Maria Giovanna Maglie per Dagospia
La Svezia per ora e’ salva ma arrivano gli ispettori ONU in Italia. Come stiamo a fascisti e nazisti oggi in Europa? Pericolo scongiurato o pericolo imminente? Quelli svedesi, che hanno appena votato per il rinnovo del Parlamento, li abbiamo fermati per il momento, ma quelli italiani hanno già occupato i bivacchi ed è necessario mandare ispettori di quel fiorellino di civiltà e democrazia che e’ il comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Nell'analisi, tra il disperato e il sollevato, qualche spazio rimane per spiegare come mai un partito, i Democratici svedesi, nato nel 2010, sia al 17,7%, nel nome della salvaguardia dei confini, della lotta alla criminalità e del referendum sull'Unione Europea?
E come mai i partiti tradizionali, a partire dall’ incoronato socialdemocratico, stanno solo perdendo voti negli ultimi 10 anni, e oggi non c’e’ una maggioranza in grado di governare la Svezia?
C'è qualche spazio per ammettere errori marchiani nell'accogliere indiscriminatamente, ed è possibile dire che se il partito socialdemocratico è ancora il primo sia anche perché ha dato diritto di voto molto rapidamente a stranieri che si comportano in modo criminale? Nel ghetto islamico di Rinkeby, il partito socialdemocratico è al 77%, quasi il triplo che nel Paese reale. Ma no, è solo che troppi svedesi si avviano a diventare degli analfabeti funzionali!
Non praevalebunt, non accadrà come in Italia. Veramente negli ultimi due anni solamente i cosiddetti partiti populisti e nazionalisti hanno avuto risultati straordinari elettorali in Austria, Francia, Ungheria, Italia, Germania, Olanda e adesso in Svezia. Si resta in attesa della Baviera in ottobre perché il quadro sia chiaro, aspettando il prossimo maggio, quando si va al voto per le europee.
Consiglio l'analisi di YOUTREND, sveglio centro di ricerche, sondaggi, tendenze, no pregiudizi. Che anche la notte scorsa ha dato il quadro chiaro di quel che stava accadendo in Svezia. Gli uomini hanno votato a destra, le donne a sinistra, i giovani pure a destra, gli anziani hanno continuato a votare per i socialdemocratici, Stoccolma e la classe operaia resistono con i governativi, zone agricole, studenti e imprenditori danno voto di protesta.
Nessuno ha la maggioranza perché il blocco di centro-sinistra sta al 40,6 il blocco di centro-destra 40,3; tutti e due gridano “al nazista al nazista” ed escludono di allearsi col terzo incomodo che ha distrutto definitivamente il bipolarismo, ovvero Jimmie Akesson, leader dei democratici svedesi, 17,7, salvo ritocchi dai voti dell'estero in un senso o nell'altro. Avevano il 12,9.
Lui comunica in tutta soddisfazione: "Avremo un enorme peso su ciò che accadrà nelle prossime settimane, mesi ed anni".
Il premier socialdemocratico Stefan Löfven non vuole dimettersi e invita a una grande coalizione.
Certo, i socialdemocratici restano il primo partito al 28,3%, anche se ai minimi storici e in calo di 2,6 punti rispetto al 2014, puniti dal rifiuto della politica migratoria del Paese che ha accolto circa 160 mila richiedenti asilo solo nel 2015, un numero abnorme per un Paese che conta un po’ meno di 10 milioni di abitanti. Il primo ministro ha respinto le richieste di dimissioni avanzate dall’opposizione: “Sta ora ai partiti politici cooperare responsabilmente e creare un governo forte”, perché “un partito con radici naziste non potrà mai offrire nulla di responsabile”.
Dicevamo che le due coalizioni sono praticamente alla pari : il blocco di centrosinistra al 40,6% e l’Alleanza di centrodestra al 40,3% Ma i conservatori perdono tre punti percentuali in quattro anni e non vanno oltre il 19,7. Bene invece gli ex comunisti di Sinistra che raggiungono il 7,9%, più’ 2,2% rispetto al voto del 2014. Avanzano anche i centristi, i cristiano-democratici e, anche se di pochissimo, i liberali. Quindi la coalizione di sinistra, che riunisce il Partito socialdemocratico al governo, il Partito dei Verdi e della Sinistra, avrebbe 144 dei 349 seggi in Parlamento, due in più rispetto alla coalizione di opposizione di centro-destra che ne ha 142. Tanti auguri.
Commento del Giornalista Collettivo Unico e Pensoso Progressista: doveva essere un referendum sullo stato sociale, casa, sanità, occupazione e invece è diventato un voto contro la politica migratoria del governo. Ma va?
La Svezia ha il 18,5% di abitanti nati all’estero, 400mila richieste di asilo dal 2012, un flusso così violento da aver riempito oltre ogni sopportazione centri di accoglienza e servizi sociali, perché “l'Europa Non costruisce muri”, cito da uno slogan del premier Löfven. Poi se l'è rimangiato e ha rimesso i controlli alle frontiere .
Ma il danno era fatto. La notte di ferragosto le gang criminali di nuovi e vecchi immigrati, perché sono attive le seconde e terze generazioni evidentemente non integrate, hanno sferrato un attacco congiunto nelle periferie di molte città distruggendo sedi della polizia, scuole e automobili, per dimostrare che comandano loro. Il capo della polizia ha rivolto un appello alla nazione, sostenendo, in polemica con il governo, di non essere in grado di gestire la situazione dell'ordine pubblico nazionale.
Sarà colpa dei Democratici svedesi, che sono nati denunciando un pericolo come questo? Sentire la questione migratoria come una questione profondamente identitaria vuol dire essere nazisti o fascisti?
