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FISCHI PER I TUOI FIASCHI - RENZI CONTESTATO A TARANTO PER IL CASO ILVA (VIDEO) - LUI SI LANCIA ("IL GOVERNO C'E'") MA IL GOVERNATORE EMILIANO LO SPERNACCHIA ("NON C'E' UNA LIRA") - LA CORTE DEI CONTI DA' IL COLPO DI GRAZIA SULL'ILVA E SUL RUOLO DELLA CASSA DEPOSITI DENTRO IL FONDO ATLANTE - A COSA SERVONO ENI, TERNA E FINCANTIERI? A DARE I SOLDI AL GOVERNO!

TARANTO - CONTESTAZIONE A RENZI

 

1 - EMILIANO PATTO PER TARANTO? NON C'È UNA LIRA IN PIÙ

MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZIMICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI

(ANSA) - "Da quanto mi sembra di capire per Taranto non c'è una lira in più, non so se è chiaro, sono tutti soldi che erano stati già stanziati dall'amministrazione precedente regionale e solo in piccola parte dai governi passati. Qui, oggi, abbiamo fatto solo un riepilogo, una ri-firma. La ri-firma è un istituto giuridico che ho appreso essere nell'ordinamento italiano". Lo afferma il governatore della Puglia, Michele Emiliano, a margine della conferenza stampa in prefettura a Taranto con il premier Matteo Renzi commentando la firma del contratto istituzionale di sviluppo per la città.

 

Serve "descrivere una situazione della città e della provincia che possa consentire al governo di prendere buone decisioni e di evitare una sindrome, che è comprensibile ma pericolosa, quella di valutare solo gli aspetti positivo di ciò che accade e non ad esempio la constatazione che ancora oggi, a causa e grazie ai decreti perché altrimenti Ilva sarebbe sequestrata dalla magistratura, i tarantini sono soggetti ad una fonte di inquinamento attiva, che non è quella di una volta ma è esistente", spiega Emiliano in merito all'impianto tarantino raccontando di aver fatto presente al capo del governo della proposta tecnica della Regione che consentirebbe di "azzerare l'inquinamento di Taranto" e di "dimezzare le emissioni di C02. Su questo punto ancora una volta non ho avuto ancora risposta così come su un principio fondamentale di ogni bonifica: questa può iniziare se la fonte di inquinamento è sotto controllo".

RENZI FRANCESCHINIRENZI FRANCESCHINI

 

2 - RENZI,A TARANTO PROBLEMI NON MANCANO MA GOVERNO C'È E FA TERRIBILMENTE SUL SERIO

(ANSA) - "Museo archeologico, risanamento Ilva, le scuole del quartiere Tamburi,Arsenale, il porto, le bonifiche. Impegni concreti e scadenze rispettate. A Taranto i problemi non mancano ma il Governo c'è. E fa terribilmente sul serio #lavoltabuona". Lo scrive su Facebook il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante la sua visita a Taranto.

 

Il premier dopo l'incontro in Prefettura per il Patto sullo sviluppo della città si è recato al porto con il ministro delle Infrastrutture Delrio per fare un punto sullo stato dei lavori ed è atteso al Mercure Delfino Hotel per un intervento a 'Futuredem'.

 

3 - "BASTA, CI STANNO AMMAZZANDO". RENZI ACCOLTO DA FISCHI A TARANTO

Emanuela Carucci per www.ilgiornale.it

 

DELRIODELRIO

Una cortina fumogena accoglie il premier Matteo Renzi a Taranto. Sembra roba da stadio nella piazza centrale della città. Sono invece le proteste delle associazioni ambientaliste e dei grillini.

 

Il presidente del Consiglio è in visita questa mattina per l'inaugurazione del secondo piano del museo archeologico nazionale insieme al ministro della cultura, Dario Franceschini e al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio.

 

Un'occasione per la firma del contratto istituzionale per Taranto. Ma il premier, arrivato in ritardo secondo la tabella di marcia, potrebbe saltare il secondo appuntamento previsto in Prefettura dove ad aspettarlo, invitato all'ultimo (alla faccia del cerimoniale) c'è il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

 

"È finita la stagione degli assegni a vuoto - ha dichiarato Renzi che ha sottolineato - il presidente del Consiglio (parlando in terza persona) è qui per una speranza concreta".

