1.”ATENE SBATTE LA PORTA: “LA TROIKA? È ILLEGALE”
Tonia Mastrobuoni per “La Stampa”
Mentre ad Atene si rincorrono di nuovo voci su un deficit più alto del previsto, che sarebbe stato lasciato in eredità dal precedente governo Samaras, il primo incontro tra il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e il nuovo ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, è andato talmente male che la Grecia ha annunciato l’addio alla troika.
Non proprio noto per le spiccate capacità diplomatiche, l’olandese in missione ad Atene si è congedato dopo una breve ma tesa conferenza stampa quasi senza stringere la mano al responsabile ellenico dei conti pubblici. Che ha concluso l’incontro con una dichiarazione chiara: «La troika è illegale».
Per Varoufakis, che ha studiato ad Essex, «c’è una grande differenza tra le istituzioni europee come la Ue e la Bce o internazionali come il Fmi, con cui abbiamo già cominciato a collaborare», e la squadra di ispettori che da quattro anni monitora i progressi di Atene sugli aggiustamenti. «La troika è anti europea» e Atene ha confermato la promessa elettorale di sfrattarla. «Neanche il Parlamento europeo la riconosce», ha detto.
Dijsselbloem, impassibile mentre Varoufakis congedava il trio che entro fine mese dovrebbe accordare ad Atene una linea di credito da 7,2 miliardi in cambio di nuovi sforzi, ha risposto che «ignorare gli accordi non è la strada giusta». «Il programma è stato esteso e scade alla fine di febbraio. Decideremo prima di allora», ha detto riconoscendo poi ai greci «i grandi sforzi» fatti in questi anni, ma ribadendo la necessità che Atene «rispetti gli impegni». Tuttavia, a una domanda sulla conferenza internazionale sul debito chiesta da Tsipras, ha risposto che «c’è già: è l’Eurogruppo». E Schulz, presidente dell’Europarlamento, in serata ha rincarato la dose: così facendo Tsipras mette il suo Paese in pericolo.
Dijsselbloem ha avuto anche un colloquio con il premier. Tsipras gli ha illustrato il piano anti corruzione del governo e l’intenzione di condurre una lotta all’evasione fiscale. Ma è evidente che è iniziata una trattativa che si gioca sul filo del fabbisogno finanziario di un Paese ridotto allo stremo e che potrebbe pagare caro un allungamento eccessivo dei tempi del negoziato, come ha notato ieri l’agenzia di rating Fitch.
Secondo indiscrezioni, il più navigato Martin Schulz avrebbe consigliato giovedì a Tsipras di non presentarsi al primo Consiglio europeo del 12 febbraio come leader di una sinistra radicale in umore di rivoluzioni ma come uomo di Stato, come primo ministro con una seria agenda di riforme («benissimo la lotta all’evasione», gli avrebbe suggerito Schulz). Anche per cercarsi alleati che ad oggi non ha e che nei consessi europei sono fondamentali.
La prossima settimana comincia il tour europeo di Varoufakis e Tsipras che mercoledì vedrà il presidente della Commissione Ue Juncker. Intanto Berlino resta sulle sue posizioni. «Siamo pronti al dialogo», ha detto Wolfgang Schaeuble, in sintonia con una velina apparsa sul settimanale «Spiegel» che riporta, citando fonti governative, che Berlino vuole estendere gli aiuti ad Atene, se non disdetta gli impegni presi. «Su questo - ha aggiunto - c’è poco da discutere con noi, e quindi siamo difficili da ricattare».
2. “GRECIA, IL MINISTRO (ULTRAZIONALISTA) KAMMENOS PREOCCUPA LE COMUNITÀ EBRAICHE”
Maurizio Molinari per “La Stampa”
L’arrivo di Panos Kammenos alla guida del ministero della Difesa di Atene preoccupa le comunità ebraiche greche e solleva interrogativi in Israele. Kammenos è il leader del partito ultrazionalista “Greci indipendenti” ed è stato nominato alla Difesa dopo aver siglato il patto di coalizione con il partito di sinistra “Syriza” guidato da Alexis Tsipras.
Divisi quasi su tutto, i due leader sono accomunati dal rifiuto dei “diktat” economici della troika europea ad Atene ma ciò che preoccupa gli ebrei greci è tutt’altro. Kammenos in dicembre fece scalpore per aver dichiarato, durante un’intervista tv, che “gli ebrei greci non pagano le tasse” additandoli di conseguenza come co-responsabili della pesante crisi finanziaria nazionale.
Il governo allora in carica rispose parlando di “bugia” ed accusando Kammenos di “farsi portavoce di teorie cospirative, insulti e infamie generate dal lato nero di Internet”. Un recente studio dell’Anti-Defamation League americana afferma in effetti che gli “stereotipi antiebraici sono molto diffusi in Grecia” portando a livelli molto alti di antisemitismo di cui si giova il partito neonazista “Alba Dorata”.
A sorpresa e disappunto delle comunità ebraiche greche, il governo di Israele ha aggiunto un silenzio impenetrabile. Il motivo è sulla bocca di tutti: la Grecia negli ultimi anni ha sviluppato molto la cooperazione militare con Israele - a cominciare dai test di aviazione a lungo raggio - occupando de facto il posto in precedenza avuto dalla Turchia ed ora l’interesse di Gerusalemme è conservare e rafforzare questo legame, proprio grazie a Kammenos. Tanto più che il partito di Syriza viene considerato “meno vicino a Israele” rispetto alla destra di Kammenos.