giordano bruno guerri

GIORDANO BRUNO GUERRI FOR PRESIDENT – ‘’L'EUROPA HA IMMAGINATO UN'INTEGRAZIONE SOLO CON LA MONETA E QUALCHE REGOLA SOVRASTRUTTURALE. MA IL DNA DEI POPOLI NON SI CAMBIA IN POCO TEMPO - LE RESPONSABILITÀ DELLA CRISI ITALIANA SONO DI MEZZO SECOLO DI ASSISTENZIALISMO DC A FINI ELETTORALI, DI CLIENTELISMO ENDEMICO, DI INCAPACITÀ O NON VOLONTÀ DI PERSEGUIRE L'EVASIONE FISCALE E DI SCONFIGGERE LA MAFIA. TUTTO CIÒ CI HA LEGATI A DOPPIO FILO AL DEBITO PUBBLICO, DIVENTATO MOSTRUOSO. CHE C'ENTRANO SALVINI E DI MAIO?”

Giordano Bruno Guerri

Giorgio Gandola per La Verità

 

«Il più grande errore dell' Europa? Non avere capito che i popoli non corrono».

Gli storici sono affascinanti, guardano un fenomeno politico oggi dalla spiaggia e lo catalogano secondo categorie millenarie, perché tutto torna e tutto è già stato scritto. In questo esercizio di ginnastica mentale Giordano Bruno Guerri è il numero uno: da 40 anni interpreta i fenomeni della contemporaneità con la profondità dello studioso e la leggerezza calviniana del divulgatore.

 

giulia mazzoni d'annunzio e giordano bruno guerri

E lo fa stando con i piedi ben piantati nel presente: «Sono stato il primo a pubblicare un libro di storia in cui si parla del governo di Giuseppe Conte». Un giorno disse: «Leggendo le nubi del passato si anticipano i temporali di domani». Così Movimento 5 stelle, Lega, sovranismo, orticaria diffusa per Bruxelles, l' Italia più o meno razzista, la sinistra più o meno sfinita, faccette nere all' orizzonte e perfino la battaglia per la presidenza della Rai si capiscono meglio se viste da dietro i suoi occhiali da sole. Con i quali si ripara non dai raggi bollenti di agosto ma dai turisti molesti che lo scambiano per l' attore John Malkovich.

 

Professor Guerri, chiariamo subito la metafora podistica dei popoli pigri.

«Tutti i grandi condottieri e poi dittatori, da Cesare a Napoleone, sono caduti perché hanno preteso di far correre i loro popoli, di completare rivoluzioni nell' arco temporale della loro vita. Presuntuosi, poco lungimiranti».

IDA MAGLI

 

L' Europa cosa ci azzecca?

«L' Europa ha fatto lo stesso, ha immaginato un' integrazione inesistente solo con la moneta e qualche regola sovrastrutturale. Ma le identità, che costituiscono il Dna dei popoli, non si cambiano in poco tempo. Da sempre i politici sanno correre i cento metri, mai la maratona. Ed ecco spiegato l' euroscetticismo».

 

Il concetto va attualizzato.

Giordano Bruno Guerri gli italiani sotto la chiesa

«La richiesta di maggiore autonomia è così evidente che ne scrissi 20 anni fa con la grande Ida Magli, la prima vera antieuropeista italiana. C' è tutto nel libro ‘’Per una rivoluzione italiana’’, edito da Bompiani, dove si sottolineano i problemi che l' Europa unita ci avrebbe portato in casa».

 

Che effetto ebbe la denuncia?

«Il volume fu trattato come un libretto satanico, allora parlare male dell' Ue era come insultare la mamma. Era evidente che avremmo perso sovranità a favore di Bruxelles. Ora chi lo nega ne paga le conseguenze in termini di consenso».

 

IDA MAGLI

Quindi bisognerebbe favorire una Italexit?

