IL “GRAN PUTTANIERE” BENEDETTO DA RE GIORGIO PER ZITTIRE LA BINDI E I SINISTRATI ANTI-LETTA - E ALFANO GONGOLA…

Amedeo La Mattina per "la Stampa"

Capire quanto ci sia di vero e sincero nelle parole di Berlusconi non è un'impresa facile. Attorno a lui e alle sue intenzioni c'è sempre uno svolazzare di rapaci che gli titillano la pancia focosa, toccano le corde roventi dell'accerchiamento giudiziario, del governo che tira a campare invece di imprimere uno choc all'economia. Poi i ministri lo frenano, gli fanno presente che la rottura è un'avventura maledetta da girone dantesco.

E il vicepremier Alfano si prende la soddisfazione di dire a Bruno Vespa, durante Porta a Porta, che mandare tutto all'aria «è una tesi presente tra di noi ma il suo principale avversario è proprio Berlusconi». Condendo la sua offensiva contro i falchi con una battuta velenosa nei confronti della Santanchè.

La quale ha chiesto, in maniera perentoria, al segretario del Pdl, ovvero Alfano, di reagire al veto posto dal Pd alla sua elezione alla vicepresidenza della Camera. «Stiamo accelerando il progetto di ritorno a Forza Italia che è in uno stato irreversibile. Capisco quindi la gioia di Santanché che non ha mai fatto parte dei Forza Italia e potrà finalmente esordire in questo partito».

Ecco, le colombe oggi si sentono più forti e sicure. Anche perché lo stesso Alfano l'altro ieri sera ha sentito con le sue orecchie quanto Berlusconi sia stato rassicurante con il premier. Addirittura si è mostrato infastidito da tutti quei falchi del Pdl che lo circondano e lo aizzano, come se lui ne fosse invece una semplice vittima e non un ispiratore che li usa per farsi concavo e convesso.

Una cosa è apparsa chiara a Letta, che a cena a Palazzo Chigi aveva tra i commensali anche lo zio Gianni: il Cavaliere tiene la barra dritta sul governo, nonostante le difficoltà di reperire risorse e smuovere a minore rigore la Germania e Bruxelles.

Per ora tiene la barra, ma fino a quando nessuno lo sa e dopo l'estate, con l'avvicinarsi della sentenza della Cassazione che dovrà decidere se confermare l'interdizione dai pubblici uffici, tutto può succedere. Perché, come spiega Daniele Capezzone, due nodi rimangono irrisolti sul tavolo dell'ex premier: «la difesa della democrazia che vuole eliminarlo politicamente contro una certa magistratura e la mancanza di uno choc all'economia che non si fa con le misure varate ieri dal governo».

Il problema per Berlusconi è che questi nodi dopo l'estate potrebbero rimanere irrisolti o perfino complicarsi. Senza per questo avere una soluzione in tasca. L'uomo è un tipo pratico, che non fa gesti improvvisati. Dopo le sfuriate, le tempeste post sentenze che scatena nelle riunioni a Palazzo Grazioli piuttosto che a Villa San Martino ad Arcore, poi capisce che il governo Letta non gli conviene abbatterlo per il momento.

Anzi che è il governo più amico che abbia e qualunque altro scenario potrebbe essere peggiore, per lui e per le sue aziende. Sembra che lo abbia detto addirittura alla cena di Palazzo Chigi. Un altro presidente del Consiglio, un altro governo e un altro Parlamento potrebbero essere la sua tomba. «Ma devo contrastare tutti i falchi che mi martellano».

Lo martellano pure i magistrati e lui non perde occasione per sfogarsi contro l'accanimento giudiziario, per ribadire la sua innocenza. Sembra che lo abbia fatto anche ieri al Colle dove è stato il capo dello Stato a convocarlo per sentire dalla sua viva voce che il governo ha il pieno sostegno del Cavaliere e del Pdl.

Insomma, non ci saranno sgambetti, ma per il leader del Popolo della libertà è insopportabile il refrain di una parte del Pd e di alcuni giornali (Bindi, Repubblica e Fatto Quotidiano) che incitano a non rimanere alleati con l'Impresentabile. Ma Napolitano gli ha aperto le porte del Quirinale per dimostrargli che tale non è.

Il capo di uno dei due principali partiti della maggioranza non può essere trascurato, abbandonato, ma ascoltato. Però, caro Cavaliere, non dica che il presidente della Repubblica può intervenire a condizionare le sentenza, perché la magistratura non ha rapporti di subalternità. Così Berlusconi stringe i denti, va avanti, cerca di farlo pesare, ma non ha alternative.

 

NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI Napolitano - BerlusconiRosy Bindi ed Enrico Lettaenrico letta e alfano ENRICO LETTA ALLA CAMERA TRA ALFANO E BONINO

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…