valeria fedeli

FEDELI ALLA LINEA: DIMISSIONI MAI - LA MINISTRA: ''POSSO FARE QUESTO LAVORO ANCHE SENZA LAUREA''. CHE NON È MAI STATO IL PUNTO: IL PROBLEMA È L'AVER MENTITO SU DUE DIVERSI CV. E NON AVERE MANCO FATTO LA MATURITÀ - VOLETE SAPERE IL COLMO? LA NOMINA DELLA FEDELI L'HA IMPOSTA LA BOSCHI! GENTILONI AVEVA SCELTO ROSSI DORIA, DUE VOLTE SOTTOSEGRETARIO AL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE...

1. È STATA LA BOSCHI A RACCOMANDARE LA MINISTRA ROSSA SENZA LAUREA

valeria fedeli by osho valeria fedeli by osho

Paolo Emilio Russo per ''Libero Quotidiano''

 

La prima scelta di Paolo Gentiloni come ministro dell' Istruzione era Marco Rossi Doria. Due volte sottosegretario proprio al dicastero che "governa" scuole, Università e Ricerca e poi assessore a Roma, ha scritto qualche libro e conseguito un baccellierato in Scienze dell' educazione. Purtroppo per lui, non è mai stato renziano e "scontava" il rispetto di Enrico Letta e Ignazio Marino, due che con il leader Pd e la sua ex braccio destro Maria Elena Boschi non sono mai andati d' accordo.

valeria fedeli bossi i laureativaleria fedeli bossi i laureati

 

Così, dalle trattative dell' ultimo minuto per la composizione del governo, deciso il siluramento della ministra uscente ed ex rettore Stefania Giannini che fu accusata da Matteo Renzi dell' autogol della "Buona Scuola" e di avere gestito in maniera troppo muscolare i rapporti coi sindacati, condivisa da tutti i leader dem la necessità di ricostruire i rapporti con la Cgil in vista delle Politiche, ha avuto la meglio Valeria Fedeli.

 

La neo-ministra era vicepresidente del Senato - e quindi avrebbe liberato un posto lì, dove la maggioranza è fragile -, ha una antica consuetudine famigliare con il "sindacato rosso" e, più recente, con l' ex madrina delle Riforme. Fedeli, infatti, di mestiere era una sindacalista, così come il marito, Achille Passoni, che, abbandonata la carriera sindacale, è diventato capo della segreteria dell' ex sottosegretario all' Interno Marco Minniti, del Pd, fresco pure lui di promozione a a ministro.

 

osho valeria fedeliosho valeria fedeli

Nata nel 1949, dirigente della Cgil dal 1970 in poi, Fedeli si è dedicata alla politica candidata nel 2013 capolista del Pd al Senato in Toscana, il collegio di Arezzo, la città dove è cresciuta e si è formata politicamente "Meb". Tra le le fondatrici del comitato femminista "Se non ora, quando?", ha difeso sin dall' inizio l' ex ministra delle Riforme prima da «vignette e da attacchi sessisti, di cattivo gusto, misogini e degradanti», (il 6 aprile) poi l' ha supportata nel merito delle proposte, sulle modifiche costituzionali, impegnandosi - in tv - a lasciare pure lei la politica in caso di vittoria del No al referendum.

PIERLUIGI BERSANI VALERIA FEDELIPIERLUIGI BERSANI VALERIA FEDELI

 

Boschi ha apprezzato quell' appoggio, ha allacciato un rapporto con l' ex numero due di Palazzo Madama anche partecipando a diverse sue iniziative a favore delle donne (assicurando visibilità e clacque) e ottenuto più di quanto potesse mai immaginare.

 

«La Boschi? È l' erede di Nilde Iotti, che sedette in Assemblea costituente, occupandosi di diritti e parità, quando era molto giovane», aveva detto Fedeli in una intervista ad Antonella Coppari per il Qn il 23 maggio. Quel paragone tra il giovane avvocato alla prima legislatura e l' icona del Pci ha pagato. Il referendum è andato come è andato, Boschi ha resistito dentro Palazzo Chigi come sottosegretario e, preparandosi a una lunga "resistenza", ha provato ad attorniarsi di amiche, persone delle quali si fida.

LA LAUREA DI VALERIA FEDELILA LAUREA DI VALERIA FEDELI

 

Così Anna Finocchiaro, "madrina" della "madrina" della riforme, è tornata ministro dei Rapporto col Parlamento e la Fedeli è clamorosamente assurta a numero uno dell' Istruzione dell' Università e della Ricerca nonostante non abbia una laurea e forse nemmeno mai sostenuto un esame di maturità.