«Vent' anni fa avrei detto di sì, ma credo che uscire dall' Europa oggi sia un disastro senza pari. Piuttosto dovremmo essere capaci di difendere e far rispettare gli interessi nazionali da dentro l' Unione. E se questo significa essere sovranista, allora sono sovranista anch' io, anche se mi fa orrore la parola dal punto di vista semantico. Viene usata per non riportare in auge quell' altra, nazionalista, che tanti danni ha fatto nel '900».

 

IDA MAGLI COVER

Ha da poco pubblicato un libro dal titolo: Antistoria degli italiani da Romolo a Grillo. Qual è il nesso fra i due?

«Faccio una premessa. La storia ci insegna che noi siamo un grande popolo dispensatore nei millenni di intuizioni e bellezza, ma non siamo capaci di costruire uno Stato efficiente e funzionale. Ogni spallata, ogni sterzata deriva da questo deficit strutturale».

 

Poi cosa succede?

«Succede che a differenza della maschera di Arlecchino, che serviva due padroni, noi italiani ne abbiamo sempre serviti almeno tre: il signore locale, l' imperatore e il Papa. Ma come Arlecchino abbiamo imparato a gestire i problemi, a cavarcela, con la furbizia. Insomma a rubacchiare. Concetto che ci fu appioppato da Carlo V nel '500. Eravamo furbi e contenti di esserlo».

 

GIORDANO BRUNO GUERRI ROBERTO D AGOSTINO

E oggi come siamo?

«Come allora, sempre servitori di tre padroni: 5 stelle, Lega, Ue. La storia prosegue come se niente fosse dentro il proprio alveo naturale».

angela merkel arriva a bruxelles

 

Dalla storia alla cronaca: il ticket Di Maio-Salvini fa parecchio discutere.

«Ma la crisi italiana non dipende da loro e le responsabilità non sono loro. Diciamolo chiaro: le responsabilità sono di mezzo secolo di assistenzialismo dc a fini elettorali, di clientelismo endemico, di incapacità o non volontà di perseguire l' evasione fiscale e di sconfiggere la mafia, di riformare la giustizia, di costruire un' Europa diversa da questa. Tutto ciò ci ha legati a doppio filo al debito pubblico, diventato mostruoso. Che c' entrano Salvini e Di Maio?».

 

LIBRO SU MARINETTI DI GIORDANO BRUNO GUERRI

Gli italiani pensano che abbiano la bacchetta magica.

«Loro sono conseguenze del problema; gli elettori hanno deciso di sterzare e di percorrere una strada nuova, avventurosa. È un esperimento interessante e da fare. Vedremo in autunno, davanti alla legge di bilancio, se questa strada andrà oltre o si fermerà».

 

Domanda al manager del Vittoriale. Musei gratis o a pagamento la domenica?

GIORDANO BRUNO GUERRI LAPO ELKANN

«Di sicuro musei aperti. Poi su questa decisione del ministro Alberto Bonisoli sono diviso. Da una parte è un dovere politico e civile dello Stato favorire la diffusione della cultura, dall' altra lo è anche tenere d' occhio i bilanci».

 

Una non esclude l' altra.

«L' iniziativa del suo predecessore Dario Franceschini era buona, ma lo è anche lasciare ai direttori la libertà di decidere. Glielo dice chi ha privatizzato il Vittoriale, come chiedevano tutti i governi dagli anni '90 in poi. Rinunciai al finanziamento pubblico ma non ho mai chiuso le porte. Poi mi sono fatto venire un' idea».

 

Quale?

«Al lunedì per il sabato annunciavamo la giornata speciale, gratuita. Un successo. I direttori dei musei statali hanno potere ma libertà limitata. Devono sapere loro quali sono i vantaggi delle scelte».

 

Ad agitare le acque in Parlamento c' è anche il decreto Dignità. Ci ha capito qualcosa?

«Guardi, ci vedo aspetti positivi per ciò che riguarda la limitazione degli spot sul gioco. Se parliamo di lavoro, mi pare che gli intenti buoni siano almeno pari agli effetti molto meno buoni per i lavoratori».

 

Veniamo alle parole d' ordine del momento: antifascista.

