HA RAGIONE LA MERKEL: UN PAESE DA COMMISSARIARE - DIMEZZATI I RIMBORSI AI PARTITI? SI FA FESTA CON I “CONTRIBUTI AI GRUPPI CONSILIARI” - OGNI REGIONE SPENDE MILIONI DI EURO PER CAPIGRUPPO, CONSIGLIERI, STAFFISTI E COLLABORATORI - IL RECORD AL LAZIO DELLA SDE-RENATA POLVERINI: 15 MILIONI L’ANNO! - PIOGGIA DI SOLDI IN LOMBARDIA, VIRTUOSA L’EMILIA ROMAGNA - CALABRIA, ABRUZZO, BASILICATA E CAMPANIA NON FORNISCONO I DATI ALLA FACCIA DELLA TRASPARENZA…..
Annalisa Cuzzocrea per Repubblica
I mille rivoli che portano acqua alla politica sbucano fuori da dove meno te l'aspetti. Passata la legge che dimezza i rimborsi dei partiti, certi che d'ora in poi tutto sarà controllato e documentato, pensavamo, quanto meno, di aver capito di quanti soldi si parla e perché. Non è così. La denuncia di due consiglieri radicali del Lazio ha scoperchiato un altro vaso di Pandora dal nome interessante: "contributo ai gruppi consiliari".
Succede che ogni Consiglio regionale, oltre a pagare le indennità ai suoi esponenti, oltre ad avere uffici, segreterie, dipendenti già pagati dallo Stato, fornisce ai singoli gruppi altro denaro con cui portare avanti la propria attività . Che sia per aggiornamento professionale, consulenze, collaboratori.
Nel Lazio, stando a quanto testimoniato dal radicale Giuseppe Rossodivivo, si tratta di 211mila euro a consigliere. Che moltiplicato per i 71 in carica fa la bellezza di 15 milioni di euro all'anno. Il presidente del Consiglio regionale Mario Abruzzese ieri è intervenuto per promettere una riduzione, anche se, lamenta, «nessuno parla dei milioni di euro di tagli che abbiamo già fatto».
Promesse a parte, al Lazio spetta la maglia nera. Non solo per i fondi che eroga, ma anche per la mancata trasparenza: impossibile trovare un bilancio aggiornato con voci esaustive. Tanto meno esaminare i rendiconti delle spese sostenute. Un bilancio preciso lo troviamo sul sito del Consiglio regionale lombardo.
Nella previsione del 2012 ci sono 1 milione e 675 mila euro di contributo per il finanziamento dei gruppi, da sommare a 2 milioni e 106 mila euro di «formazione e comunicazione», a oltre 8 milioni di euro per personale e segreterie dei componenti dell'ufficio di presidenza e dei gruppi, e a 2 milioni e passa di contributi per i dipendenti. Il totale fa quasi 14 milioni.
Paga un po' meno, ma di poco, l'assemblea regionale siciliana, che quest'anno prevede di spendere 12 milioni e 650mila euro tra contributo per il finanziamento dei gruppi e relativo personale e contributo per l'attività di supporto dei deputati. Per il Piemonte, un bilancio del 2010 dà l'idea delle spese effettuate: 8 milioni e 901mila euro. Poi viene il Veneto, con gli 8 milioni e 85mila euro previsti per l'anno in corso.
E con molto molto distacco, l'Emilia Romagna: nel 2012 prevede di spendere 2milioni e 333mila euro, ma è l'unica che sul sito mette tutto. Il budget previsto, la divisione gruppo per gruppo, il rendiconto dei partiti che devono giustificare con ricevute e fatture tutto quello che spendono. Anche se, scopriamo che il budget per l'Udc, che ha un solo consigliere, è di ben 133mila euro l'anno, mentre 40mila vanno all'unico componente del misto.
«Si può e si deve fare di più», dice il presidente del consiglio regionale Matteo Richetti. Che rivendica di aver portato il budget totale da 40 a 32 milioni e mezzo di euro. Di aver introdotto l'obbligo di rendicontazione, e tagliato un bel po' di istituti che accompagnavano le indennità . «Bisognerebbe identificare dei costi standard anche per le istituzioni - spiega noi costiamo 8 euro all'anno ai cittadini emiliani, ci sono consigli che ne costano oltre 100».
Di soldi, ne girano anche nelle virtuose province autonome di Trento e Bolzano. Nella prima, il contributo ai gruppi è di oltre 2 milioni di euro, nella seconda di 770mila, a fare la somma della rendicontazione pubblicata on line. Tornando alle regioni, segue
il consiglio toscano, che quest'anno ha tagliato il contributo arrivando a 720mila euro (cui però bisogna aggiungerne 71.412 di «consulenze a supporto degli organi consiliari»).
Mentre in coda alla classifica si piazza la Val d'Aosta con i suoi 600mila. La top ten, però, non è esaustiva. Calabria, Abruzzo, Basilicata e Campania fanno sapere a ogni conferenza stampa di aver tagliato costi e contributi, senza fornire numeri, né trasparenza di bilanci. Così, nulla sappiamo dei consigli e dei loro esponenti. Tranne che, come dimostrano le leggi regionali che regolano la materia, oltre alle loro indennità hanno tutti diritto a corposi contributi.