 

Ma alla "speranza" si risponde con la protesta. Un gruppo di donne del mondo ambientalista ha contestato il premier chiamandolo "Assassino" ed un gruppo di manifestanti ha cercato di sfondare il cordone della polizia in assetto antisommossa che sta proteggendo l'ingresso della prefettura di Taranto dove è in corso ora la riunione economica.

 

 

CORTE CONTI: ATLANTE E ILVA,PERPLESSITÀ PER RUOLO CDP

ILVA DI TARANTO ILVA DI TARANTO

(ANSA) - La Corte dei Conti esprime "perplessità", per "compatibilità statutaria e sulla pertinenza degli impieghi delle risorse", sul ruolo della Cassa Depositi e Prestiti nel sostegno a banche o imprese. Un riferimento alla "duplice operazione che prima nel 2015 (Fondo nazionale di risoluzione - Banca Etruria) e poi nel 2016 (Fondo Atlante -Banco Popolare di Vicenza/Veneto Banca) l'ha vista coinvolta in cordate di garanzia e salvataggio di Istituti bancari, così come gli interventi a sostegno delle imprese (Ilva)".

 

La Cassa Depositi e Presti - rileva la Corte dei Conti nella relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria per gli esercizi 2014 e 2015- con la crisi economica ha visto accelerare la sua "trasformazione da cassa semi-pubblica, custode del risparmio postale ed erogatrice dei mutui per gli enti locali, a vero e proprio strumento di politica industriale".

 

Corte dei Conti RomaCorte dei Conti Roma

Nel periodo preso in esame sono aumentate "le richieste di aiuto nei confronti della Cdp chiamata ad intervenire, proprio in virtù delle sue disponibilità, in situazioni molto critiche", come "sblocco dei crediti verso la P.a, finanziamento di infrastrutture, salvataggi di imprese in crisi (oggi l'Ilva, in passato Parmalat, Montepaschi e Alitalia) o alla ricerca di capitali (Saipem, Fincantieri), interventi in favore degli Enti locali (di rilievo il contratto di finanziamento in favore del Comune di Roma per 4,8 miliardi di euro, allo stato non utilizzato dall'Ente locale), partecipazione al Fondo nazionale di risoluzione ed al Fondo Atlante. Interventi, questi, che - sottolinea la Corte dei Conti - hanno portato CdP, in alcuni casi, ad operare ai margini della propria compatibilità statuaria".

 

corte conticorte conti

La Cassa, rileva la Corte dei Conti, si pone "sempre più al centro dei rapporti economico-finanziari nazionali, ma con una centralità che non può non suscitare qualche interrogativo". Per la Corte, "risulta chiaro come l'utilizzo di capitali della Cdp sia un tema particolarmente delicato, soprattutto politicamente, poiché il suo intervento in un settore o in un altro, ha sicuri riscontri sull'andamento dell'economia nel suo complesso. Ma ciò - avverte la relazione - richiama anche un altro fondamentale problema e cioè se in effetti non si stia portando Cassa ad operare su di un terreno ai margini del perimetro statutario".

 

FABIO GALLIA CLAUDIO COSTAMAGNAFABIO GALLIA CLAUDIO COSTAMAGNA

La relazione indica anche che "ad una prima analisi non può certamente negarsi che anche Cdp abbia risentito a livello congiunturale della crisi economica e che quindi la flessione di alcuni parametri economico-finanziari non rappresentino elementi strutturali di difficoltà", e avverte che "non può essere sottovalutato che Cdp fa affidamento proprio sui dividendi delle partecipate per i propri equilibri anche futuri".

 

Così, "se nel 2016 le quotazioni del greggio non dovessero migliorare, nelle casse della Cdp potrebbero mancare proprio gli apporti derivanti dalla partecipazione azionaria in Eni. Risorse che, nel piano industriale è previsto che contribuiranno a creare un utile 2016 da 933 milioni grazie a 1,4 miliardi di dividendi provenienti da Eni, Terna, Snam e Fincantieri".

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La Corte "rammenta" quindi anche i risultati di Fincantieri che "ha recentemente approvato il bilancio dell'esercizio 2015, chiuso con una perdita netta di 112,73 milioni" ed ha registrato "nel primo trimestre del 2016 una perdita netta (esclusa la quota di terzi) di 2 milioni di euro, rispetto al dato negativo di 6 milioni contabilizzato nei primi tre mesi del 2015".

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