GIULIETTO SOTTO SCACCO - I PM DI MILANO VOGLIONO PROCESSARE TREMONTI PER TANGENTI: LO ACCUSANO DI AVER INCASSATO UNA MAZZETTA PER DARE L’OK ALL’ACQUISTO DELL’AMERICANA DRS DA PARTE DI FINMECCANICA
Sandro De Riccardis per “la Repubblica”
Una parcella che scende da 5 a 4 milioni, pagata da Finmeccanica a Ernst& Young ma anche allo studio Vitali, di cui è socio l’ex ministro Giulio Tremonti, e che per la procura è la tangente al politico per togliere il suo veto, nel maggio 2008, sull’acquisto del gruppo statunitense Drs.
E una divisione di quei 4 milioni che viene diviso in parti non proprio eguali: quelli che per la procura di Milano sono gli unici autori della consulenza sull’acquisizione, E&Y, prendono 1,6 milioni; quelli a cui il Tribunale dei ministri riconduce «attività non eseguita e non necessaria», incassano la fiche più sostanziosa, 2,4 milioni.
Nuovi particolari emergono dall’istruttoria del Tribunale dei Ministri, nel giorno in cui i pm Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi (insieme al procuratore capo Edmondo Bruti Liberati) chiedono al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Tremonti, indagato per corruzione per quei 2,4 milioni di presunta tangente. Per l’accusa, l’allora ministro dell’Economia cambiò idea su un’operazione su cui era contrario.
Con lui sono indagati Enrico Vitali (socio dello studio Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi), l’ex presidente e a.d. di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, e l’ex direttore finanziario Alessandro Pansa. «La prima offerta, di 5 milioni, di studio Vitali e E&Y è inviata il 15 aprile a Finmeccanica — mette a verbale Vitali lo scorso dicembre — . La cosa viene ponderata, e dopo un po’ Finmeccanica ci risponde che il corrispettivo che reputano opportuno non è di 5, ma di 4 milioni».
Vitali, sollecitato dai giudici del Tribunale dei ministri (Paolo Negri Della Torre, Alfredo de Lillo e Stefano Tarantola) spiega che «l’incarico venne dato dal dottor Pansa, assolutamente. Io ho sempre interloquito in questa operazione con il dottor Pansa». Una versione smentita dal manager.
«Non fui io a individuare lo studio, né altri consulenti dell’operazione Drs — dice Pansa nell’interrogatorio del 9 dicembre scorso — . I consulenti mi furono indicati e suggeriti da Guarguaglini». Finmeccanica, continua Pansa, «fece un contratto unico, venne richiesto un compenso complessivo di 5 milioni. Io negoziai uno sconto del 20%. Le ragioni della ripartizionenon le so, a noi non interessavano».
EZIO MAURO E PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI IN TRIBUNA ALLO STADIO
«La ripartizione — dice ancora Vitali — fu discussa da me e dal dottor Giuseppe Mongiello (ex partner di E&Y, ndr.). A lui feci presente che con la riduzione a 4 stavamo un po’ stretti sulle nostre commissioni. Le operazioni di questo tipo vanno a tariffa professionale». Ma è lo stesso Mongiello a raccontare l’imbarazzo di E&Y per i 2,4 milioni allo studio Vitali, da lui definiti «meri spettatori» dell’operazione.
«La commissione è commisurata al risparmio fiscale per il cliente. In questo caso, le parlo non a titolo personale, ma proprio un po’ quello che era il sentire di funzionari, partner, impiegati di E&Y, ci è parso che mancasse un po’ questo nesso sinallagmatico, nel senso che non ci fu un vero risparmio di imposte da giustificare quella ripartizione».