di tante sociologie, vale dunque quest'indagine: sono gli imprenditori del Nord che adesso vanno a cercare i boss di riferimento? Sia gli imprenditori sia i politici diventano però presto come «un pacchetto», che viene passato da mano mafiosa a mano mafiosa, tanto non si può ribellare nessuno: «Hai visto quel "pisciaturu" di Zambetti come ha pagato. Ehh, lo facevamo saltare in aria. Si è messo a piangere, ohh, davanti a me a zio Pino».

IL VOTO COERCITIVO
Il 5 maggio del 2011, l'«elegantone» fa a bordo della sua Bmw imbottita di microfoni come un'emittente radiofonica una specie di piccola mappa: «Magenta, Sedriano, Vittuone, Corbetta, anche che noi qui, dato che diamo una mano a tutti nella politica, allora conosciamo tutti. I sindaci qua sono tutti amici nostri... tutti di destra! I sindaci di questi paesi non ce ne è uno che non conosciamo, in qualche modo l'abbiamo aiutato noi a vincere», dice Costantino. Come ottengono questi voti i boss? Perché nell'ordinanza viene usato l'aggettivo «coercitivo»?

«Una volta - spiegano in via Moscova - votavi come ti diceva il boss perché ti faceva paura, ora lo voti perché dice: "Ci guadagniamo tutti". La coercizione sta nel fatto che chi vota sa perfettamente che chi chiede è legato alla mafia calabrese». In effetti, nelle intercettazioni del chirurgo Marco Scalambra, arrestato, si sente citare spesso la «lobby dei calabresi». Lobby? sono clan, ma l'unico voto a forza di mazzate viene estorto a due truffatori. Hanno «zanzato» il calabrese sbagliato, e finiscono per cedere soldi e diamanti dopo con un sequestro di persona. Si salvano, ma «Vi diremo per chi votare».

Ecco perché la procura antimafia dichiara apertis verbis che in Lombardia oggi abbiamo «il prodotto di un perfetto ed autorevole coordinamento di un'unica struttura organizzata, insediatasi, ed ormai radicatasi, anche nella provincia di Milano». Più chiaro di così, ed è proprio il caso di dirlo, si muore. Ammazzati.

 

DOMENICO ZAMBETTIZAMBETTI E FORMIGONI Domenico ZambettiILLUSTRAZIONE SARX PIRELLONE CARCERE ROBERTO FORMIGONI AL PIRELLONE CON UNA DELLE SUE DIVISE ROBERTO FORMIGONI E LA GIACCA ARANCIONEIL PIRELLONEGIRO D'AFFARI DELLA NDRANGHETANDRANGHETAROBERTO FORMIGONI

Ultimi Dagoreport

trump modi xi jinping ursula von der leyen

LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA DELLE TARIFFE, IL TRUMPONE SI ERA ILLUSO DI POTER RIAFFERMARE IL POTERE GLOBALE DELL’IMPERO AMERICANO. IN PRIMIS, SOGGIOGANDO IL DRAGONE CINESE, L’UNICA POTENZA CHE PUÒ METTERE ALLE CORDE GLI USA. SECONDO BERSAGLIO: METTERE IL GUINZAGLIO AI “PARASSITI” EUROPEI. TERZO: RALLENTARE LO SVILUPPO TECNOLOGICO DI POTENZE EMERGENTI COME L’INDIA - LA RISPOSTA DEL NUOVO ASSE TRA EUROPA E CINA E INDIA, È STATA DURA E CHIARISSIMA. È BASTATO IL TRACOLLO GLOBALE DEI MERCATI E IL MEZZO FALLIMENTO DELL'ASTA DEI TITOLI DEL TESORO USA. SE I MERCATI TROVANO ANCORA LINFA PER LE MATTANE DI TRUMP, PER GLI STATI UNITI IL DISINVESTIMENTO DEL SUO ENORME DEBITO PUBBLICO SAREBBE UNO SCONQUASSO DA FAR IMPALLIDIRE LA CRISI DEL ’29 - CERTO, VISTO LO STATO PSICOLABILE DEL CALIGOLA AMERICANO, CHISSÀ SE FRA 90 GIORNI, QUANDO TERMINERÀ LA MESSA IN PAUSA DEI DAZI, L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA RIUSCIRÀ A RICORDARLO? AH, SAPERLO…

giana, turicchi, venier, paolo gallo, cristian signoretto arrigo antonino stefano

