GREXIT, ULTIMI FUOCHI - LE FILE AGLI SPORTELLI SONO ROBA DA 20° SECOLO: ORA C'E' L'HOME BANKING, PER PORTARE ALL'ESTERO UN MILIARDO AL GIORNO - TSIPRAS SI GIOCA L'ULTIMA CARTA: L'ABBRACCIO CON PUTIN. CHE PERÒ PUÒ OFFRIRE GAS, NON CONTANTI
1. CONTI IN BANCA VUOTI E UNA CALMA SURREALE
Andrea Nicastro per il "Corriere della Sera"
A metà mattina una troupe francese credeva di aver finalmente trovato l’immagine giusta per il servizio sul rischio di uscita dall’euro: dieci persone in coda davanti ad una filiale della Piraeus Bank. «Paura del Grexit?». «No, è che il signore là davanti non sa usare il bancomat».
Sarà che i conti correnti sono già vuoti, che la gente è stanca dei «bisogna fare in fretta» ripetuti alla noia. Preferisce una Grecia sigà sigà, che, piano piano, spera che tutto finirà per aggiustarsi. La meraviglia di Atene è che ieri le banche erano tranquille. Una ragazza se la rideva con un’amica sull’autobus: «Scusa, devo correre a ritirare il mio euro dalla banca». Elli Triantafillou, giornalista della televisione Skai, dice che «di chiusura dei conti sentiamo parlare da anni, ma l’atteggiamento della gente fa comunque impressione. Sono come immunizzati. Sarà un segno di maturità, di sangue freddo, che so?».
grecia UN UOMO SI E DATO FUOCO DAVANTI ALLA BANCA A SALONICCO
Le statistiche dicono che escono milioni ogni giorno. Da mesi. Questa settimana, con l’avvicinarsi dell’ennesimo appuntamento decisivo, almeno altri 4,2 miliardi. Evidentemente, però, basta un internet banking e da casa si evitano le code in strada. Privati e aziende hanno i depositi al minimo e quando devono pagare stipendi o tasse prima rimpinguano il deposito da un altro conto estero e subito dopo fanno il bonifico.
Il segreto è abituarsi all’emergenza, convivere con la paura, chi non regge le emozioni ha ceduto da tempo. Di tanto in tanto aiuta scovare il varco che conduce a un mondo parallelo dove economisti guru garantiscono che la Grecia è ricca e che i bilanci sono stati truccati per obbligarla ad indebitarsi. Così la gente entra ed esce dalla tana del Bianconiglio e tira avanti un altro giorno serena.
VAROUFAKIS AL PARLAMENTO GRECO
Ieri, per esempio, una delle notizie più cliccate sui siti era la difesa delle ragioni di Atene da parte del regista Oliver Stone. «Non c’è mai stato un vero governo greco che la gente potesse rispettare. Fino ad oggi. Viva la nuova Grecia. Viva Tsipras». Anche l’ironia aiuta. Un pensionato dispensa saggezza da una vignetta del disegnatore Arkas: «Uscendo dall’Europa non dimentichiamoci di spegnere le luci della civiltà, non è il momento di bollette costose».
Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis
Altro esempio. Ieri in tv, accanto ai miliardi che arriveranno dai gasdotti russi, andavano forte anche le immagini dell’ex partigiano novantenne Manolis Glezos, ora europarlamentare per Syriza, mentre arringava la commissione Educazione e Cultura di Bruxelles. Glezos questa volta ha scelto Cicerone: «Hannibal ante portas, Annibale è alle porte, i creditori ci hanno messo il cappio al collo». Resistere. Resistere. Resistere. Come si può ribattere a chi strappò la svastica nazista dal Partenone?
Nella Grecia delle meraviglie, dove solo i greci hanno ragione, «Vulì», la tv del Parlamento sta affossando tutte le altre con uno share di ascolti del 30-40%. Un’anomalia internazionale. È come se Radio Radicale surclassasse «Tutto il calcio minuto per minuto». «Vulì» trasmette in diretta le udienze della «Commissione della verità sul debito pubblico».
