africa terzo mondo

LA GRANDE VORAGINE DEL “TERZO MONDO” - DOVE SONO FINITI (E A CHI) I 135 MILIARDI CHE NEL 2015 I PAESI RICCHI HANNO PAGATO A QUELLI POVERI? NEGLI ULTIMI 50 ANNI SONO STATI TRASFERITI AL TERZO MONDO DUE TRILIONI DI DOLLARI IN AIUTI INTERNAZIONALI…

Francesco Borgonovo per “Libero Quotidiano”

 

Non passa giorno senza che un' anima candida ci ricordi il dovere della solidarietà nei confronti degli immigrati in arrivo sulle nostre coste e in tutta Europa. Una solidarietà che dovrebbe concretizzarsi nell' accoglienza senza limiti, i cui costi - secondo alcune analisi - arrivano fino a tre miliardi l' anno.

 

PRIMO SECONDO E TERZO MONDO PRIMO SECONDO E TERZO MONDO

Spesso però dimentichiamo che il nostro Paese, ma più in generale l' Ue e addirittura l' intero Occidente, esercita anche un altro tipo di «solidarietà». È quella che si esprime attraverso gli aiuti umanitari, in particolare i cosiddetti «aiuti bilaterali», cioè quelli che passano dai nostri governi direttamente a quelli dei Paesi cosiddetti in via di sviluppo. Miliardi di dollari ogni anno, che dovrebbero servire a migliorare le condizioni di vita degli abitanti degli Stati più poveri del globo, ma che a quanto pare spendiamo inutilmente.

 

La maggioranza degli stranieri che giungono qui, infatti, appartengono alla categoria dei «migranti economici». Sono cioè persone che lasciano i loro Paesi in cerca di un tenore di vita migliore, di un lavoro più remunerativo, di una esistenza più soddisfacente rispetto a quella che sperimentano nei luoghi d' origine. Il problema è che da decine di anni l'Occidente tutto cerca di migliorare la situazione - per dire - dell' Africa e di certe zone dell'Asia proprio per garantire alle popolazioni una vita più decente.

 

PAESI EX POVERI CHE COLONIZZANO L OCCIDENTE DA L ESPRESSO PAESI EX POVERI CHE COLONIZZANO L OCCIDENTE DA L ESPRESSO

Nel 2009, l' economista Dambisa Moyo, originaria dello Zambia, ha calcolato che «negli ultimi cinquant' anni sono stati trasferiti dai Paesi ricchi a quelli poveri oltre due trilioni di dollari in aiuti internazionali, e l' Africa ne è stata di gran lunga il maggiore beneficiario». Questa cifra, ovviamente, è ulteriormente aumentata negli ultimi anni. E gli Stati europei che ora affrontano l' Invasione hanno dato un notevole contributo.

 

scompariranno i paesi poveriscompariranno i paesi poveri

A calcolare il flusso di denaro che, sottoforma di aiuti governativi (i cosiddetti Oda, ovvero Official developlment assistance), passa dal Primo al Terzo mondo è calcolata annualmente dall' Oecd, un' organismo sovranazionale fondato nel 1961 e composto da 34 Paesi, di cui anche l' Italia fa parte. I dati resi disponibili nel 2015 (e riferiti al 2014) danno la misura dell' impegno «umanitario». I cosiddetti «Paesi ricchi» hanno pagato ai «Paesi poveri» 135,2 miliardi di dollari americani.

 

L' anno precedente, la cifra era praticamente identica, ed era stata fra le più alte di tutti i tempi. Solo all' Africa sub-sahariana, da cui provengono tantissimi degli immigrati diretti verso l' Europa, sono arrivati 25 miliardi dollari (il 5% in meno rispetto al 2013). I maggiori donatori sono gli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito, Germania e Francia.

migranti nel canale di sicilia  4migranti nel canale di sicilia 4

 

Cioè gli Stati che in queste ore fronteggiano l' Invasione, talvolta (come nel caso inglese) utilizzando le maniere forti. Beh, chi volesse accusare Cameron di essere senza cuore, dovrebbe sapere prima che il suo Paese anche quest' anno ha aumentato gli aiuti umanitari.

 

Ma anche le altre nazioni europee non stanno a guardare. Nel complesso, i 28 Paesi dell' Unione hanno donato 74,5 miliardi di dollari, cioè lo 0.41 del loro reddito. Mentre le istituzioni europee hanno fornito 16,1 miliardi. E l' Italia? Per capire quanto sia «solidale» basta dare uno sguardo ai dati degli ultimi due-tre anni. Nel 2014 gli aiuti che abbiamo dato ai Paesi in via di sviluppo sono calati del 2.9%. Ma c' è un motivo: l' anno prima avevamo realizzato un aumento record delle donazioni, addirittura del 13,4%.

 

migranti nel canale di sicilia  3migranti nel canale di sicilia 3

Finora abbiamo sciorinato numeri. Ma andiamo nel concreto. Di quanti soldi stiamo parlando e, soprattutto, dove finiscono? Lo spiega sempre l' Oecd, in uno studio più dettagliato che analizza i flussi per zone geografiche (è datato 2015, ma gli ultimi dati si riferiscono a due anni prima). Nel solo 2013, l' Italia ha donato all' Africa 137,9 milioni di euro. Al Ghana da cui proviene Kabobo, per esempio, abbiamo dato 14,6 milioni.

 

Alla Costa d' Avorio di Mamadou Kamara 0,6 milioni. Ai Paesi mediorientali, da cui arrivano numerosi altri migranti, nel 2013 abbiamo versato 60,8 milioni (di cui 15 alla Siria). Queste donazioni, tra l' altro, sono destinate ad aumentare. Nel 2015, scrive l' Oecd, le donazioni all' Africa sub-sahariana cresceranno del 5.8%. Quelle ai Paesi mediorientali e asiatici colpiti dalle guerre del 6.6%. Eppure gli stranieri continuano ad arrivare in numero sempre maggiore. Significa che questa montagna di miliardi va sprecata.

 

Nonostante varie associazioni umanitarie continuino a ripetere che non facciamo abbastanza (perché dovremmo donare lo 0.7% del nostro reddito e non lo facciamo), la realtà è che gli aiuti sono dannosi. Vari intellettuali e studiosi africani lo spiegano da anni, inascoltati.

migranti nel canale di sicilia  2migranti nel canale di sicilia 2

La già citata Dambisa Moyo ha scritto almeno due libri fondamentali sulla questione. In La carità che uccide ha scritto: «Il concetto secondo cui gli aiuti possono alleviare la povertà sistemica, e che ci siano riusciti, è un mito. Oggi in Africa milioni di persone sono più povere a causa degli aiuti». Ciò significa che forse dovremmo cambiare il nostro approccio verso i Paesi poveri. Evitando di foraggiare governi corrotti che affamano la popolazioni, per esempio. O valutando meglio dove dirigere i soldi.

 

Ma non lo facciamo. Per lavarci la coscienza, prima contribuiamo a impoverire le popolazioni, poi le invitiamo a venire qui a rischio della vita loro e nostra. E per tutto questo paghiamo profumatamente.

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...