«Il pericolo di un ritorno in Italia di gente con camicia nera e stivali è ridicolo, inimmaginabile. Vedo più un rischio in questo esasperato populismo dell' uno vale uno, facendo credere che le decisioni siano prese al computer con una democrazia globale e invece sono prese da un gruppo ristretto».

 

SALVINI MIGRANTI

Una deriva orwelliana?

«Non ne sono convinto. Temo molto di più lo strapotere dell' economia. Mercati ed Europa, per quando abbiamo visto, sono il vero Grande Fratello di oggi».

 

Altra parola: inclusione. Nel senso che ogni clandestino è una benedizione.

«Temo che a parte i toni e i modi volutamente sgradevoli, Salvini abbia posto all' attenzione di tutti il problema numero uno: ridiscutere con l' Europa che fine fanno i clandestini. Poi sarà importante riuscire ad arginarne il flusso, non con la violenza o con i campi sognati da Marco Minniti. Nel vicino Oriente e in Africa servono programmi di sviluppo a lungo raggio».

 

Il Pd è per l' accoglienza diffusa, ma non sa dove mettere i migranti se non per strada.

«Il Pd sta reagendo nel modo sbagliato e anche qui la storia ci aiuta a capire. Si sono formati due partiti di massa (5 stelle e Lega) con i quali confrontarsi sui programmi, ma a sinistra vanno avanti per dibattiti interni come fanno dai tempi di Filippo Turati. È bello spaccare il cecio in quattro, ma poco pratico e oggi per niente funzionale».

 

immigrati

Se manca la politica arrivano a cavallo gli intellettuali come Saviano.

raffaella carra' e pier paolo pasolini

«La funzione dell' intellettuale non è guidare, ma offrire soluzioni. E non è esprimere certezze, ma seminare dubbi. I concetti di Saviano sono umorali, pregiudiziali, senza il minimo peso, almeno se penso a Pier Paolo Pasolini. Saviano dovrebbe mandare a memoria un suo pensiero».

 

Quale?

«L' ho retwittato qualche giorno fa. "Noi intellettuali tendiamo a identificare la cultura con la nostra cultura: quindi la morale con la nostra morale e l' ideologia con la nostra ideologia. Esprimiamo, con questo, un certo insopprimibile razzismo verso coloro che vivono, appunto, un' altra cultura". Perfetto».

 

In Italia si riesce a litigare pure sul presidente Rai.

salvini di maio

«In Rai non cambia mai niente, regole e modus vivendi sono sempre gli stessi. Credo che nessuno abbia nulla contro Marcello Foa, ma che Berlusconi si sia risentito per non essere stato consultato e abbia deciso che lasciar correre avrebbe significato la sua resa. Su Twitter c' è un movimento che ha lanciato la campagna: #GuerripresidenteRai. Senza consultazione preventiva, Berlusconi avrebbe bocciato anche me».

 

C' è chi dice che viviamo dentro una mediocrazia.

Marcello Foa

«Verissimo, questo perché le eccellenze se ne vanno; sono i ragazzi più intraprendenti.

Però c' è un lato positivo».

 

Meno male, qual è?

«I più brillanti si affermano. Si sa che sono italiani e che hanno studiato in Italia, ci restituiscono in prestigio ciò che abbiamo perso. Come gli artisti che nel Rinascimento partivano per donare cultura e bellezza alle corti d' Europa. Al Vittoriale abbiamo istituito il premio Genio Vagante».

 

saviano maglietta rossa

Chi l' ha vinto?

«Un giovane chimico partito disoccupato da Reggio Emilia, che ora dirige un' azienda in Canada. E una ragazza siciliana che ha scoperto come si formano l' oro e l' argento. E adesso lavora alla Nasa».

 

In quest' epoca di trasformazioni ci siamo dimenticati della Chiesa.

«Di cambiamenti globali lì non ne esistono mai. Ricorda il concetto iniziale? Papa Francesco o no, la Chiesa cammina sempre più lentamente di tutti. Del resto, a differenza nostra, ha di fronte l' Eternità».

