Francesco Persili per Dagospia
Giachetti on the road. Prima i dieci chilometri della “Corsa di Miguel” completati nel «misero tempo» di 54 minuti e 37 secondi, poi al mercato di Porta Portese per inaugurare il primo banchetto di raccolta firme per la candidatura alle primarie del centrosinistra per il Campidoglio.
Un’avventura che «inizia e vuole continuare per strada» quella del piddino Roberto Giachetti, ex radicale, già Margherita, vicepresidente della Camera, digiunatore anti Porcellum, ora in pista per Roma con il sostegno di Renzi. Una corsa che appare tutta in salita: i sondaggi danno avanti il M5S: «C’è qualche distacco da colmare – ammette l'ex capo di gabinetto di Rutelli a Dagospia – ma è una corsa bellissima che ho scelto di fare con entusiasmo». Nessun proclama roboante, nessun accenno alla squadra («è prematuro…»).
Giachetti ha scelto una politica stradarola e ha iniziato dalla periferia la sua «campagna di ascolto», primo atto di una campagna elettorale che si annuncia complicatissima tra Mafia Capitale, buche, smog, appalti, trasporto pubblico, guano, topi e le altre emergenze che attanagliano l’Urbe.
Perché un romano dovrebbe tornare a fidarsi del Pd? «Stiamo lavorando perché i romani tornino a fidarsi della buona politica. Vogliamo far capire che c’è un’inversione di rotta rispetto a quello che è accaduto in città negli ultimi 8 anni». Di quell’intreccio tra amministrazione e criminalità ha fatto parte anche il Partito democratico. «Le responsabilità del Pd in Mafia capitale sono sotto gli occhi di tutti, non le ho mai negate, anche se sono inferiori a quella della destra».
Il cireneo Giachetti promette «discontinuità» ma anche «innovazione» e replica puntuto a quanti – a destra e fra i Cinquestelle - continuano a parlare del Pd come del partito di Mafia capitale: «La destra farebbe meglio a fischiettare. Le vicende di Mafia Capitale nascono con la giunta Alemanno. Quanto ai grillini dico solo che generalizzare non porta da nessuna parte. Credo che se ne siano accorti anche loro a Quarto…».
Nel giorno in cui Roberto Morassut annuncia la sua discesa in campo alle primarie (l’ex ministro Bray e l’ex assessore Estella Marino potrebbero imitarlo nei prossimi giorni), Giachetti si rallegra per la scelta dell’ex assessore della giunta Vetroni e rifiuta la narrazione di un centrosinistra diviso: «Prima si diceva che le primarie erano finte perché non c’erano candidati. Adesso che ci sono più sfidanti, allora ci sono divisioni e liti intestine. Bisogna che vi mettiate d’accordo. Ma perché a Roma la Meloni, Marchini, Storace e Berlusconi sono uniti?»
ROBERTO GIACHETTI lapresse roberto giachetti walter veltroni boldrini napolitano gasparri giachetti ROBERTO GIACHETTI DURANTE LO SCIOPERO DELLA FAME ROBERTO GIACHETTI DURANTE LO SCIOPERO DELLA FAME MATTEO RENZI ROBERTO GIACHETTI FOTO LAPRESSE roberto giachetti GIACHETTI ROBERTO GIACHETTI ROBERTO GIACHETTI