salvini di maio contratto lega m5s

HABEMUS CONTRATTO! - PRENDE FORMA L’ACCORDO TRA LEGA E M5S: E’ IL “CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO” - LA BOZZA SI ARTICOLA IN 19 PUNTI ED È LUNGA 26 PAGINE - STRIGLIATI DA MATTARELLA, SALVINI E DI MAIO POTREBBERO PROPORRE VERSIONI PIÙ SOFT DI “FLAT TAX”, PENSIONI E REDDITO CITTADINANZA

Da http://www.adnkronos.com

CONTRATTO LEGA M5S

 

L'accordo di governo prende forma. "Contratto per il governo del cambiamento". E' il titolo dell'intesa sulla quale Movimento 5 Stelle e Lega stanno lavorando per chiudere il capitolo relativo al programma di governo. La bozza si articola in 19 punti ed è lunga 26 pagine. Sopra al titolo del contratto ci sono i simboli delle due forze politiche.

 

"La trattativa sul contratto di governo va avanti, anche perché l'obiettivo è portare i migliori risultati per i cittadini italiani"‎, ha detto Di Maio arrivando a Milano per incontrare il segretario della Lega Matteo Salvini al Pirellone, sede del nuovo tavolo M5S-Lega per la stesura del contratto di governo.

 

IL TAVOLO TRA LEGA E M5S

A proposito dell'incontro che si è svolto ieri a Roma con la controparte leghista, in un post pubblicato sul Blog delle Stelle Di Maio oggi parla di "notevoli passi avanti: "Abbiamo trovato ampie convergenze sui temi che stanno a cuore agli italiani: reddito di cittadinanza, flat tax, lotta al business dell'immigrazione, abolizione della legge Fornero, conflitto di interessi", scrive il capo politico pentastellato.

 

2 - DALLA «FLAT TAX» ALLE MODIFICHE SULLE PENSIONI DIETRO GLI SLOGAN ALLO STUDIO VERSIONI PIÙ SOFT

Lorenzo Salvia per www.corriere.it

 

LE MISURE ALLO STUDIO DIVENTANO PIÙ REALISTICHE

Avanti su tutto, ma per gradi. Reddito di cittadinanza, flat tax e pensioni sono tre punti contenuti nell’accordo che dovrebbe portare al governo di Lega e Movimento 5 Stelle. Sono proposte molto ambiziose, che se attuate tutte insieme e subito nella loro interezza potrebbero risultare insostenibili per le casse pubbliche. Anche per questo su ciascuno dei tre capitoli si lavora per trovare, al di là degli slogan e delle formule generiche contenute nell’accordo, percorsi che le rendano più realistiche, magari con un’attuazione progressiva, per tappe successive. Il realismo al potere?

 

PENSIONI, OBIETTIVO QUOTA 100 (TRA ETÀ E CONTRIBUTI)

SALVINI DI MAIO PROVA COSTUME

Abolire la riforma Fornero? L’accordo tra Movimento 5 Stelle e Lega potrebbe portare a un intervento sulle pensioni sì robusto ma comunque mirato. L’ipotesi è quota 100, cioè la possibilità di lasciare il lavoro quando a fare 100 è la somma tra età della persona e anni di contributi versati. Nel dettaglio sarebbero necessari almeno 64 anni di età, contro i 66 e 7 mesi di adesso e i 67 a partire dal 2019, e almeno 36 anni di contributi.

 

Con la possibilità di utilizzare al massimo due anni di contributi figurativi, quelli non versati effettivamente ma comunque riconosciuti, ad esempio per il servizio militare o durante la disoccupazione. Resterebbero fuori dal tetto dei due anni, invece, i contributi figurativi accreditati durante la maternità.

 

In alternativa sarebbe possibile lasciare il lavoro con almeno 41 anni e sei mesi di contributi, anche in questo caso con un tetto di due anni per quelli figurativi. Resta da sciogliere il nodo dell’adeguamento dell’età della pensione alla speranza di vita, proprio il meccanismo che nel 2019 porterà a 67 l’età per il pensionamento standard. Il Movimento 5 Stelle vuole cancellarlo, la Lega no.

 

DI MAIO SALVINI MATTARELLA

FLAT TAX, SPERIMENTAZIONE SUI REDDITI AGGIUNTIVI

L’ipotesi era stata studiata da Forza Italia, che in campagna elettorale aveva presentato una sua proposta di Flat tax, simile a quella della Lega ma con un’aliquota più alta: non il 15% ma tra il 20 e il 23%. E adesso viene esaminata anche per la versione della Flat tax targata Lega e Movimento 5 Stelle. Il meccanismo di base resterebbe lo stesso: l’aliquota fissa al 15% prenderebbe il posto delle cinque in vigore oggi, che vanno dal 23 al 43% e salgono insieme al livello del reddito. Ma nel primo anno si applicherebbe solo ai redditi aggiuntivi, cioè agli incrementi rispetto all’anno precedente.

 

È solo un’ipotesi e c’è chi preme per un intervento molto più ambizioso. Ma questa versione avrebbe l’indubbio vantaggio di abbattere i costi iniziali della riforma, sperimentarne gli effetti per poi eventualmente aggiustare il tiro, creare un incentivo sia alla produttività del lavoro sia all’emersione dell’evasione fiscale. A regime resterebbero i correttivi che rendono la Flat tax parzialmente progressiva come la no tax area fino a 7 mila euro l’anno, e le deduzioni fino a 50 mila euro. Allo studio anche un aumento dell’aliquota per i redditi più alti.

 

luigi di maio salvini

REDDITO DI CITTADINANZA, SI PARTE DAI CENTRI PER L’IMPIEGO

Per far partire il reddito di cittadinanza è necessario prima potenziare i centri pubblici per l’impiego. Sarebbero infatti i vecchi uffici di collocamento a dover non solo erogare il contributo, fino a 780 euro al mese per chi non ha famiglia. Ma anche vigilare sul rispetto delle regole, come l’obbligo di accettare una delle prime tre offerte di lavoro, pena la perdita del contributo. Potenziare i centri per l’impiego significa assumere nuovi dipendenti e formarli. Un’operazione che, secondo il Movimento 5 Stelle, costa 2 miliardi di euro.

 

E richiede anche un po’ di tempo. Per questo una delle ipotesi prese in considerazione è che si cominci dal potenziamento delle strutture limitandosi nell’immediato a una sperimentazione della riforma. Per poi andare a regime in un secondo momento. In ogni caso, anche per le pressioni della Lega che sulla proposta del M5S era stata molto critica, il reddito di cittadinanza sarebbe a tempo: non più di due anni. In fondo come la Naspi, l’indennità di disoccupazione che oggi arriva a 1.300 euro ma che, a differenza del reddito del M5S, riguarda solo chi lavorava già e poi ha perso il posto.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”