Che poi a guardarsi indietro nella storia la Svezia col suo passato di simpatie naziste un conto serio non l'ha fatto mai, hai voglia di gridare ora al lupo.
Era così legata a Hitler che non ci fu mai bisogno di occuparla, anche perché riforniva la Germania di ferro, rifornimenti così importanti per l'industria bellica tedesca che probabilmente se non li avessi avuti, la guerra sarebbe finita in pochi mesi. Diceva Churchill :” Se si potessero troncare tutti i rifornimenti di minerali svedesi alla Germania da oggi alla fine del 1940,la sua potenza bellica subirebbe un colpo tanto grave quanto una nostra clamorosa vittoria in terra o in cielo, e senza sacrificio di vite umane”. Vabbè.
Oggi di fronte al fallimento totale del modello felice di integrazione a colpi di casa, lavoro e welfare, in parte concepito in patria, in parte imposto dalla Unione Europea germanocentrica, i partiti tradizionali hanno dimostrato una grande incertezza a tutto.
Non cosi’ Jimmie Akesson, politico giovane di età ma non di esperienza, alla ribalta da quando mollo’ la formazione conservatrice dei Moderati, disilluso dalla loro politica fortemente europeista. Un referendum per decidere se restare o uscire dall'Unione Europea -non dall'euro, come purtroppo scrivono in molti, visto che in Svezia c'è la corona come moneta- resta uno dei suoi grandi obiettivi.
In Parlamento è entrato nel 2010 con il 5,7% dei consensi, il partito di Akesson è cresciuto senza esitazioni con un’agenda politica fortemente conservatrice e critica dell’establishment tradizionale, ma anche con una lotta continua contro le frange estremiste, che nessuno vi racconta.
I membri del partito sostenitori di tesi razziste o filo-naziste sono stati espulsi; lo stesso destino è toccato nel 2017 a 14 ex consiglieri locali simpatizzanti del neonazista Nordic Resistance Movement. Akesson ha fatto fuori anche sua suocera, beccata in esternazioni antisemite.
La trasformazione del partito da suprematista nazionalista a sovranista conservatore è in pieno svolgimento, e aumenta la sua capacità di attrarre i delusi tra gli elettori moderati, ma anche una fetta di socialdemocratici che il loro welfare non lo vogliono condividere con gente che gli brucia le macchine.
Il partito dei Democratici svedesi per ora è il terzo, a una incollatura dai conservatori, e darà molto fastidio di qui a maggio prossimo, nella agenda nazionale e verso le elezioni europee .
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Per contrastare il voto popolare in Svezia e in Europa l'ultima trovata e fare ricorso all'organismo internazionale più screditato, corrotto, mangiasoldi a tradimento che ci sia. Arrivano i caschi blu, anzi arrivano gli ispettori della signora Bachelet, come appena annunciato alle Nazioni Unite contro gli episodi di razzismo e violenza italiani.
Li avrà chiamati una Boldrini qualunque? Possibile, comunque nascondete i bambini, come non hanno fatto ad Haiti, oppure chiedete al nostro governo di fare come i famigerati Stati Uniti di Donald Trump, che sono usciti dal Consiglio Onu per i Diritti umani.
Intanto, volete sapere di che cosa si occupa? Prevalentemente di dare addosso ad Israele, ora anche all'Italia.
Nei suoi primi dieci anni di attivita il Consiglio ha condannato 68 volte Israele, 20 volte la Siria, 9 volte la Corea del Nord, 6 volte l’Iran, ma mai ha pensato di toccare che so il Venezuela, Arabia Saudita e Cina.
Il simpatico organismo viene strutturato in questo modo: 47 membri eletti dall’Assemblea generale, la quale deve dare una maggioranza di seggi (13+13) all’Africa e all’Asia, altri 8 vanno al Sud America e ai Caraibi e 6 all’Est europeo;restano solo 7 seggi per la Ue e il resto dell’Occidente.
Nel 2006, quando le Nazioni Unite decisero una simile bruttura contro i diritti umani in nome dei diritti umani, W Bush rifiuto’ di far partecipare gli Stati Uniti a tali condizioni, ma poi nel 2009 arriva il Nobel per la pace, Santo Barack Obama, e si affrettò ad aderire.
Ricapitolando, ne fanno parte per esempio Cina e Arabia saudita. Sulle violazioni della libertà religiosa, dei diritti umani, della libertà di espressione opinione politica, la Cina è un campione senza paragoni. Ma anche l'Arabia Saudita non scherza, infatti l’ambasciatore saudita Faisal bin Hassan Trad è stato eletto a capo del Consiglio per i diritti umani dell’Onu per l’anno 2016.
A vigilare sui diritti umani nel mondo è perfetto il rappresentante di una nazione con il quarto record mondiale di esecuzioni capitali, che di solito avvengono per decapitazione, ma che crocifigge ancora i condannati per alcuni crimini, che non garantisce ai suoi cittadini il diritto di stampa, espressione, libertà religiosa, che tratta i lavoratori stranieri come schiavi, che nega tutti i diritti alle donne, che vivono in segregazione, che perseguita e riserva pene tremende agli omosessuali. Che in limpida coerenza non ha mai firmato la Dichiarazione universale dei Diritti Umani.
Ufficialmente però il consiglio peggiore della peggiore Organizzazione Internazionale recita che «gli Stati membri hanno i più alti standard nella promozione e protezione dei diritti umani». In nome di questa certezza, l'alto commissario per i rifugiati Michelle Bachelet, dal palazzo lussuoso di Ginevra manda ispettori a controllare razzismo e violenza in Italia. Ci vorrebbe un bel vaffa, come quello da poco pronunciato dall’ ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Nikki Haley: “Gli Stati Uniti se ne vanno da questo pozzo nero di pregiudizi politici”.