 

 

2. "HO LAVORATO UNA VITA NEL SINDACATO POSSO FARE LA MINISTRA ANCHE SENZA LAUREA"

Corrado Zunino per ''la Repubblica''

 

VALERIA FEDELI CANCELLA LA LAUREA DAL CURRICULUM DOPO ESSERE STATA BECCATAVALERIA FEDELI CANCELLA LA LAUREA DAL CURRICULUM DOPO ESSERE STATA BECCATA

 «Posso fare la ministra - ministra, ci tengo - dopo una vita così intensa nel sindacato. Sono stata apprezzata, promossa, chiamata a Roma, poi a Bruxelles a guidare il sindacato europeo dei tessili. Ho contribuito a salvare grandi aziende, ho portato nella Cgil le competenze dei ricercatori della moda, mi sono occupata di Wto e dei round per far entrare i cinesi nel commercio internazionale. Sono diventata vicepresidente dell Senato e ora sono qui, al ministero dell' Istruzione, e fino a quando questo governo esisterà cercherò di migliorare la scuola, l' università e la ricerca italiana 24 ore al giorno».

 

Ministra, l' esordio è stato difficile. Nel suo curriculum online aveva scritto di aver conseguito un diploma di laurea, in un secondo curriculum era evidenziata una laurea in Scienze sociali. Lei non ha la laurea.

valeria fedeli maria elena boschi carfagna mansi  valeria fedeli maria elena boschi carfagna mansi

«Non l' ho mai sostenuto. Non ricordo il curriculum con la dicitura laurea, ma quello con su scritto diploma di laurea, rilasciato dopo tre anni dall' Unsas, è stato solo una leggerezza. La laurea è una cosa a cui non ho mai pensato. Ho 40 anni di vita rigorosa nel sindacato, non ho mai usato quel diploma, sono stato sempre una distaccata di settimo livello, maestra d' infanzia distaccata».

 

Ministra, il giorno dopo le polemiche lei ha cambiato il curriculum: solo diplomata, si legge adesso. Definirsi laureata è dipeso forse da un complesso psicologico? All' ex sottosegretario Faraone i docenti precari hanno sempre rinfacciato il fatto che non avesse il titolo, fino a quando lui non ha ripreso gli studi e dato la tesi.

VALERIA FEDELI BOLDRINIVALERIA FEDELI BOLDRINI

«Io non mi sono laureata perché il sindacato mi ha preso e portata via, è diventata la mia vita. Non una carriera, la vita. Alla laurea non ho mai pensato. Nel 1987 avrei potuto equiparare quei tre anni come assistente sociale al titolo di laurea, ma non l' ho fatto perché era fuori dal mio mondo. Riunioni, incontri con gli operai, viaggi a Bruxelles, e chi l' aveva il tempo per la laurea?».

 

Lei, dopo i tre anni delle superiori, ha fatto la maestra d' infanzia?

«Sì, ero giovanissima. E il fatto che abbia voluto studiare per altri tre anni alla scuola per assistenti sociali senza averne bisogno, avevo già un' occupazione, dimostra che il gusto della conoscenza l' ho sempre avuto. Poi, ho trovato ostacoli nella mia vita e, dopo l' esplosione del '68, è arrivato il sindacato. In quegli anni ti assorbiva completamente».

 

Che tipo di ostacoli?

«Non vengo da una famiglia ricca e molto presto mi sono resa autonoma: da Treviglio sono andata a vivere a Milano. Mio fratello ha fatto Giurisprudenza, io ho abbracciato la Cgil».

 

Non si sentirà in difficoltà quando dovrà incontrare una docente ancora precaria con due lauree o parlare di Technopole con la scienziata Elena Cattaneo?

«Il mio metodo è l' ascolto e ascolterò con attenzione chi ha competenze straordinarie. Cresceranno le mie. Ascoltare, capire, conoscere. Quarant' anni di applicazione di questo metodo mi aiuteranno anche al ministero dell' Istruzione, Università e Ricerca ».

 

A La7 lei disse: «Il giorno dopo, se ha vinto il no, tu ne devi prendere atto, non puoi andare avanti perché non hai l' autorevolezza. Io non penso alla mia sedia». Lei, però, ora fa la ministra.

«L' aver detto che bisogna prendere atto della sconfitta è coerente con la nascita di un governo che deve affrontare le urgenze del Paese».

 

valeria fedelivaleria fedeli

Ministra, quale sarà il suo primo atto per migliorare la scuola italiana?

«Le prime telefonate le ho fatte ai cinque sindacati rappresentativi, lunedì li incontrerò. Vorrei il loro punto di vista sulla Buona scuola, dopo il lungo conflitto che c' è stato».

 

Le piace la Legge 107?

«L' ho votata, al Senato. Ha dentro cose importanti, innovative, immaginate dalla ministra Carrozza e approdate con la Giannini. È legge vigente, la si deve far funzionare senza tradire il progetto».

I sindacati le chiederanno di fermare gli spostamenti dei docenti dal Sud al Nord.

«È una questione centrale e dovremo trovare nuove soluzioni, magari sperimentali. Con grande attenzione, tocchi una cosa e ne viene giù un' altra».

 

La chiamata del preside?

«Cercheremo criteri oggettivi con i quali, poi, il dirigente scolastico potrà scegliere i docenti».

valeria fedelivaleria fedeli

 

Ereditate nove deleghe dal governo Renzi, una Buona scuola bis: il 15 gennaio scadono.

«Voglio portarle in fondo tutte, ma prima studiarle bene. Chiederemo al Parlamento di rivotare quelle in scadenza. La legge 0-6, che prevede la materna unica e l' assunzione di maestre d' infanzia, è pronta. Sono stata la seconda firmataria».