DAGOREPORT - AL GRAN BALLO DELLE NOMINE DELLE AZIENDE PARTECIPATE DALLO STATO - FA STORCERE IL NASO IL NUOVO CEO DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA): ARRIGO GIANA VANTA UN CURRICULUM DI AMMINISTRATORE PRETTAMENTE “LOCALE” E “DE SINISTRA”: MALGRADO SIA STATO IMPOSTO DA SALVINI, GUIDA ATM GRAZIE AL SINDACO BEPPE SALA. E PRIMA ANCORA FU NOMINATO CEO DI COTRAL DALL’ALLORA GOVERNATORE DEL LAZIO NICOLA ZINGARETTI; DOPODICHÉ SI ATTACCÒ ALL’ATAC, SPONSOR IL SINDACO GUALTIERI - RIMANE IN BALLO LA QUESTIONE SNAM: MALGRADO IL PARERE FAVOREVOLE DI CDP ALLA CONFERMA DI STEFANO VENIER, IL CEO DI ENI DESCALZI PUNTEREBBE SU CRISTIAN SIGNORETTO. IN BILICO PAOLO GALLO AL QUARTO MANDATO COME AD DI ITALGAS…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - MELONI, CHE JELLA: HA ASPETTATO SETTIMANE PER UN INCONTRO CON TRUMP E NON APPENA GLIELO CONCEDE, IL "DAZISTA" DELLA CASA BIANCA PRIMA SE NE ESCE CON LA TRUCIDA FRASE: “QUESTI PAESI CI CHIAMANO PER BACIARMI IL CULO”, ED OGGI RINCULA COME UN SOMARO SPOSTANDO DI 90 GIORNI L'APPLICAZIONI DEI DAZI (CINA ESCLUSA) – A QUESTO PUNTO, QUALI RISULTATI POTRA' OTTENERE DAL VIAGGIO IN AMERICA? 1) UN TRATTAMENTO “ALLA ZELENSKY” E UN NULLA DI FATTO; 2) UNA PROPOSTA IRRICEVIBILE DI DAZI AL 10% SOLO PER L’ITALIA; 3) TRUMP, DI COLPO RINSAVITO, SFRUTTA L’OPPORTUNITÀ DEL BACIO DI PANTOFOLA DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' PER APRIRE UNA TRATTATIVA CON L’UNIONE EUROPEA. BUM! PER LA DUCETTA SAREBBE LO SCENARIO DEI SOGNI: ALLA FACCIA DI URSULA-MACRON-MERZ POTREBBE VENDERSI COME “SUO” IL MERITO DI AVER FATTO RINSAVIRE "LO SCEMO DEL VILLAGGIO GLOBALE"...

jerome powell donald trump

DAGOREPORT – CHE FARÀ IL PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE AMERICANA, JEROME POWELL? AL GROTTESCO RINCULO TRUMPIANO DI 90 GIORNI SUI DAZI AVRA' CONTRIBUITO, OLTRE AI MERCATI IN RIVOLTA, L'AVANZARE DI UNA FRONDA REPUBBLICANA  CONTRO IL TYCOON GUIDATA DAL SENATORE RAND PAUL (ORA SONO NOVE) - UNA FRONDA CHE, AGGIUNTA AL VOTO DEI DEM, POTREBBE ANCHE METTERE TRUMP IN MINORANZA AL CONGRESSO - SE IL TRACOLLO DELL’ECONOMIA A STELLE E STRISCE DIVENTERA' INGESTIBILE, L'ARMA FINALE E' L'IMPEACHMENT DEL CALIGOLA PER MALGOVERNO AI DANNI DEGLI STATI UNITI...

donald trump pam bondi laura loomer

FLASH – PAM! PAM! TRUMP FARA' LA FINE DI CLINTON CON MONICA INGINOCCHIATA?NEGLI STATES SI VOCIFERA MOLTO SULLA STRETTA VICINANZA TRA TRUMP E LA CURVACEA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, PAM BONDIUNA STIMA PARTICOLARE, COME QUELLA RIPOSTA IN PASSATO NELL’ATTIVISTA “MAGA” LAURA LOOMER. SI SPIEGHEREBBE COSÌ L’ASCENDENTE CHE LE DUE DONNE HANNO SUL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO: SE BONDI IMPERVERSA SULLE TV AMERICANE, LOOMER È TALMENTE POTENTE DA AVER CONVINTO IL PRESIDENTE DEMENTE A CACCIARE IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI NSA, TIMOTHY HAUGH – L’ONNIPRESENZA DELLE DUE BOMBASTICHE ERINNI HA SPINTO MELANIA A PRENDERE LE DISTANZE DALLO STUDIO OVALE…