EPPUR SI PARLANO – RENZI E BERLUSCONI SI STANNO ACCORDANDO PER LA RAI (TE PAREVA): L’EX FORZISTA LUISA TODINI ALLA PRESIDENZA E DALL'H3G VINCENZO NOVARI COME AMMINISTRATORE DELEGATO – IL PREMIER SPACCONE CONVINTO CHE LA RIFORMA PASSERÀ IN TEMPO PER FARE LE NOMINE

Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera

 

Non sarà un patto del Nazareno con tutti crismi, non ci saranno più incontri, strette di mano, fogli protocollati e firmati, e ognuno (Matteo Renzi e Silvio Berlusconi) veleggerà verso il suo destino senza concedere troppo all’altro. 

silvio berlusconi fotografato da bruno vespasilvio berlusconi fotografato da bruno vespa


Ma una qualche forma di collaborazione, o, quanto meno, di tregua più che disarmata, tra l’ex Cavaliere e il presidente del Consiglio c’è, con buona pace delle smentite che il leader di Forza Italia ha fatto, a dire il vero, senza troppo vigore, o di quelle virulente del capogruppo dei deputati azzurri Renato Brunetta. O, almeno l’hanno capita così i collaboratori del premier, quando hanno sentito Renzi ripetere per l’ennesima volta, con aria pacata e altrettanto ferma, che «la riforma della Rai si farà». 


Del resto, a sponsorizzare dall’altra parte della barricata un atteggiamento meno ostile nei confronti di Palazzo Chigi sono stati, non a caso, Fedele Confalonieri e Gianni Letta. E basta pronunciare questi due nomi per essere portati a pensare che in questa intesa una parte importante l’abbia la tv. E infatti così è. Raccontano al Nazareno che la sicumera con cui Renzi rassicura i suoi sul fatto che le prossime nomine dei vertici della Rai non verranno fatte con la legge Gasparri derivi proprio da là. Cioè dall’accordo che si sta costruendo (faticosamente) con Berlusconi per far passare in Parlamento la nuova normativa sulla tv di Stato. 

matteo renzi al g7matteo renzi al g7


Come in ogni intesa politica, ognuno deve avere il suo. In questo caso il leader di FI avrebbe il presidente. Anzi, la presidente. Ossia Luisa Todini, che attualmente ricopre un altro incarico importante. È alla presidenza delle Poste italiane. Sì, è una delle nomine femminili che il premier Renzi volle fare per dimostrare che l’Italia non può essere declinata tutta al maschile.

 

Ma tutti sanno che Todini ha lasciato il cuore alla Rai. E che con Berlusconi ha mantenuto ottimi rapporti (entrò in Forza Italia nel 1994, proprio alle origini dell’avventura del movimento azzurro). Per questa ragione nei conversari privati tra gli sherpa che cercano di trovare l’accordo per sbloccare la «questione Rai» è stato fatto il suo nome. E sia da parte del premier che da parte dell’ex Cavaliere non c’è stata nessuna obiezione. 

giovanni toti matteo renzigiovanni toti matteo renzi


In questo contesto, ovviamente, Luigi Gubitosi lascerebbe l’attuale incarico per spostarsi altrove. Alle Ferrovie, dicono i più. Alle Poste, suggerisce qualcun altro. Comunque non spetterebbe a lui la poltronissima di Viale Mazzini. Quella dell’amministratore delegato al quale Renzi vorrebbe affidare tutti i poteri effettivi, quelli che finora nessun direttore generale ha mai avuto nell’azienda della tv pubblica.

 

Il nome più gettonato per quel posto, al momento, è quello di Vincenzo Novari, genovese, classe ‘59, attuale amministratore delegato di 3 Italia, amico di Franco Bernabè e Renato Soru, ha parlato dal palco della Leopolda ed è in buoni rapporti con uno dei più cari amici di Renzi, Marco Carrai. 

luisa todini (3)luisa todini (3)


Certo, viste le turbolenze parlamentari che sono all’ordine del giorno, è ancora presto per dire se questo patto reggerà. Ma il presidente del Consiglio continua a ripetere ai parlamentari a lui più vicini che «la riforma della Rai si farà». Segno evidente che avrà avuto un qualche «affidavit», altrimenti non sarebbe così tranquillo su un argomento di tale delicatezza. E non spiegherebbe ai fedelissimi: «Non ci possiamo permettere di rinnovare i vertici della televisione di Stato con una legge come la Gasparri». 


Quello che è più difficile capire è se questa intesa sulla Rai che si sta faticosamente costruendo (all’insaputa di molti, sia nel centrodestra che nel Pd) possa essere foriera di altre novità. Certamente non della modifica della legge elettorale, di cui pure si parla tanto in questi ultimi giorni. Su questo punto il presidente del Consiglio è netto: «Non cambio l’Italicum». Lo dice con grande sicurezza. 

Vincenzo NovariVincenzo Novari


E allora è sulla riforma costituzionale che potrebbe giungere «un aiutino dal centrodestra» (lo definiscono cosi alcuni autorevoli esponenti del Partito democratico). Senza però rivelare di che tipo di sostegno si possa trattare. Cioè se di un «via libera ufficiale» (cosa assai difficile, visto che Berlusconi è partito all’inseguimento di Matteo Salvini) o, piuttosto, di un aiuto di un gruppo di forzisti che vengono incontro al premier non seguendo la linea di FI; disobbedendo, ma con l’autorizzazione de l «capo» in tasca. 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…