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen donald trump xi jinping cina unione europea stati uniti

FLASH! - COME REAGIRE ALLA TERZA GUERRA MONDIALE DI TRUMP? PIU’ CHE UNA WEB-TAX SULLE BIG TECH, PER METTERE IN GINOCCHIO IL DAZISTA DELLA CASA BIANCA, FACENDO RITORNARE DI COLPO LE ROTELLE AL LORO POSTO, SAREBBE SUFFICIENTE LA VENDITA DEL 10% DEI TITOLI DEL TESORO AMERICANO IN POSSESSO DI CINA E UNIONE EUROPEA (AL 2024 PECHINO NE DETENEVA 768 MILIARDI, MENTRE I 27 PAESI UE NE HANNO IN PANCIA OLTRE DUEMILA MILIARDI) – DI TALE MOSSA MORTALE, CONFERMATA A DAGOSPIA DA FONTI AUTOREVOLI, NE STANNO DISCUTENDO NELLA MASSIMA RISERVATEZZA GLI EMISSARI DEL DRAGONE DI XI JINPING E GLI SHERPA DEI CAPOCCIONI DI BRUXELLES (COME DICONO A QUARTICCIOLO: ‘’EXTREME EVILS, EXTREME REMEDIES…’’)

donald trump matteo salvini giuseppe conte vladimir putin

DAGOREPORT – ALLEGRIA! RICICCIA L’ALLEANZA DEGLI OPPOSTI POPULISMI: SALVINI E CONTE - SABATO SCORSO, I GEMELLI DIVERSI SI SONO RITROVATI IN PIAZZA A SBANDIERARE LE COMUNI POSIZIONI TRUMPUTINIANE CHE DESTABILIZZANO SIA LA MAGGIORANZA DI GOVERNO CHE L’OPPOSIZIONE - IL LORO RUOLO DI GUASTATORI NEI RISPETTIVI SCHIERAMENTI FA GODERE TRUMP, CHE HA PRESO DUE PICCIONI CON LA SUA FAVA: CONDIZIONA IL GOVERNO MELONI E SPACCA IL PD DI ELLY SCHLEIN – SFANCULATO BEPPE GRILLO, ANNIENTATO LO ZOCCOLO DURO PENTASTELLATO, AL POSTO DELL'ELEVATO", COME "IDEOLOGO", CONTE HA MARCO TRAVAGLIO - IL RUOLO DI CASALINO NEL SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE ANTI-RIARMO DI SABATO... - VIDEO 

giorgia meloni donald trump economia recessione dazi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI VOLERÀ FINALMENTE NEGLI STATI UNITI PER IL TANTO AGOGNATO FACCIA A FACCIA CON TRUMP: MA COSA ANDRÀ A FARE? SOPRATTUTTO: QUALE RISULTATO OTTERRÀ? -L’UNICO SPAZIO CHE OGGI HA A DISPOSIZIONE LA THATCHER DELLA GARBATELLA È IL PERIMETRO STABILITO DA KAISER URSULA CON MACRON E MERZ, CHE SI RIASSUME IN TRE PUNTI: DIALOGO, REAZIONE E DIVERSIFICAZIONE DEI MERCATI - L'EVENTUALITA' CHE, DOPO OCCHIONI E MOINE MELONIANE, IL TRUMPONE RINCULI DAL 20% A ZERO DAZI E' DA ESCLUDERE: IL TYCOON BANCAROTTIERE PERDEREBBE LA FACCIA - MA L'UNDERDOG NON PUO' TRATTARE NEMMENO UN DIMEZZAMENTO DELLE TARIFFE RECIPROCHE AL 10% PERCHE' LA NEGOZIAZIONE DEVE PASSARE PER BRUXELLES – LA DUCETTA PUÒ SOLO PROVARE A ESERCITARE UNA MORAL SUASION SUL SUO AMICO TRUMP E FARSI SCATTARE QUALCHE FOTO PER FAR ROSICARE DI INVIDIA MATTEO SALVINI - VIDEO

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…