FITCH ON THE BEACH - ESTATE DI FUOCO PER MARINO: L'AGENZIA DI RATING VEDE A RISCHIO "L'ATTUAZIONE DEL BILANCIO 2015 PER I RECENTI SVILUPPI POLITICI" - SALVINI INCONTRA IL BANANA E NON CHIUDE A MARCHINI COME CANDIDATO DEL CENTRODESTRA: "BASTA CHE CI LIBERIAMO DI MARINO"
1. ALLARME DI FITCH SUI CONTI DEL CAMPIDOGLIO
Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”
Il campanello d’allarme arriva da Fitch: «I recenti sviluppi politici nel Comune di Roma potrebbero danneggiare la capacità dell’amministrazione cittadina di attuare il bilancio 2015 e la parte restante del piano di rientro 2014-2016». L’agenzia di rating aggiunge: «Il ripianamento del debito è previsto nelle leggi italiane, ma l’obiettivo potrebbe essere mancato senza una piena applicazione del piano di rientro». Altri margini non ce ne sono: «Le tasse comunali sono già al massimo».
Il messaggio, al Campidoglio, viene preso bene: «Fitch ribadisce la bontà e l’importanza dell’azione di risanamento del Campidoglio messa in atto con il piano triennale dalla giunta Marino. Il lavoro di Fitch dimostra la grande importanza che viene attribuita al piano di rientro e testimonia la necessità di proseguire in questa operazione virtuosa di risanamento dei conti», è la nota che diffonde il sindaco.
ignazio marino alla festa di sel
Chissà, però, cosa ne pensa Matteo Renzi, col quale da giorni il sindaco sta cercando dei contatti. Sia direttamente (attraverso messaggi pubblici) che indirettamente, attraverso le telefonate col presidente del Pd Matteo Orfini e con gli uomini del governo con cui Marino ha più scambi di rapporti (Graziano Delrio, Claudio De Vincenti). Un «pressing» che, finora, non ha prodotto risultati positivi. Anzi, Renzi replica con una battuta alla proposta — avanzata dal sindaco — di «invitarlo a fare una passeggiata su via dei Fori Imperiali, una volta che avremo tolti i camion bar».
ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION
Quando gli chiedono se accetterà l’invito, il premier se la cava scherzando: «Dove andiamo?», chiede al suo staff, rispondendo alla domanda di un cronista. E poi: «Ai Fori? No, no. Dove andiamo era riferito a dove usciamo». Altro discorso è quello della «supergiunta» che una parte del Pd vorrebbe. Marino ci potrebbe pensare solo di fronte a candidature «molto alte». Nella notte la polizia aeroportuale, a Fiumicino, ha trovato un proiettile inesploso e una lettera scritta a mano: «Caro sindaco lascia l’antiabusivismo, pensa ai corrotti che hai attorno questo è un avvertimento, noi sappiamo tutto di te e della tua famiglia».
malago marino foto mezzelani gmt078
Per le faccende romane oggi è una giornata importante. In Assemblea Capitolina si vota la mozione di sostegno alla candidatura delle Olimpiadi 2024. Ma arrivare ad un voto largamente condiviso non sarà semplice. Le opposizioni di centrodestra, infatti, si aspettavano da Marino che facesse marcia indietro rispetto al «tornate nelle fogne» di domenica scorsa. Il sindaco, invece, ha solo invitato a «superare gli steccati». E proprio il centrodestra si muove per il post-Marino. Silvio Berlusconi, nella cena di Arcore, ha parlato a Matteo Salvini dell’eventuale candidatura di Alfio Marchini. E il leader leghista non ha detto «no».
2. BERLUSCONI, SALVINI E LA CENA DI ARCORE
Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”
La cena di Arcore, martedì sera, tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini (presente anche Licia Ronzulli), ha avuto un risvolto romano.
marino marchini de vito alemanno
Nel quadro delle alleanze, presenti e future, il leader di Forza Italia ha esposto a quello leghista il suo piano per Roma: «Il nostro candidato — gli ha detto — è Alfio Marchini». Messaggio che Berlusconi ha già veicolato ai suoi luogotenenti romani: Antonio Tajani, il coordinatore Davide Bordoni, il senatore Francesco Giro (che un pensierino, sulla candidatura, lo stava facendo...). Dunque, Marchini. E Salvini, questa è la notizia, non ha opposto il veto. Anzi: «A Roma voglio vincere, uniti si può fare», il senso del suo discorso. Tanto che, ieri mattina, è arrivata anche la dichiarazione pubblica: «Marchini? Non lo conosco abbastanza per poter dare un giudizio, sarei ingeneroso a dire sì o no.
L’importante è che Marino tolga il disturbo». Che, intanto, è una mezza apertura.
Del resto, era quello che nello staff dell’imprenditore si aspettavano da qualche settimana: «Vedrete che Salvini non dirà no...», ragionavano i suoi. Così è stato. Per Salvini contano due aspetti. Presentarsi a Roma, ma senza doversi «misurare» con un suo vero e proprio candidato. Evitare la candidatura di Giorgia Meloni (ammesso che lei fosse disponibile), capofila di un pezzo di destra che — seppur tra mille distinguo e litigate — ha condiviso l’esperienza della giunta Alemanno (che, ora, è in Fdi anche se sospeso dal partito).
Marchini, sarebbe l’uomo giusto per riunire il centrodestra sotto mentite spoglie. L’imprenditore, infatti, lavora alla formazione di due liste: una esclusivamente civica (col suo nome), l’altra più «politica», dove ci saranno anche ex centrodestra ed ex centrosinistra. È possibile che, per varare questa sorta di «laboratorio», i partiti non presentino i loro simboli: anche gli Ncd alfaniani sarebbero su questa strada. In questo modo, ragiona chi sta intorno a Marchini, «si può superare il 30% al primo turno e poi giocarcela al ballottaggio».
Lui, l’imprenditore, continua a ripetere: «Come va a finire non lo so, Marino è come il toro che ignora il torero voltandosi dall’altra parte. Dovrebbe dimettersi per garantire quell’agibilità politica che oggi non c’è». Scioglimento per mafia o corruzione? «Chi ama Roma, e noi tutti amiamo Roma, l’ultima cosa che vogliamo è uno scioglimento del comune per fenomeni criminali».
Roberto Morassut (Pd) lo critica: «A differenza di Marchini, penso che invece c’è assoluto bisogno di ristabilire le differenze fra destra e sinistra». Controreplica di Marchini: «Dal 2013 il bipolarismo, a Roma, non esiste più».