Si parla di ministri corrotti, di tangenti pagate da Siemens, di appalti regalati a ditte tedesche e francesi. Della congiura dei pochi ricchi e fortunati contro i troppi disoccupati e poveri. Grandi ascolti ha fatto il «pentito» Panaliotis Rumeliotis, ex rappresentante greco al Fondo monetario. L’economista ha dichiarato che l’Fmi dava lezioni a giornalisti greci perché appoggiassero la richiesta di aiuti di Atene, ma anche come i regolamenti Fmi vennero «piegati» in una notte perché i fondi andassero per il 90% alle banche private e non alla gente. Tutto aiuta, tutto contribuisce all’auto assoluzione collettiva e in più serve a passare un altro fine settimana in pace. Tanto il governo tratta per noi. Qualcosa succederà.
2. L'ULTIMA MOSSA DI TSIPRAS: IL LEGAME CON PUTIN
Anna Zafesova per "La Stampa"
Le sanzioni contro la Russia sono state prorogate dall’Ue per un altro anno. I conti delle rappresentanze diplomatiche russe in Belgio sono sotto sequestro giudiziario, mentre gli ex azionisti della Yukos mandano ai governi di mezzo mondo il verdetto del Tribunale europeo che impone a Mosca di risarcirli per diverse decine di miliardi di dollari. E il dipartimento di Stato Usa si permette di mettere in dubbio la capacità reale del Cremlino di dotarsi di 40 nuovi missili balistici.
Le quotazioni di Vladimir Putin non sono mai state così basse. Ma a sentire il presidente russo ieri, al Forum economico internazionale di Pietroburgo – la anti-Davos dove è stato dato molto spazio agli amici attuali e potenziali della Russia, dalla Cina agli imprenditori tedeschi e al premier greco Tsipras, che si è scagliato contro l’Europa e ha spiegato «perché oggi sono qui invece che a Bruxelles» - va tutto bene. In Russia «non è accaduta una grossa crisi», l’inflazione è scesa, il rublo non è più comatoso, e per il futuro è prevista una crescita al 3,5%, mentre le sanzioni hanno «danneggiato soprattutto gli europei» rafforzando i produttori russi.
alexis tsipras e vladimir putin 2
Curioso che allo stesso Forum perfino esperti vicini al Cremlino smentiscano le rosee previsioni del governo: il capo della Sberbank ed ex ministro dell’Economia Gherman Gref non crede nella ripresa e l’ex ministro del Tesoro Alexey Kudrin è convinto che «siamo nel mezzo della tempesta» e in autunno esploderà la disoccupazione. Non è chiaro se l’ottimismo del presidente sia sincero, o fa solo buon viso a cattivo gioco. In ogni caso, è deciso ad andare avanti, nonostante i calcoli di alcune cancellerie occidentali di piegarlo, e le allusioni di parte dell’élite russa (Kudrin ha appena lanciato l’idea di elezioni presidenziali anticipate).
alexis tsipras e vladimir putin 4
Il Cremlino è pronto a un’estenuante guerra in trincea, che finisce per sfinimento dell’avversario. Washington e Bruxelles aspettano lo sbriciolamento del fronte putiniano, Mosca continua i tentativi di erodere quello europeo, cercando alleanze asimmetriche. La speranza di convincere qualcuno dei 28 – l’ungherese Orban, Tsipras, o l’Italia – a rompere il fronte delle sanzioni sembra sbiadita, anche se nella visita all’Expo di Milano Putin ha fatto capire che singoli Paesi potrebbero trarre dal rapporto con Mosca i vantaggi perduti. Un’altra carta da giocare è la «vicinanza spirituale» con la Grecia ricordata ieri da Putin, che finanzierà al 100% il gasdotto verso Atene che gli permetterebbe – insieme con l’altra tratta nel Nord Europa – di chiudere il transito del metano in Ucraina.
Un progetto più politico che economico (molti esperti sono scettici sulla capacità di Gazprom di riempire entrambi i gasdotti), con diverse incognite. Non ultima proprio Tsipras: ha bisogno di contante subito, prima che di investimenti, e non è chiaro quanto usi Putin solo per spaventare i suoi interlocutori a Bruxelles.
Così come non è chiaro quanto Putin si presti al gioco: almeno ufficialmente non ha promesso aiuti, e il suo ministro del Tesoro Siluanov è contrario al Grexit. Sicuramente la Russia non è in grado di proporre alla Grecia una «adozione» vera e propria. Ma avere Tsipras ospite frequente al Cremlino può estendere l’eterogenea rete delle potenziali alleanze di Putin e infastidire l’Europa.