EPURAZIONE CONTINUA - PARTE LA PROCEDURA DI ESPULSIONE DI DUE GRILLINI: “NON HANNO RESTITUITO I RIMBORSI”. LORO NEGANO: “LI ABBIAMO DATI ALLA CARITAS” - MERLO: “GLI ERETICI GRILLINI SI VENDICANO IN TV”

1. M5S, AL VIA SUL BLOG DI GRILLO LA PROCEDURA DI ESPULSIONE DI DUE DEPUTATI

BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMOBEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO

Da www.ansa.it

 

E' stata avviata sul blog di Beppe Grillo la procedura di espulsione di due deputati del movimento, Massimo Artini e Paola Pinna. Gli iscritti cinquestelle dovranno votare a favore o contro l'espulsione motivata dalla "violazione del codice di comportamento sulla restituzione di parte dello stipendio". Un'accusa dalla quale la Pinna si difende.

 

"Quanto apparso poco fa sul blog di Grillo - attacca la deputata sulla sua pagina Facebook - è falso. Per non parlare di quella che è una vera e propria sospensione dello stato di diritto. Il sondaggio sull'espulsione è una violazione delle regole perché non passa dall'assemblea, perché si danno informazioni false e perché c'è solo una versione".

 

"Non è vero - sottolinea - che mi son tenuta i soldi ma ho versato la parte prevista a Fondo di garanzia per le Pmi e Caritas". Ho versato la parte" dell'indennità parlamentare "prevista dal codice di comportamento al Fondo di garanzia per le Pmi e i risparmi sui rimborsi forfettari di soggiorno a Roma alla Caritas. Perché c'è chi sta molto peggio di chi ancora può chiedere un prestito seppur assistito da garanzia dello Stato: c'è anche chi ha chiuso l'attività e chi ha perso il lavoro o non l'ha mai avuto", spiega Paola Pinna.

PAOLA 
PINNA 
PAOLA PINNA

 

"Sul sito www.tirendiconto.it abbiamo deciso di non pubblicare" il resoconto delle spese "in 18" parlamentari, "perché ci sono troppi dubbi sulla gestione e attendiamo delle risposte. Tutti abbiamo pubblicato i rendiconti sui nostri blog", afferma Pinna, replicando alle accuse sulla base delle quali è stata avviata la procedura di espulsione dal M5S. "Sul mio blog www.paolapinna.it sono caricate le contabili dei bonifici fino al mese di settembre, tre mesi in più rispetto al blog"

 

A difesa dei due colleghi anche la deputata M5s Patrizia Terzoni. "Beppe - twitta la parlamentare lanciando  l'hashtag #BeppeQuestaVoltaNonCiSto - questa volta non ci sto. Espellere Paola Pinna e Massimo Artini? No! Hanno restituito" una parte dell'indennità parlamentare, "lo sapete! Diffondete la verità!". Poi si Facebook spiega: "Paola Pinna e Massimo Artini hanno rendicontato e restituito tutto! Lo staff, i capigruppo e tutti noi deputati lo sappiamo! Sono mesi che chiediamo una congiunta sui problemi connessi al 'tirendiconto' e non ci è stata mai e dico mai concessa! Ora questo! Basta!!!".

 

 

2. LA VENDETTA TELEVISIVA DEGLI ERETICI GRILLINI - DOVE FINIRANNO QUESTI RIBELLI?

Francesco Merlo per “la Repubblica

 

rocco casalino grillo rocco casalino grillo

Prima Grillo li epurava e li cancellava, oggi li caccia ma li trasforma in eroi. E ieri mattina infatti altri due ribelli sono andati nel paradiso proibito di Raitre a sfidare il serpente dello share, a mangiare la mela di Agorà. E più Grillo li insulta, più li rafforza. Più li disarma, e più li arma, come sempre accade a tutti i Capitan Gradasso.

 

Capitan Gradasso nella fase negativa, quando in poppa cala il vento del consenso. Il grillino Barbanti, consulente finanziario calabrese, e il grillino Turco, avvocato di Verona, hanno anche i nomi — Sebastiano e Tancredi — di freccia e di spada.

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

 

E dunque non piangono come fece Federica Salsi che fu prima insolentita, con la ferocia del sorriso idiota, dai due ultras Massimo Bugani e Marco Piazza nel consiglio comunale di Bologna perché era andata a Ballarò a cercare «il punto G, quello che dà l’orgasmo nei salotti del talk show», poi fu lapidata in Rete dalla folla dei pasdaran senza nome, i soliti incappucciati digitali, e infine fu dimenticata perché il Grillo Torquemada allora era vincente e il turpiloquio buffo e mostruoso del fanatismo tragicomico a cinque stelle era ancora benedetto dalla rabbia degli italiani.

