IL FUTURO DELL’EUROPA SI GIOCA NEL DUELLO TRA LA MERKEL E RUPERT MURDOCH CON CAMPO DI BATTAGLIA LA GRAN BRETAGNA - NEL 2017 GLI INGLESI SARANNO CHIAMATI AL REFERENDUM SULL’UE: UN DENTRO-FUORI CHE SPAVENTA LA CANCELLIERA E CHE INVECE ATTIZZA L’EUROSCETTICO TYCOON - SE LONDRA MOLLA, L’EFFETTO A CATENA SI PORTA VIA SPAGNA E ITALIA E LA SUPREMAZIA TEDESCA, VA A FARSI BENEDIRE…

Moisés Naìm per "la Repubblica"

La cancelliera tedesca Angela Merkel è senza dubbio una delle persone più potenti del mondo. Rupert Murdoch è il padrone della News Corporation, una delle più grandi conglomerate mondiali nel settore dei media, e naturalmente una delle più potenti. Il potere di questi due personaggi non nasce dalla stessa fonte, e diverso è anche il modo in cui lo utilizzano, o gli scopi e interessi che orientano il loro comportamento.

Angela Merkel è la leader di un grande Paese e Rupert Murdoch il padrone di una grande azienda privata. Non solo: quest'ultimo ribadisce continuamente di non utilizzare il potere dei suoi mezzi di comunicazione per esercitare pressioni sui Governi o influenzarne la politica. I suoi detrattori contestano queste affermazioni e sostengono che ci sono fin troppe prove del contrario. Negli Stati Uniti gli avversari di Murdoch accusano la rete televisiva Fox di appoggiare in modo spudorato il Partito repubblicano, e più recentemente il movimento oltranzista del Tea Party.

Nel Regno Unito alcuni mesi fa Murdoch ha dovuto presentarsi di fronte a una commissione del Parlamento britannico incaricata di indagare sui metodi giornalistici usati dai tabloid. «Io non ho mai chiesto nulla a nessun primo ministro», ha affermato il magnate australiano. Ma di fronte alla stessa commissione l'ex premier John Major ha rivelato che in una cena del 1997 Rupert Murdoch gli aveva chiesto di cambiare la politica di avvicinamento all'Europa portata avanti dal suo Governo.

Se non l'avesse fatto, l'aveva avvertito, i suoi giornali avrebbero smesso di appoggiarlo. «È una conversazione difficile da dimenticare», ha detto Major. «Non succede spesso che qualcuno si sieda davanti al primo ministro e gli dica: se lei non cambia politica la mia organizzazione non la appoggerà ».

Anche Ed Milliband, il leader del Partito laburista, ha dichiarato di fronte alla commissione d'inchiesta che a suo parere il gruppo di Murdoch «sentiva di possedere un potere senza responsabilità per il fatto di controllare il 37 per cento del mercato dei quotidiani nel Regno Unito, oltre alla rete televisiva BSkyB».

Che c'entra tutto questo con Angela Merkel? C'entra molto. E c'entra ancora di più con il futuro dell'Europa. Com'è noto, il primo ministro britannico David Cameron ha appena annunciato di voler sottoporre a referendum la permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea. Questa consultazione popolare si dovrebbe tenere nel 2017 e prima Cameron cercherebbe di ottenere concessioni specifiche per il Regno Unito e riforme significative del processo decisionale a livello comunitario.

In particolare Cameron ha detto di volersi riprendere la competenza su materie che attualmente sono demandate agli organi comunitari. Dall'agricoltura e la pesca alle politiche sociali, dalla regolamentazione del settore finanziario e dalle leggi sull'ambiente alle politiche in tema di immigrazione o difesa: su tutte queste materie Cameron vuole avviare un negoziato ambizioso e a tutto campo con l'Europa.

Quali siano gli obbiettivi di Cameron e quali saranno le conseguenze della sua audace iniziativa sono argomenti oggetto di numerose e distinte interpretazioni. Per qualcuno è un evidente stratagemma per tagliare i ponti con un'Europa indebolita e sempre meno influente sullo scenario mondiale. Per altri è un tentativo di ricattare l'Europa per ottenere vantaggi. E per altri ancora, come l'ex vicecancelliere tedesco Joschka Fischer, è semplicemente una follia che non conviene né al Regno Unito né all'Europa e che risponde unicamente a interessi di parte e miopi calcoli politici di Cameron.

E c'è anche chi pensa che il costo di un'uscita dall'Unione Europea sarebbe proibitivo per i britannici, e che dunque alla fine la maggioranza voterà per restare in Europa. Quest'ultimo scenario, naturalmente, presuppone che i cittadini ricevano informazioni accurate e imparziali sui costi e i benefici delle due possibilità. Ma finora non è stato così e i tabloid di Oltremanica (non solo quelli di Murdoch), che hanno una grande influenza sull'opinione pubblica, hanno regolarmente manifestato un'ostilità accesissima e spesso tendenziosa all'integrazione europea.

Sul versante opposto c'è Angela Merkel, che sicuramente farà quanto è in suo potere per non passare alla storia come la leader sotto il cui mandato è naufragato il progetto di unificazione dell'Europa. Sì, il vecchio continente potrebbe proseguire la sua integrazione anche senza il Regno Unito, ma certamente il ritiro dei britannici sarebbe un colpo pesante.

Inoltre, se nel referendum del 2017 dovesse vincere il no all'Europa, i movimenti antieuropeisti guadagnerebbero forza in tutto il continente, con il rischio di scatenare un'ondata di referendum separatisti. Per questa e altre ottime ragioni la Merkel farà il possibile per impedire l'uscita di Londra. Vedremo chi ha più potere, se la cancelliera o il
magnate.

Twitter: @moisesnaim (Traduzione di Fabio Galimberti)

 

ANGELA MERKELrupert murdoch grace rupert and wendi murdoch DAVID CAMERON E ANGELA MERKEL A DAVOS joschka fischerEURO CRAC EURO SI SCIOGLIE

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….