L’EDITTO TWITTER DI RENZIE SUI TALK/1 – FORMIGLI: “IL PREMIER PENSI A GOVERNARE, NOI VERREMO GIUDICATI DAL NOSTRO PUBBLICO” – COME IL BANANA, RENZI HA LA SUA TROUPE CHE POI MANDA IL GIRATO AI TG

Matteo Renzi da Maria De Filippi ad AmiciMatteo Renzi da Maria De Filippi ad Amici

1. IL PREMIER E L’EDITTO DI TWITTER: “CAMBIAMO IL MODO DI RACCONTARE”

Mattia Feltri per “la Stampa”

 

Gli intenti riformisti indirizzati da Matteo Renzi ai talk show impongono un rischio: l’impegnativo parallelo e non soltanto per il premier, ma anche per i giornalisti; e tuttavia era venuta in mente una sentenza di Napoleone Bonaparte: «Se lascio le briglie alla stampa, non resterò al potere tre mesi».

 

L’accostamento è esagerato, visto che il nostro capo di governo ha così poco a cuore l’informazione, compresa quella potenzialmente benevola, da aver lasciato chiudere sia  l’Unità che  Europa  in un solo anno di segreteria. E però qualche segnale di nervosismo è spuntato proprio lunedì - nell’ora in cui andava in onda Piazza pulita di Corrado Formigli - quando Renzi ha twittato: «Trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri: basta una sera alla tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia».

Matteo Renzi Bruno VespaMatteo Renzi Bruno Vespa

 

Non è questione di Formigli, ma la critica è anche condivisibile, e spesso diventa autocritica per quanto sterile. Però stavolta ha colpito che venisse dall’uomo più potente d’Italia, il capo di governo, politico di piglio così innovativo ma improvvisamente conservatore nei rapporti con l’informazione:

 

matteo renzi vestito da babbo natalematteo renzi vestito da babbo natale

Su Silvio Berlusconi e l’editto di Sofia (con conseguente uscita dalla Rai di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi) si è scritto con incontenibile entusiasmo, sul disprezzo di Massimo D’Alema per gli scribacchini si è costruita una mitologia, sui rancori di Romano Prodi si è un po’ glissato, ma tocca ricordare che per qualche mese rifiutò di rispondere ai microfoni del Tg4, i cui telespettatori erano comunque suoi governati. 

Ma è stato il tweet successivo di Renzi a lasciare piuttosto perplessi: «Dobbiamo cambiare modo di raccontare l’Italia e la politica». Un progetto incontestabile, ma non di stretta competenza di Palazzo Chigi.

renzi e vespa incontrano cristina parodirenzi e vespa incontrano cristina parodi

 

La necessità di correggere il giornalismo - compreso quello italiano - nelle democrazie non segue le inclinazioni del premier, oltretutto se si tratta di un premier che i talk li frequenta abbondantemente, e dunque con soddisfazione. Anche perché paiono inclinazioni abbastanza visibili: come ha raccontato questo giornale, una troupe di governo segue il presidente del Consiglio nei suoi viaggi e nei suoi incontri, e talvolta garantendosi l’esclusiva di immagini che poi vengono girate ai tg.

 

RENZI FAZIO RENZI FAZIO

È successo anche nel recente bilaterale fiorentino con Angela Merkel, durante la passeggiata agli Uffizi. E quando Renzi è stato contestato all’Europarlamento da Matteo Salvini e i suoi leghisti, sul sito di Palazzo Chigi non sono andate le immagini dall’aula, che indugiavano molto sugli oppositori, ma quelle private, più fisse sul premier. Il tentativo di dare una particolare luce a sé e al proprio lavoro - con un cameraman, una squadra di twitteristi, soffiate fatte girare qua e là per la golosità dei retroscenisti - è comprensibile, e dovrebbe bastare così.

 

 

BERLUSCONI INTERVISTATO DA CORRADO FORMIGLI BERLUSCONI INTERVISTATO DA CORRADO FORMIGLI

2. IL PREMIER GOVERNI E LASCI I TALK AI GIORNALISTI

da “la Repubblica”

 

Dopo le telefonate-sfuriate di Berlusconi a Raggio verde (rissa con Santoro) a Ballarò ( insulti a Floris) e L’infedele (battibecchi con Lerner) lunedì sera Matteo Renzi ha inaugurato con Piazzapulita un nuovo corso: quello del tweet-sfottò in diretta per ridicolizzare gli sgraditi talk politici. Cinguettando: “Trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri: basta una sera alla tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia”. Maltrattando gli ospiti Stefano Fassina e Oscar Giannino, Vittorio Feltri e Claudio Cerasa, Vittorio Sgarbi e Roberta De Monticelli.

 

Formigli, cosa non è piaciuto al presidente del Consiglio?

Corrado Formigli Corrado Formigli

«Quello di Renzi è un tweet sgradevole, ma non ci stracciamo le vesti. Un premier ha molte possibilità di andare in un talk show. Se non ci va dovrebbe evitare di intervenire da fuori, emettendo giudizi su come fare informazione. Il capo dell’esecutivo pensi a governare, noi giornalisti pensiamo a fare il nostro mestiere come più ci piace: il nostro pubblico e il mercato ci giudicheranno».

 

Ma un premier avrà pure il diritto di criticare la tv...

Vittorio Zincone Vittorio Zincone

«Lanciare con un tweet accuse generiche e vagamente allusive su un talk al quale si è deciso, pur invitato, di non partecipare, non mi pare opportuno per un premier. A meno che non si voglia rettificare una falsa notizia. Renzi invece non ha precisato a quali “balle spaziali” e “finti scoop” si riferisse. A Piazzapulita parlavamo di Quirinale e franchi tiratori...».

 

La crisi dei talk è anche colpa di una compagnia di giro di ospiti che ha stufato gli italiani?

«Non mi va di rispondere a una domanda sulla presunta crisi dei talk in relazione a un tweet di Renzi. Non credo spetti al Presidente del Consiglio stabilire se questo genere sia in crisi oppure no. Spetta, lo ripeto, al pubblico, quindi al mercato».

 

Renzi fa lievitare l’audience tv. Lui va ovunque, ma non da lei: come lo spiega?

«Renzi è libero di andare dove vuole. É un assiduo frequentatore di talk, ci partecipa quasi ogni settimana. Ma evidentemente i talk vanno bene solo quando ci va lui a illustrare i risultati del governo. E sono in crisi quando non è lui a guidare il racconto».

 

Il tweet di Renzi ha tonificato i vostri ascolti?

«Siamo cresciuti, fino al 4.60% di share. In questa stagione Piazzapulita ha fatto parecchi colpi giornalistici, dal reportage esclusivo a Kobane agli scoop su Mafia Capitale».

 

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