GRILLINI DI GOVERNO O DI LOTTA? DI PAGNOTTA! - C’E’ UN GRUPPO DI PARLAMENTARI M5S CHE FA RESISTENZA ALLA RESTITUZIONE DI UNA PARTE DI STIPENDIO CHE IL MOVIMENTO FA VERSARE AL FONDO PER LE MICRO IMPRESE E ALLA PIATTAFORMA “ROUSSEAU” - I PIÙ ARRABBIATI AVREBBERO MINACCIATO DI LASCIARE IL GRUPPO O DI SABOTARE L'AZIONE DEL GOVERNO
Stefania Piras per “il Messaggero”
Ortodossi? Pragmatici? Di sinistra o di destra? Più vicini a Grillo o a Casaleggio? Progressisti o conservatori? No, non è la Weltanschauung qui che conta. A meno che non si consideri lo stipendio come un parametro per il lavoro che si fa. C'è un nuovo filone dentro il gruppo M5S: quello del conto corrente, ovvero quello che fa resistenza alle restituzioni, la parte di stipendio che il M5S, nato con il mito della politica a costo zero, ha sempre deciso di tagliare e versare in modo volontario al fondo per le micro imprese del ministero dello Sviluppo. Le nuove regole impongono anche un obolo politico per sostenere il partito, i suoi eventi e la sua piattaforma web.
Si devono versare infatti 300 euro all'associazione Rousseau, altri 1.000 euro mensili per l' organizzazione e versare l' eccedenza. Sono circa 3.300 euro in meno nelle tasche di deputati e senatori. «Si vive bene ugualmente», sorride un deputato toscano. E anche lui come tutti gli altri dovrà mettere in conto anche le altre novità in arrivo. «Sto preparando una delibera per eliminare le doppie indennità di funzione», ha spiegato ieri il presidente della Camera Roberto Fico al Festival «Il libro possibile» a Polignano. Chi sarà presidente di commissione, ad esempio, non prenderà il doppio stipendio, ha poi aggiunto.
SEIMILA EURO
Intanto dal 1 luglio sono partiti i primi versamenti di oltre seimila euro che tengono conto degli ultimi tre mesi: dal 23 marzo, giorno in cui c'è stata la prima seduta della Camera fino a fine giugno. Dal momento in cui sono partiti i soldi sono apparse due correnti molto distinte: i paladini della restituzione, soprattutto ex collaboratori di deputati e vecchi attivisti che hanno consapevolezza dell' importanza della norma interna, e poi la corrente degli scontenti, soprattutto neoeletti, che quando hanno percepito la cifra da versare (6.500 euro) hanno pensato e/o detto: «Ma chi ce lo fa fare? Il lavoro è lavoro, anche quello del parlamentare».
Molti di questi neoeletti infatti arrivano dai collegi uninominali. Il capo politico M5S eil suo staff li avevano pescati tra i professionisti, docenti, chirurghi e in generale tra personalità che erano abituate a guadagnare lauti stipendi. È gente che non ha mai fatto un giorno di meetup e a cui l' idea di versare 1.300 euro per la democrazia diretta e gli eventi del M5S non è che li entusiasmi. Anzi, i più arrabbiati avrebbero minacciato di lasciare il gruppo o di sabotare l' azione del governo.
LO SFOGO
L'AdnKronos ha raccolto lo sfogo del neosenatore Franco Ortolani, professore di geologia in pensione: «Sto facendo fare le opportune valutazioni a un paio di miei amici commercialisti. Voglio capire cosa mi succederà con la prossima dichiarazione dei redditi», ha detto l' ex docente della Federico II di Napoli. «Anche chi è pensionato come me avrà un nuovo reddito che si sommerà all' altro. Qualsiasi commercialista dice che la tassazione aumenterà significativamente», avverte ancora Ortolani. Tra i parlamentari pizzicati dalle Iene a fare pasticci coi bonifici c'era Emanuele Scagliusi. Aveva versato volontariamente 223 mila euro in 5 anni ed era stato beccato con mille euro mancanti. «Li ho presi in prestito tra i soldi a mia disposizione per una visita medica e li ho riversati immediatamente», disse.