Emanuele Buzzi per ‘Il Corriere della Sera'
Stefano DambruosoDopo la bagarre, il bilancio. A tracciarlo è il questore Stefano Dambruoso, deputato, magistrato impegnato per anni nella lotta alla mafia e al terrorismo, finito tra gli imputati della rissa.
Non le sembra di aver ecceduto, di essere andato oltre il regolamento negli scontri avvenuti in Aula (i questori per mantenere l'ordine dispongono degli assistenti parlamentari)?
«Io come questore sovraintendevo alla sicurezza dell'Aula. Nella concitazione del momento, da uomo di Stato, non me la sono sentita di abbandonare i commessi all'aggressione dei deputati Cinque Stelle, commessi che hanno subito colpi di ogni tipo. Morsi compresi».
Ma quelle immagini con il colpo dato a Loredana Lupo...
«Non avevo intenzione di dare ceffoni. E proprio perché ho capito l'importanza di quanto è accaduto, ho provveduto a scusarmi pubblicamente il giorno dopo. Quella immagine era degradante per il prestigio dell'istituzione di cui faccio parte. Anche se...».
Anche se?
«Si trattava di fatti gravi, forse senza precedenti. Sono convinto che cedere una volta di fronte alla violenza significhi cedere per sempre».
È finito sotto accusa. Si parla di gesto sessista.
«La mia natura, la mia storia personale non consentono questo genere di accuse. Tutti quelli che si sono adoperati in tal senso dovranno risponderne».
Il suo comportamento è stato stigmatizzato dagli altri due questori che lo giudicano «estraneo alle sue funzioni».
«Voglio chiedere all'Ufficio di presidenza cosa significhi per loro sovraintendere. Ero al fianco degli assistenti d'aula».
Rischia delle sanzioni. Cosa si aspetta?
«Mi aspetto in termini mediatici una posizione di mezzo che non ho problemi ad accettare. Ma si tratterebbe di una banalizzazione netta e semplicistica. Mi preoccupa sul piano politico una grigia equidistanza».
Accetterà eventuali sanzioni?
«Sì, le rispetterò. Ma voglio sottolineare che si tratta di due azioni - quelle del M5S e la mia - diverse, non equiparabili. Io ero lì nell'esercizio del mio dovere a difesa delle istituzioni».
Il segretario del suo partito, Stefania Giannini, ha ventilato l'opportunità per lei di «valutare le dimissioni».
«Ho apprezzato la posizione del segretario in difesa del mio operato. Ho riferito che intendo proseguire con rafforzato impegno la mia attività politica con Scelta Civica».
Ha sentito Lupo? Si è scusato di persona?
«No, non l'ho sentita. Non ne ho avuto la possibilità. Sono stato vittima di minacce via mail e Facebook. Dal giorno successivo l'ispettorato della Camera mi ha assegnato persone che tutelano la mia sicurezza».
Non pensa a un gesto pacificatore in Aula?
«Certo. Se calerà il clima di violenza, in termini di rapporti personali la mia prima preoccupazione sarà quella di dare una sana stretta di mano alla deputata».