renzi de luca

FATTA LA LEGGE, TROVATO DE LUCA – DOPO L SOSPENSIONE DECISA DA RENZI, DE LUCA PENSA AL GRANDE DISPETTO: DOMANI NON FA LA GIUNTA E NON NOMINA NESSUN VICE – INVECE PRESENTERÀ SUBITO IL RICORSO AL TRIBUNALE CIVILE SPERANDO IN TEMPI BREVI

VINCENZO DE LUCAVINCENZO DE LUCA

Tommaso Labate per “Il Corriere della Sera

 

La decisione sarebbe già stata presa nella notte di ieri, qualche ora dopo aver appreso del decreto di sospensione firmato da Matteo Renzi. E a meno di ripensamenti dell’ultima ora, che comunque non fanno parte del repertorio del personaggio, lunedì Vincenzo De Luca non muoverà un passo. O, quantomeno non lo muoverà nella direzione che più d’uno si aspettava o si aspetta.

 

Domattina, giorno in cui il consiglio regionale campano si riunirà per la prima volta, non ci sarà nessuna nomina della giunta e nessuna indicazione di un vice che ne faccia le funzioni. L’unica carta che il governatore della Campania pescherà dal suo mazzo è un ricorso immediato alla prima sezione civile del Tribunale di Napoli. Un ricorso urgente, che è già stato preparato dai suoi legali, per chiedere in maniera altrettanto urgente «la sospensione della sospensione».

 

VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZIVINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI

De Luca, forse, avrebbe preferito un altro scenario. Il parere che l’Avvocatura dello Stato aveva scritto per la presidenza del Consiglio, per uno convinto che «la Severino non si applica al sottoscritto», già gli andava stretto. Eppure, tra quelle carte, c’era l’ipotesi — tra l’altro ventilata dallo stesso Renzi — che il governatore avrebbe potuto comunque procedere ad «adempimenti» quali la nomina della squadra e di un vice.

 

Ma la scelta del premier di firmare immediatamente il decreto di sospensione, che a Napoli ha sorpreso più d’un consigliere regionale, ha spinto l’ex sindaco di Salerno a giocarsi il tutto per tutto davanti a un tribunale. Come a dire, «sono sospeso, no? E allora non posso fare la giunta».

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

 

La partita, agli occhi del governatore e dei suoi fedelissimi, viene considerata in discesa. E la sospensione, soprattutto sulla base della sentenza che l’altro giorno ha rimesso in sella il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, potrebbe durare solo qualche giorno. Anche perché il tribunale — ironia della sorte — s’è rivelato molto più rapido di quel Tar che una sentenza della Cassazione aveva considerato non competente a discutere dei ricorsi sulla legge Severino.

 

Gianluigi Pellegrino, l’avvocato che per conto del «Movimento per la difesa del cittadino» aveva ottenuto quella sentenza, mette a verbale che «una magistratura degna di questo nome non può cedere al ricatto di fare lei quel trattamento ad personam che Renzi, forse anche per uno stop di Mattarella, ha scongiurato». Secondo il legale, insomma, De Luca avrebbe pochissime chances di vincere il ricorso.

 

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

«A fronte di decine di casi contrari, ci sono soltanto due precedenti che danno ragione al governatore campano. Il primo è il vecchio pronunciamento del Tar su de Magistris. Il secondo è una sentenza della Corte d’appello di Bari che accolse il principio della retroattività invocato a suo tempo da Berlusconi».

 

sergio mattarellasergio mattarella

Ma è all’ultima sentenza del tribunale napoletano, quella della settimana scorsa su de Magistris, che De Luca e i suoi guardano come a una stella polare. Tra la presentazione del ricorso e la sentenza potrebbero passare pochi giorni, il tempo di assistere al fuoco di fila a cui le opposizioni in consiglio regionale sono già pronte. «Il decreto di sospensione firmato da Renzi», dice il costituzionalista Stefano Ceccanti, «arriverà al consiglio regionale per i successivi adempimenti. Quindi la nomina della giunta potrebbe essere garantita. Ma solo san Gennaro sa quello che succederà lunedì...». De Luca, però, forse ha già deciso. Nessuna giunta, nessun vice. Si gioca il tutto per tutto al tribunale.

 

Gianluigi Pellegrino Gianluigi Pellegrino

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…