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?

donald trump bin salman zelensky putin xi jinping

DAGOREPORT - CHE COSA FRULLA NEL CAPOCCIONE DI DONALD TRUMP? QUAL E' IL SUO PIANO PER UN NUOVO ORDINE MONDIALE, A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA? - L'AFFARISTA FATTOSI PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI È CONVINTO CHE RILEGITTIMANDO LA RUSSIA DI PUTIN COME POTENZA MONDIALE, MOSCA SI SLEGHI DALL’ABBRACCIO COL SUO NEMICO N°1, LA CINA, E MOLLI L’IRAN AL SUO FATAL DESTINO - MA IL TRUMPONE LA FA TROPPO FACILE, AL PUNTO DA PROVOCARE PERPLESSITÀ IN UN ALLEATO DI FERRO COME IL SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN (NON E' UN CASO CHE RIAD OSPITI IL VERTICE PER LA PACE IN UCRAINA, ANZICHE' NELLA NEUTRALE SVIZZERA) – IL DIALOGO IMMAGINARIO TRA IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA E “THE DONALD” E TUTTE LE VARIABILI CHE TRUMP NON PRENDE IN CONSIDERAZIONE: DALLA REAZIONE CINESE ALLA DEPORTAZIONE DI DUE MILIONI DI PALESTINESI, DALLE SPACCATURE NELL’ISLAM A TAIWAN, PASSANDO PER L'EUROPA...

mediaset matteo salvini marina berlusconi piersilvio giorgia meloni paolo del debbio mario giordano nicola porro

DAGOREPORT – MATTEO SALVINI ATTACCA MARINA BERLUSCONI, REA DI AVER LIQUIDATO TRUMP COME "BULLO", PERCHÉ A MEDIASET NON SE LO FILANO PIÙ: IL CLUB DEGLI ''AMICI DI GIORGIA'' (PORRO-DEL DEBBIO-GIORDANO, CAPITANATO DA SALLUSTI) LO HA ESTROMESSO DAI TALK DI RETE4 – L’INTERVISTA RILASCIATA DALLA CAVALIERA AL ''FOGLIO'' È UN MANIFESTO PER LA FORZA ITALIA GUIDATA DALL'INETTO TAJANI, MARCANDO COSI' LA SUA DISTANZA DA MELONI. E ANCHE DA CHI IN MEDIASET, SUONA OGNI SERA LA GRANCASSA ALLA DUCETTA (E INFATTI LE PAROLE DELLA FIGLIA PREDILETTA DI SILVIO BERLUSCONI HANNO INDISPETTITO IL POCO CORAGGIOSO PIER SILVIO…)

giorgia meloni vertice parigi eliseo emmanuel macron

DAGOREPORT- PER CAPIRE COSA È SUCCESSO AL VERTICE PARIGINO DI MACRON, BASTA VEDERE IL VOLTO INGRUGNITO DI GIORGIA MELONI - PER DARE UN SEGNALE A TRUMP DEL SUO STATO D’ANIMO ALLA ‘’CONVOCAZIONE’’ DEL PRESIDENTE FRANCESE, È ARRIVATA ALL’APPUNTAMENTO CON UN’ORA DI RITARDO, PER POI PRODURSI IN UNA FIGURA BARBINA QUANDO HA AFFERMATO DI NON ESSERE D’ACCORDO SULL’IDEA DI PROPORRE UNA VIA EUROPEA AL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA: L’UNIONE DA SOLA NON VA DA NESSUNA PARTE, QUINDI OCCORRE ‘’RAGIONARE’’ CON TRUMP. A QUEL PUNTO, LA PREMIER MUSK-ERATA SI È RITROVATA ISOLATA, CON I PRESENTI CHE IN CORO LE HANNO FATTO PRESENTE CHE, FINO A PROVA CONTRARIA, È IL PRESIDENTE AMERICANO CHE NON INTENDE “RAGIONARE” CON L'EUROPA (VEDI LE TRATTATIVE RUSSIA-USA IN CORSO A RIAD...)

giorgia meloni donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON PER L’UCRAINA (E SI VEDEVA), MA HA DOVUTO ABBOZZARE – IL TOYBOY DELL’ELISEO HA APPARECCHIATO UN TAVOLO CON TUTTI I PRINCIPALI LEADER EUROPEI (PIÙ IL BRITANNICO STARMER, PRIMO CONTRIBUTORE DI KIEV, DOPO GLI USA) E LA DUCETTA NON POTEVA DISERTARE – A CONVINCERLA È STATO ANCHE IL PRESSING DELLA "FIAMMA MAGICA", CHE LE HA FATTO NOTARE CHE NON PRESENZIARE L’AVREBBE ISOLATA COMPLETAMENTE. MEGLIO PARTECIPARE, E MARCARE LA PROPRIA DISTANZA AGENDO COME “DISTURBATRICE” TRUMPIANA. E COSÌ È STATO – IL PIANO DI TRUMP: RIAVVICINARE PUTIN ALL’ORBITA EURO-ATLANTICA PER LASCIARE SOLO XI JINPING...