 

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLOLUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

Invece, solo due anni dopo, il rispolverato risentimento contro la tv del Grillo perdente ieri ha reso persino belli il gracile Sebastiano e il rotondo Tancredi che ad Agorà sono diventati eretici si- curi e mansueti e non più traditori coperti di lacrime e di sputi, come era toccato a Giovanni Favia per avere peccato a Piazza Pulita e a Marino Mastrangeli per essersi offerto a Barbara D’Urso.

 

E non trovarono pace neppure Gambaro, Campanella, Orellana, Bocchino, Battista… e tutti gli altri reietti e schiume della terra accusati di praticare ogni genere di ignominia: «Frequentano gli studi televisivi che sono le arene della disinformazione», «fanno cene con Civati, che è il cane da riporto del “pdsenzaelle”», «rilasciano interviste ai giornalisti che sono morti viventi, violentatori, mantenuti, pennivendoli, infestatori e ovviamente coglioni»; e persino, quei rinnegati, «avevano un ufficio stampa tutto per loro».

 

beppe grillo a firenze beppe grillo a firenze

Oggi invece le nuove minacce scomposte di Grillo contro la tv sono diventate la spezia del proibito per Walter Rizzetto che ad Omnibus sembrava un Oscar Wilde. Non solo la scomunica ormai logora del capo non gli ha aperto le porte dell’inferno ma lo ha reso addirittura affascinante come un fiore del male: «Caro Beppe, non chiedo il permesso ai tuoi cortigiani per parlare del lavoro che stiamo facendo e comunicarlo a più gente possibile». Pensate!, quando dice «dobbiamo riflettere», o ancora «fare sana autocritica è sintomo di maturità», o infine «io non mollo e tu?», Rizzetto è penetrante come un filosofo classico. L’anatema di Grillo ha trasfigurato le sue sane ovvietà in avventure della dialettica.

 

E Sebastiano e Tancredi ad Agorà erano persino eleganti nelle loro barbe non più arruffate. Non alzavano la voce: «Dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato». Rispettavano i tempi e sognavano pure la riscossa grillina: «Alle prossime elezioni regionali vinceremo». Non hanno neppure risposto agli insulti dell’amazzone Laura Ravetto che avrebbe voluto sbarbare Tancredi: «Fatti la ceretta».

MASSIMO BUGANI MOVIMENTO STELLE jpegMASSIMO BUGANI MOVIMENTO STELLE jpeg

 

Nessuno può dire dove finiranno questi ribelli. Di sicuro tutto si consuma ancora e sempre in tv, che è il ritorno all’ossessione delle origini, come l’aquila di Salò. Anche il ciarpame di Rete e le corbellerie da internauti non meravigliano più nessuno. Il post su Matteotti, per esempio, che scagiona Mussolini e tira in ballo, en passant, una compagnia petrolifera della solita “Amerika” (che voleva l’oro nero della Puglia) non fa più scandalo politico, non mobilita nessuno storico italiano e neppure indigna l’antifascismo: è subito patacca da web perché la decadenza è la più potente macchina della verità.

 

Ed è verità di decadenza questa rinnovata furia contro la tv, che nella fase ascendente era lo charme del “non ci vado”, la scimmiottatura, orecchiando Popper, degli apocalittici antitelevisivi. Poi divenne il colpo di tamburo del “vado da Vespa” che avrebbe dovuto segnare “un nuovo cambio di marcia”, come Berlusconi da Santoro, più ancora di Berlusconi da Santoro. Fu invece l’inizio della fine.

BEPPE GRILLO E PIZZAROTTI BEPPE GRILLO E PIZZAROTTI

 

Perciò oggi, ancora più dell’imperiosa sconfitta in Emilia e in Calabria, sono gli insorti della tv negata, i campioni della disobbedienza televisiva che ci raccontano la fragilità dello smarrimento di Grillo, la sua definitiva incapacità di rivedere, correggere e ripensare se stesso e la sua storia di bravo comico tramutato in canaglia politica dalla rabbia italiana.

 

È la stessa rabbia che, girando come gira il vento, lo ha fatto fuggire in motorino dalla sua Genova alluvionata; la stessa delle Mamma Roma di Tor Sapienza quando hanno cacciato la senatrice Paola Taverna che gridava loro: «Io non so’ politica, so ‘der Quarticciolo, so’ na donna de’ periferia». E quelle in coro: «ma vaffan…». Il tutto documentato dalle vituperate telecamere.

 

 

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...